Incominciano ad emergere maggiori particolari sulla morte del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni di cui si erano perse le tracce a Il Cairo,in Egitto, lo scorso 25 gennaio. Secondo i medici legali la morte del ragazzo è sopraggiunta per dei colpi inferti con strumenti taglienti in varie parti del corpo. Il tutto è stato riportato dal sito Dotmsr dal quale si apprende che il corpo di Regeni è stato trovato seminudo da alcune persone e che il responso completo del decesso verrà consegnato alle forze dell’ordine di Giza e quindi all’ambasciata italiana. Per il momento dalle indagini portate avanti dalla Procura di Giza, Regeni sarebbe stato oggetto di torture e percosse. Questo si evince soprattutto dalle bruciature di sigarette presente sul corpo e dall’orecchio tagliato. Infine, sembra che il corpo fosse nudo nella metà inferiore e che il movente potrebbe essere stato di stampo criminale.
Di Giulio Regeni, il giovane studente 28enne, si erano perse le tracce lo scorso 25 gennaio, quando era stato dato l’allarme della sua scomparsa al Cairo. La famiglia era volata immediatamente in Egitto e la situazione era apparsa sin da subito preoccupante. A distanza di undici giorni è stata confermata la tragica notizia della morte di Giulio, resa ancora più drammatica dai dettagli finora emersi. In base a quanto scrive La Repubblica, sul corpo senza vita di Giulio Regeni sarebbero stati evidenziati “chiari segni di percosse e torture”. In attesa dei risultati dell’autopsia disposta dalla procura di Giza, il quadro emerso dopo il ritrovamento del giovane è stato tra i più terribili: il suo cadavere è stato ritrovato sul ciglio della strada, ben distante sia dal luogo dove abitava che dal posto dove lo scorso 25 gennaio avrebbe dovuto incontrarsi con un amico. Nudo nella parte inferiore, Giulio presentava svariati segni di tagli, dalla schiena al naso, oltre ad un orecchio mozzato e ustioni sulle braccia paragonabili a segni di sigaretta. Secondo il resoconto del procuratore di Giza, la sua sarebbe stata una morte lenta e dolorosa. Al giallo sulla morte del giovane studente, se ne è presto aggiunto un altro, poiché dal ministero dell’Interno egiziano sarebbe emersa una versione del tutto differente rispetto a quella fornita dalla procura, parlando nello specifico dell’assenza di segni di tortura sul cadavere del ragazzo. Oltre all’ipotesi dell’omicidio, dunque, sembrerebbe prender piede un’altra pista, quella della morte avvenuta in seguito ad un incidente stradale in auto. Quest’ultima ipotesi sarebbe stata appoggiata dal direttore del Dipartimento investigativo di Giza che avrebbe escluso la pista criminale. Alle indagini sulla morte di Giulio Regeni, stando a quanto riferito su Twitter dal giornalista egiziano Mohammed Ismail Ghaly, dovrebbe contribuire anche un team italiano in arrivo in Egitto nella giornata di domani. La Farnesina ha intanto chiesto che venga fatta chiarezza sul terribile avvenimento che ha coinvolto il nostro connazionale, auspicando in un celere rimpatrio della salma.