A poche ore dall’inizio dell’udienza preliminare nei confronti dei presunti responsabili della morte di Marco Vannini, ci si domanda quali possano essere i futuri sviluppi di una vicenda che sta tenendo da mesi l’Italia intera con il fiato sospeso. A rispondere a questo quesito è stato sul settimanale “Giallo” il magistrato Francesco Caringella secondo il quale, la probabilità che venga disposto il rinvio a giudizio per i membri della famiglia Ciontoli si fa sempre più concreta. Se così fosse, la Corte d’Assise si assumerà il compito di far luce su una vicenda che appare sempre più torbida, nel corso della quale a perdere la vita in circostanze mai realmente chiarite è stato un giovane appena ventenne, Marco Vannini. Il ragazzo, secondo i risultati dell’autopsia, avrebbe potuto salvarsi se solo i responsabili avessero allertato in tempi brevi gli opportuni soccorsi.
Alla vigilia del processo per la morte di Marco Vannini, il bagnino di 20enne ucciso in seguito ad un colpo di arma da fuoco esploso dal padre della fidanzata, Antonio Ciontoli, risuonano ancora più forti le parole della madre del ragazzo che prova a scuotere l’opinione pubblica sul caso del proprio figlio ucciso in un modo così assurdo quanto misterioso. Ha parlato nell’ultima puntata di Quarto Grado e oggi si fanno ancora più sentire queste parole dato che da domani riprende l’udienza forse decisiva. «Per Marco i Ciontoli erano davvero la sua seconda famiglia, di fidava tantissimo di loro. Invece questi non lo amavano, l’ho capito da quando ho sentito la seconda telefonata al 118, dove il Ciontoli parlava al telefono e marco faceva delle urla agghiaccianti. Ad un certo punto diceva pure “portatemi, portami”, ovvero “portatemi all’ospedale, aiutatemi”, urlava “basta” e loro l’hanno lasciato lì a morire». Accuse molto pesanti che ora saranno comunque tutte al vaglio degli inquirenti, dato che domani si riprende il processo.
A poche ore dall’inizio dell’udienza preliminare fissata al 9 febbraio, la famiglia di Marco Vannini si riunisce ancor di più in attesa che possa esser fatta giustizia sull’omicidio dell’amato figlio. Marco Vannini, giovane bagnino appena 20enne, è stato ucciso in seguito ad un colpo di arma da fuoco esploso dall’ex suocero Antonio Ciontoli, all’interno della sua abitazione a Ladispoli lo scorso 17 maggio. Qui, era presente l’intera famiglia della fidanzata Martina e Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli ed indagata solo per omissione di soccorso. Quest’ultima, qualche giorno fa ha deciso di rompere il silenzio con una lettera inviata ai genitori di Marco Vannini,, ma che non sarebbe stata accolta nella maniera in cui la ragazza sperava. Intanto, l’attenzione per uno dei casi più torbidi della cronaca nera nostrana sembra crescere sempre di più in vista dell’avvio del processo che, con l’udienza preliminare deciderà se rinviare o meno a giudizio i cinque indagati per l’omicidio di Marco Vannini, al fine di approfondire ulteriormente una vicenda che sin dal principio è apparsa poco chiara. Oltre ai genitori, a raccogliersi attorno all’affetto per il giovane Marco Vannini, sono quasi 30 mila utenti di Facebook che hanno preso parte al gruppo “Giustizia e Verità per Marco Vannini,“, organizzando varie iniziative in vista del prossimo 9 febbraio. Proprio al gruppo, il quale cresce ogni giorno di più, mamma Marina e papà Valerio Vannini hanno realizzato nei giorni scorsi un video contenente un messaggio indirizzato a tutti coloro che finora hanno manifestato ampia indignazione per la vicenda e solidarietà alla famiglia della vittima. A prendere la parola è stata la madre, da sempre impegnata nella sua personale battaglia alla ricerca della verità su quanto accaduto realmente la sera del 17 maggio scorso nella villetta dei Ciontoli. Nel messaggio ringrazia i numerosi iscritti al Gruppo Facebook dedicato al figlio. “Io e mio marito siamo contenti che sia nato questo gruppo dedicato a Marco Vannini e che sia piano piano cresciuto”, ha dichiarato la donna, ricordando la presenza di persone non solo vicine geograficamente ma provenienti da tutta Italia e dall’estero. Un gruppo che la signora Vannini considera ormai la sua seconda famiglia.