Con il passare dei giorni, emergono nuovi particolari shock sulle modalità di esecuzione di Giulio Regeni. L’Ansa ha diffuso una notizia appresa da fonti investigative certe, secondo la quale al giovane 28enne friulano ucciso in Egitto sarebbero state mozzate entrambe le orecchie nella parte alta. Il corpo dello studente sarebbe cosparso di piccoli tagli sin sotto le piante dei piedi e mancherebbe un’unghia della mano ed una del piede evidenziando così ulteriori torture. Intanto, da fonti italiane riprese sempre dall’Ansa, gli inquirenti che indagano alla morte di Giulio Regeni al Cairo, non avrebbero ancora ritrovato il cellulare né il passaporto della vittima, con ogni probabilità fatti sparire dagli autori del terribile omicidio. L’augurio da parte del team di investigatori italiani partito per l’Egitto è quello di entrare presto in possesso di atti, tabulati telefonici e rilievi sul caso Giulio Regeni entro le prossime 48 ore, tempo entro il quale sarebbe azzardato avanzare ulteriori ipotesi circa la morte del giovane.
Il caso di Giulio Regeni, il giovane studente 28enne ucciso mentre si trovava in Egitto per motivi di studio, potrebbe assumere dimensioni internazionali. Nella giornata odierna, intanto, a Roma sono stati sentiti dai pm i genitori della vittima al fine di ricostruire rapporti e sentimenti di Giulio Regeni durante la sua permanenza in Egitto. Al Cairo, il 28enne si sentiva al sicuro, non aveva paura né coltivava il timore per la sua stessa vita. Sarebbero state queste le parole dei genitori dello studente al pm della procura di Roma, Sergio Colaiocco che si sta occupando del caso. Nonostante fosse consapevole di trovarsi in un Paese con un clima difficile dal punto di vista politico, i genitori non avrebbero raccolto alcun sentore di tensione né paura nelle parole del figlio, nei giorni precedenti alla sua scomparsa avvenuta lo scorso 25 gennaio. Ma quali erano i suoi rapporti costruiti nel corso della permanenza al Cairo? Su questo aspetto si sta concentrando il lavoro degli inquirenti i quali avrebbero smentito un legame tra il ragazzo friulano ucciso e i servizi segreti italiani, come riporta oggi Il Fatto Quotidiano. Intanto, come dicevamo ad inizio articolo, il caso Giulio Regeni potrebbe diventare di portata internazionale. Nello specifico, gli USA potrebbero sollevare il caso nei prossimi incontri con esponenti egiziani. E’ quanto emergerebbe dal New York Times che sottolinea l’imminente visita a Washington del ministro degli Esteri egiziano Shoukry ma anche la missione al Cairo da parte dell’incaricata del Dipartimento di Stato Usa per i diritti umani. Scrive in merito il New York Times: “E’ probabile che si parli del caso visto da molti come un altro segnale allarmante di abusi da parte della forze di sicurezza in un Paese dove detenzioni arbitrarie e torture stanno diventando sempre più comuni”.