Del caso relativo al delitto di Luca Varani, il giovane 23enne ucciso da Manuel Foffo e Marco Prato lo scorso venerdì, in un appartamento della periferia di Roma, se ne è occupata oggi anche la trasmissione Pomeriggio 5. Nel corso della diretta tv, l’inviata del programma di Canale 5 avrebbe rivelato alcuni particolari inediti confermati in precedenza dall’avvocato di uno dei due reo confessi, il trentenne Prato, il quale dopo l’omicidio di Varani avrebbe tentato il suicidio. A detta dell’inviata, ad accogliere Luca Varani ci sarebbe stato un vero e proprio festino nel quale Marco avrebbe indossato anche indumenti femminili ed una parrucca, oltre a scarpe particolari con tacco a spillo. Sempre nel corso della trasmissione, è stata trasmessa la mail e l’intervista di un ragazzo (ha preferito mantenere l’anonimato per ovvie ragioni), il quale aveva ricevuto anche lui l’invito a prender parte al festino di Marco. Il giovane in questione si è definito sconvolto per quanto accaduto a Luca Varani, conscio del fatto che sarebbe potuto accadere a lui.



Sono emerse novità importanti in merito al terribile delitto di Luca Varani, il 23enne ucciso nella periferia di Roma lo scorso venerdì. Del caso se ne è occupata anche la trasmissione Pomeriggio 5 con la nuova puntata odierna, durante la quale ha rivelato la presenza di una possibile importante testimone. Gli inquirenti, a detta dell’inviata del programma di Canale 5, starebbero cercando una ragazza bionda di 25 anni che la mattina dello scorso venerdì, tra le 7:20 e le 7:30 avrebbe preso lo stesso trenino metropolitano sul quale viaggiava anche Luca Varani. Si tratta della linea Viterbo – Roma Ostiense sulla quale la vittima viaggiava intenta a recarsi presso l’appartamento di Manuel Foffo dove poi sarebbe stato ucciso insieme a Marco Prato, entrambi arrestati. La ragazza in questione potrebbe essere l’ultima ad aver visto in vita Luca Varani ma gli inquirenti non sarebbero ancora riusciti a rintracciarla. La 25enne potrebbe fornire importanti informazioni e dettagli utili alla ricostruzione dei tre giorni infernali culminati con il massacro di Varani poiché il giovane avrebbe potuto parlare con lei e riferire dove si stesse per recare o se conoscesse o meno le persone che lo avevano invitato. Barbara d’Urso ne ha approfittato per rinnovare anche in diretta tv l’appello alla ragazza possibile testimone, affinché possa farsi viva con le Forze dell’Ordine o con la stessa trasmissione.



Il caso di Luca Varani è stato affrontato oggi nel corso della trasmissione di Rai 1, La vita in diretta. Le ultime novità avrebbero a che fare proprio con Manuel Foffo, uno dei due trentenni che per due giorni si sono chiusi in un appartamento nella periferia romana prima di uscire alla ricerca di qualcuno a cui fare del male. Dopo il racconto di quasi 10 ore sul delitto di Luca Varani ad opera di Foffo e dell’amico Marco Prato, la trasmissione di Rai 1 ha rivelato che proprio poco fa, il primo avrebbe chiesto di parlare nuovamente con il pm in carcere. Il magistrato sarebbe pronto a sentire le nuove dichiarazioni spontanee in arrivo. Cosa dirà di nuovo Manuel Foffo? Ciò che abbiamo appreso nelle ultime ore è inquietante: i due assassini reo confessi avrebbero inviato lo stesso sms a ben 23 persone diverse. Solo uno avrebbe risposto positivamente accogliendo l’invito a morte. Era Luca Varani, il quale sarebbe caduto in pieno nella trappola di Foffo e Prato.



A portare alla morte il giovane 23enne Luca Varani, non sarebbe stato il colpo al cuore. E’ questa l’ultima news che emerge dagli inquirenti e dai risultati dell’autopsia e resa nota da TgCom24 che riporta come non sia stata decisivo per il decesso del ragazzo. Finora i due assassini, Manuel Foffo e Marco Prato, si erano accusati a vicenda in riferimento a chi avesse inferto l’ultima coltellata, estratta proprio dal medico legale. “Manuel ha confermato che è stato Marco a dare il colpo finale e lo ha ribadito con dovizia di particolari”, ha dichiarato il legale di Foffo, come riporta Repubblica.it. “Non è stato Marco Prato ad infliggere il colpo finale, la coltellata al cuore a Varani”, questa la replica del legale di Prato. A prescindere dalle accuse reciproche, ora si apprende con certezza che a portare verso la morte il giovane Varani sarebbero state le sevizie indicibili compiute da entrambi. Sempre secondo gli inquirenti, la ricostruzione dettagliata fornita da Manuel Foffo sarebbe “credibile” poiché il trentenne si sarebbe assunto una “responsabilità schiacciante”. Resta ancora da chiarire il vero movente del massacro ai danni di Luca Varani.

“Luca Varani è morto per le sevizie durante il festino con cocaina e alcol, il colpo con coltellata al cuore non è stato fatale”: questo l’esito della autopsia sul cadavere martoriato del ragazzo di Roma, vittima delle angherie di Manuel Foffo e Marco Prato. Dunque le coltellate ricevute al cuore non hanno determinato la morte, ma già le sevizie prima avevano provocato la fine della giovanissima vita di Luca. A quanto si apprende dalla Procura e dalle infiltrazioni di Repubblica, proprio su questa coltellata i due ragazzi si stanno ancora rimpallando le colpe ma ora, con l’annuncio del medico legale, cambia ovviamente tutto. Da ieri e confermato oggi è in atto l’accusa ufficiale di omicidio volontario aggravato da sevizie e dalla crudeltà: orribile anche solo a ripeterlo, Varani è stato preso a coltellate, colpi di martello e subito il taglio delle corde vocali per non far sentire le sue urla. La posizione dei due ragazzi incriminati e anche se al momento è stata esclusa l’ipotesi di premeditazione dal pm non è detto che in sede processuale, o con le novità dei prossimi giorni, non si torni su quel particolare atto d’accusa.

Dopo la conferma dell’attesto di Manuel Foffo e Marco Prato, per il delitto di Luca Varani, giungono alcune notizie che filtrano dalle agenzie di stampa su possibili conseguenze giudiziarie per uno dei due carnefici accusati dell’orrenda vicenda. Rischia infatti una incriminazione per istigazione al suicidio Manuel Foffo, il ragazzo invitato al party di alcol e cocaina organizzato al pr di eventi gay Marco Prato. Ci sono alcuni elementi, secondo le forze dell’ordine, che porterebbero a questa indagine parallela sull’istigazione al suicidio, e i fatti si riferirebbero agli istanti dopo il brutale delitto di Luca: dopo aver torturato per ore il ragazzo, Foffo e Prato lasciano la casa in preda a panico e strafatti di droga, Marco a quel puntosi rifugia in un hotel in zona piazza Bologna e lì avviene il misfatti. Lo accompagna lì proprio Manuel che gli paga la stanza per due giorno e gli compra cinque scatole di Minias, un potente sedativo: Prato poi da quella stanza verrà ritrovato senza sensi e salvato in ospedale dopo la lavanda gastrica, dopo un tentato suicidio.

Il caso del delitto di Roma, del povero 23enne Luca Varani, continua e questa mattina è arrivata la notizia ufficiale dal carcere di Regina Coeli: come scrive il Messaggero, il gip Riccardo Amoroso ha confermato l’ordine di carcerazione per Manuel Foffo e Marco Prato, i due carnefici che durante un festino a base di cocaina e alcolici hanno ucciso e trucidato il ragazzo 23enne. La decisione arriva dopo i lunghi interrogatori di ieri, con la novità arrivata invece pochi minuti fa: non resta l’aggravante della premeditazione del delitto, almeno per ora. I due ragazzi continuano a rimpallarsi le responsabilità su chi ha inferto il colpo finale al cuore di Luca e sul ruolo avvenuto nel festino dell’orrore. Ecco l’avvocato di Foffo: «Manuela ha detto che è stato Marco Prato a dare il colpo finale, con dovizia di particolari lo ha raccontato», mentre ovviamente il legale opposto di Prato ha contro risposto, “Abbiamo chiarito il ruolo di Marco nella vicenda che è del tutto diverso da quello che ci è stato attribuito fino ad ora: Foffo ha raccontato cose che non sono accadute”. Rimane ancora escluso il vero movente, perché finora entrambi hanno riferito di un contesto sessuale, con follia derivata dalla cocaina, ma la verità su quel delitto ancora non viene fuori. 

23 sarebbero in tutti gli sms che quella notte Marc Prato e Manuel Foffo, i due giovani di Roma arrestati per l’omicidio di Luca Varani, avrebbero mandato ad altri amici. L’intenzione era di promuovere il festino in cui poi la vittima ha trovato una tragica e violenta morte. 23 come gli anni di Luca Varani ancora nel pieno della sua giovinezza e che di certo non poteva sapere che fine orrenda avrebbe fatto. Il dato viene riportato da Il Fatto Quotidiano che mette l’accento anche sulle parole che i due giovani hanno detto al Gip Riccardo Amoroso durante l’interrogatorio di ieri. Hanno voluto parlare e secondo quando ha affermato l’avvocato difensore di Manuel Foffo, sarebbe stato Marc Prato a sferrare l’ultimo colpo a Luca Varani. L’avvocato Michele Andreano ha affermato inoltre che “in questa vicenda c’è un contesto sessuale ma il movente non è ancora uscito fuori”. Non si cononoscono ancora i dettagli che hanno spinto i due ragazzi a compiere un gesto così atroce. Per ora entrambi rimangono accusati per omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà, sevizie e futuli motivi. Nelle ultime ore emergono inoltre altri fatti inquietanti e che potrebbero gettare ulteriore luce sull’omicidio di Luca Varani. Nello stesso articolo, il quotidiano riporta una notizia diffuda da La Stampa in cui si racconta che già un mese fa Marc Prato, laureato in scienze politiche, master a Parigi e pr nelle discoteche della Roma bene, si sarebbe rinchiuso nel proprio appartamento in compagnia di un trentenne per assumere cocaina. Non sono gli unici particolari di questa vicenda, ma iniziano a delinearsi anche alcuni particolari del rapporto che intercorrere fra Manuel Foffo e Marc Prato. I due si conoscono al veglione di Capodanno in cui trascorrono le ore all’insegna della droga. Marc Prato si fa filmare di nascosto mentre ha un rapporto orale con Manuel Foffo, indagato a sua volta per l’omicidio di Luca Varani. Il suo scopo è quello di ricattarlo in un secondo momento. Manuel Foffo ha spiegato agli inquirenti che “quel video mi dava veramente fastidio anche perché io sono eterosessuale”. Dopo il tremendo delitto di Luca Varani, dopo aver dormito al suo fianco per sei ore assieme a Manuel Foffo, Marc Prato si fa lasciare, secondo il suo racconto, davanti ad un albergo, lo stesso in cui viene prelevato dagli inquirenti. Il motivo del suicidio, come riporta Il Messaggero, è racchiuso tutto in sette pagine fitte in cui riversa il proprio turbamento, mentre ingerisce una boccetta di ansiolitico. Uno sfogo lungo e dettagliato in cui Prato racconta di nutrire il desiderio di diventare donna e le liti con la famiglia che non vedeva la cosa di buon occhio. Nessun accenno nelle sue parole per il delitto appena compiuto, nessuna frase spesa per la vittima, Luca Varani.