Continuano le novità per quanto riguarda il periodo di influenza e soprattutto del virus Zika, le due paure che oggi in Italia, dal punto di vista sanitario, riguardano le vere emergenze. Per la prima per fortuna quest’anno sembra che il vaccino, assieme ad un inverno per nulla freddo finora, stiamo rendendo meno grave la situazione rispetto agli altri anni. Per il virus Zika invece, la crisi è mondiale anche se da noi viene scongiurata per la mancanza di presenza della zanzara che trasmette il virus; dunque i rischi rimangono solo per chi ha compiuto viaggi nel sud America. Interviene con un’ultim’ora il governo del Brasile che riguardo ai vari rischi possibili per le Olimpiadi che si terranno a Rio in estate, ha voluto affermare la propria posizione ufficiale: «Il periodo in cui si svolgeranno le Olimpiadi di Rio de Janeiro è considerato non endemico per la trasmissione di malattie causate dalla zanzara Aedes aegypti, nota come Zika», ha precisato il ministero della Sanità brasiliano in risposta all’avviso di rischio del comitato olimpico americano (Usoc), che aveva allertato gli atleti sulle reali possibilità di malattia.



In un periodo in Italia dove si cerca di tenere a bada l’influenza, è il virus Zika a spaventare il nostro Paese come il mondo intero, non solo in vista delle Olimpiadi di Rio in Brasile che vedrà l’esposizione massima nel luogo dove si pensa che sia scoppiata la pandemia. Notizia dell’ultima ora racconta come le autorità sanitarie statunitensi, il Cdc (il Center do Disease Control and Prevention) hanno innalzato l’emergenza per il virus Zika al livello 1, il suo più alto livello di attivazione. NBC racconta come l’epidemia di Ebola era stata l’ultima volta in cui il Cdc aveva alzato così il livello di emergenza. Mentre dunque continua l’incubo della malattia per le Olimpiadi, anche a Roma si lavora e coopera per la prevenzione, e attivissimo è il Coni con il Cio italiano, dato che il presidente è lo stesso, ovvero Giovanni Malagò. Da tempo lavorano sul tema Zika, seguendo la condotta di zero allarmismi ma con molta prevenzione; per questo motivo tutti gli atleti ma anche il personale che sarà impegnato a Rio in Brasile è in stretto contatto con l’istituto di epidemiologia dello Spallanzani di Roma, centro di ricerca di valore mondiale.



Mentre l’influenza ordinaria 2016 comincia a scemare lasciando come strascico solo qualche fazzoletto da lavare e residui, anche se fastidiosi, colpi di tosse, Zika, che fa capo alla stessa famiglia di dengue e febbre gialla, continua ad imperversare in Sud America, oltre ai primi casi segnalati anche dalle nostre parti. La cosa, oltre a preoccupare la popolazione locale, desta non pochi dubbi e timori alle spedizioni americane e australiane per le Olimpiade di Rio, tanto che il comitato olimpico Usa avverte i propri atleti di declinare l’invito se preoccupati dalla situazione. Diverse le reazioni dei vari paesi, con l’Australia che punta tutto “Heavy Duty”, un gel repellente particolarmente efficace, tanto da instaurare un contratto di sponsorizzazione con i produttori del rimedio. Sostanzialmente serena invece la Gran Bretagna, ma anche l’Italia, dove il Coni raccomanda prevenzione e niente allarmismi. Il presidente Giovanni Malagò ha infatti affermato: “L’Istituto di Medicina per lo Sport ha fatto un buon lavoro, sono in contatto con dei luminari della materia di infettivologia, ci sarà anche un’attività di prevenzione”. Tranquilla anche la Francia, che sarà presente per il primo turno di Coppa Davis. A preoccupare comunque è l’effetto domino, che complice il caldo e gli spostamenti di grandi quantità di persone dei vari  paesi per le olimpiadi potrebbero diffondere il temibile virus su tutto il globo terrestre.

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