La settimana appena cominciata, si concluderà con la nuova udienza del processo che vede protagonista Padre Graziano, presunto assassino di Guerrina Piscaglia. Il prossimo 4 marzo, infatti, il religioso di origine congolese ora ai domiciliari con braccialetto elettronico, tornerà ad Arezzo, in aula. Nel frattempo, come svelato dal quotidiano Corriere di Arezzo, proseguono le adesioni all’indirizzo e-mail cerchiamoguerrina@outlook.it, attivo già da alcuni giorni e che si pone come finalità quella di creare una squadra di volontari impegnati nelle nuove ricerche del corpo di Guerrina Piscaglia, la casalinga 50enne misteriosamente scomparsa da Ca’ Raffaello il primo maggio del 2014. Le speranze di vedere in vita la donna, madre di un ragazzo, ormai appaiono oltremodo vane. Per l’accusa, la donna sarebbe stata uccisa da Padre Graziano, sua guida spirituale, ed il cadavere sarebbe stato successivamente occultato.



Emergono interessanti novità in merito a Padre Graziano, il religioso di origine congolese ed ex sacerdote di Ca’ Raffaello, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia. Lo scorso 19 febbraio, Padre Graziano ha lasciato temporaneamente il convento di Roma dove sta scontando dall’inizio del mese i domiciliari per giungere nuovamente ad Arezzo, dove si è presentato insieme al suo avvocato difensore sfoggiando un grande sorriso e dicendosi sereno per il corso del processo. In attesa della nuova udienza fissata al prossimo venerdì 4 marzo, il quotidiano Corriere di Arezzo ha svelato alcuni retroscena relativi al presunto assassino di Guerrina Piscaglia, la casalinga 50enne del piccolo centro dell’Aretino, la quale ha fatto misteriosamente perdere le sue tracce il primo maggio di due anni fa. Padre Graziano avrebbe fatto ritorno sul social network Facebook dove è iscritto con il nome di Gratien Alabi ed a distanza di oltre un anno ha ripreso la sua attività social postando un video nella giornata dello scorso 24 febbraio. Nulla a che fare con il processo per l’omicidio di Guerrina Piscaglia, né con il mondo religioso, poiché il video in oggetto reso visibile a tutti riguarda il suo Paese di origine, il Congo e nello specifico il dittatore Mobutu nel corso di una sua visita a Londra. “Non è chiaro il perché della scelta del video, se nostalgia o solo documento storico”, scrive il Corriere di Arezzo, sottolineando la nuova mossa di Padre Graziano. “Di certo un personaggio che fu autoritario, non positivo”, si legge ancora sul quotidiano. Con il suo ritorno su Facebook, si è avuta la certezza che i domiciliari che sta scontando presso il convento dell’ordine dei Premostratensi a Roma con braccialetto elettronico, non sarebbero così restrittivi come si potrebbe pensare. Non ci resta che attendere la nuova udienza del prossimo 4 marzo, in merito alla quale non è ancora chiaro se rivedremo o meno in aula l’unico imputato per l’omicidio della donna misteriosamente scomparsa.

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