E’ atteso per le ore 13:00 di domani l’arrivo in Italia del corpo di Giulio Regeni, il giovane studente 28enne trovato morto al Cairo dove si trovava per studio. L’arrivo della salma avverrà all’aeroporto Fiumicino della Capitale, dove poi il cadavere di Regeni sarà trasferito all’istituto di medicina legale de La Sapienza in vista dell’autopsia. La Procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio volontario. Intanto, scrive La Repubblica, sembrerebbe non esserci alcun collegamento tra Giulio Regeni ed i servizi segreti italiani, come invece riportato oggi da numerosi organi di stampa. “Ogni e qualsiasi collegamento di Giulio Regeni con l’intelligence italiana è da smentire categoricamente”: con queste parole si sarebbero espressi gli 007 che hanno rifiutato duramente queste “inqualificabili falsità e strumentalizzazioni” della vicenda che vede l’uccisione del giovane friulano di appena 28 anni. In merito, l’intelligence italiana avrebbe manifestato enorme stupore e costernazione.



IL presidente della Commissione Esteri del Senato Pierferdinando Casini è intervenuto stamane a Mattino Cinque per commentare la tragica morte di Giulio Regeni, il ragazzo italiano trovato morto in Egitto con evidenti segni di tortura sul corpo. Casini è apparso visibilmente commosso per la brutale fine del giovane. Nelle scorse ore, come riporta il Corriere.it, il presidente della Commissione Esteri si era espresso sui fatti parlando di depistaggio senza mezzi termini: “Non possiamo accettare la manipolazione della verità che c’è già stata perché, nel giro di una giornata, fonti egiziane, attribuibili a autorità diverse, hanno dato versioni diametralmente opposte. E proprio alcune di queste spiegazioni, artatamente fuorvianti, inducono l’Italia a essere inflessibile. Mattarella e Renzi ieri sono stati espliciti. Sconti non ne possiamo fare”.



Rimane il mistero sulla morte del nostro giovane connazionale, Giulio Regeni, anche se indiscrezioni identificano come causa della morte un forte colpo alla testa, che si sarebbe sommato alle già inflitte ustioni, tagli, ecchimosi e segni di accoltellamento, difficilmente compatibili con le ipotesi d’incidente stradale avanzate dalle autorità egiziane. Su quato accaduto a Giulio Regeni è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale auspica che, attraverso la piena collaborazione delle autorità egiziane, sia fatta rapidamente piena luce sulla preoccupante dinamica degli avvenimenti che ha visto protagonista Giulio Regeni,, consentendo di assicurare alla giustizia i responsabili di un crimine così efferato, che non può rimanere impunito”. A tale proposito, ben sette investigatori italiani seguiranno le indagini al Cairo per fare chiarezza, anche a fronte delle indiscrezioni provenienti dalla redazione de il Manifesto, che ammettono, tramite il giornalista Simone Pieranni, che quello che ha raccontato il loro collaboratore, Giuseppe Acconcia, nel programma di Radio Popolare, corrisponde a verità. Acconcia aveva infatti riferito che Giulio Regeni,, che aveva scritto sotto pseudonimo più volte per il quotidiano, aveva preferito non firmare gli articoli perché “aveva paura per la sua incolumità”. A tale proposito è scoppiata una controversia legale fra il giornale, che ha espresso l’intenzione di pubblicare l’ultimo articolo che il giovane ricercatore aveva inviato una decina di giorni prima della sparizione, e la famiglia di Giulio Regeni,, contraria a tale iniziativa, che si è opposta con fermezza tramite il proprio avvocato. Sembra però che il Manifesto andrà presto in edicola con i retroscena, utili forse a chiarire il mistero della morte di Giulio Regeni,.

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