Sofia, la giovane 20enne ex fidanzata di Gabriele Defilippi, continua a mostrarsi incredula di fronte al coinvolgimento del giovane nel delitto di Gloria Rosboch. In collegamento con la trasmissione Pomeriggio 5, la ragazza avrebbe raccontato del suo rapporto con il presunto assassino della professoressa Rosboch, commentando poi un video trasmesso e che immortalava il giovane in discoteca. “Andava in discoteca solo con i suoi amici. Lui andava a divertirsi e io a casa ad aspettarlo”, ha commentato Sofia, svelando la grande gelosia di Gabriele nei suoi confronti al punto da farle spesso scenate per paura che lei lo potesse tradire. Sofia ha poi commentato anche le dichiarazioni sul fratello minore di appena 13 anni di Gabriele, secondo il quale quest’ultimo avrebbe spesso picchiato la madre, Caterina Abbattista, anche lei in carcere per concorso in omicidio. La giovane, tuttavia, avrebbe ammesso di non aver mai visto il suo ex picchiare la donna, ma solo trattarla male verbalmente. Infine, nel corso del suo intervento, ha ribadito ancora una volta: “Non pensavo fosse così, non pensavo fosse un assassino”.



Il giallo di Gloria Rosboch continua a regalarci nuovi dettagli clamorosi soprattutto in riferimento a Gabriele Defilippi, il giovane 22enne in carcere con l’accusa di aver ucciso la professoressa di Castellamonte. Nel corso della nuova puntata odierna di Pomeriggio 5, in collegamento con lo studio del programma è intervenuta nuovamente Sofia, ex fidanzata di Gabriele. Durante la trasmissione sono stati trasmessi e commentati alcuni messaggi scambiati su Whatsapp dai due ex fidanzati, a partire dal principio della loro conoscenza, nei quali il presunto assassino di Gloria Rosboch illudeva Sofia facendole credere di essere la donna della sua vita. Interessante il messaggio del 24 ottobre 2014, giorno in cui Gabriele si fece consegnare da Gloria i famosi 187 mila euro della truffa. A Sofia, lo stesso giorno il ragazzo scrisse di essere molto contento in seguito ad una vincita di mille euro al gratta e vinci. Si trattava dell’ennesima bugia? Ancora bugie anche in riferimento alle sue condizioni di salute: poco dopo il delitto della professoressa Rosboch scrisse alla fidanzata di non potersi vedere a causa di problemi di salute e di una “biopsia dei tessuti per via della predisposizione genetica al melanoma” alla quale avrebbe dovuto sottoporsi. Ascoltato poi nuovamente l’audio del messaggio nel quale Gabriele invitava Sofia a non farsi più viva: “Io insistevo per vederci ma lui mi diceva che stava male, che aveva problemi ma io volevo stargli vicino”, ha commentato la ragazza a Pomeriggio 5. Infine, un appello della conduttrice affinché qualcuno possa darle un lavoro: “Lei ha paura di essere discriminata per essere stata la fidanzata di Gabriele e teme che nessuno le offrirà più lavoro”, ha spiegato Barbara d’Urso.



Il merito al caso di Gloria Rosboch, è intervenuta anche la madre della professoressa, in un’intervista rilasciata a CorriereTv. L’anziana donna si è espressa con parole durissime sul conto di Gabriele Defilippi, dopo aver appreso l’intenzione del suo legale di sottoporlo a perizia psichiatrica: “Vorrei solo vederlo in galera e che non esca mai di là perché non è matto. La persona matta fa quell’atto in cinque minuti in cui dà i numeri”. Come sottolinea la signora Rosboch, Gabriele Defilippi aveva ampiamente premeditato il delitto di Gloria andando due giorni prima anche sul luogo dove poi l’avrebbe nascosta con la complicità dell’amante Roberto Obert. Immensa anche la rabbia dell’anziano padre, mentre la donna ricorda con dolore il secondo importante lutto della sua vita, dopo quello della madre avvenuto 18 anni fa. La signora Rosboch, infine, si augura che anche Gabriele Defilippi faccia la stessa fine di Gloria: “Che trovi qualcuno che lo strangoli in macchina e poi lo butti nel pozzo, ancora vivo se possibile”.



Spunta un nuovo giallo nel caso di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte per il cui omicidio sono in carcere Gabriele Defilippi, il suo complice ed amante Roberto Obert e la madre Caterina Abbattista. Quest’ultima, sin dal suo coinvolgimento nel caso della professoressa e dalle sue prime dichiarazioni ai magistrati, aveva sempre fatto intendere di svolgere il lavoro di infermiera presso l’ospedale di Ivrea. Queste erano anche le notizie finora diffuse dai media in merito alla donna e madre di Gabriele, in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Stando a quanto reso noto da RaiNews, tuttavia, Caterina non avrebbe mai lavorato come infermiera presso l’ospedale di Ivrea e a precisarlo è oggi la stessa struttura: “La signora Caterina Abbattista non è iscritta all’Albo degli Infermieri della Provincia di Torino, tenuto dal collegio stesso (Ipavsi, n.d.r) né comunque lavora presso la struttura ospedaliera di Ivrea”. Ha mentito, dunque, quando sosteneva di essere stata al lavoro nel giorno del delitto di Gloria Rosboch, lo scorso 13 gennaio, e di aver timbrato l’ingresso alle ore 14:47 per poi uscire dalla struttura ospedaliera solo alle 22:55?

Dopo una giornata di ricerche della pistola di Gabriele Defilippi, il caso di Gloria Rosboch ancora non prende la giusta via per la soluzione definitiva: rimane il fatto della morte e il coinvolgimento di Gabriele, dell’amante Roberto Obert e della madre Caterina Abbatista. Ma le vere responsabilità ancora non si sanno in un gioco di depistaggio che non fa che il male per la stessa memoria di Gloria e per la sua famiglia: questa mattina su Vanity Fair appare una intervista ad un amico di infanzia di Gabriele che lo descrive in maniera schietta e senza giri di parole. «Perfido, ma incredibilmente persuasivo», si conoscono da quando hanno 15 anni e all’inizio si odiavano: «Defilippi era un pr e in quegli anni si vestiva da ragazza, lo odiavo perché mi aveva fatto sbattere fuori da una discoteca e picchiato per una faccenda di razzismo. Non ci siamo visti per mesi poi l’ho ribeccato in disco ed era cambiato, faceva l’amicone, era vestito da uomo e parlava continuamente di una fidanzata che aveva a Firenze. Io sono uno che dimentica, così abbiamo cominciato a sentirci e siamo andati anche in vacanza a Nizza insieme», continua questo amico con nome immaginario di Marco. Ma è sulla incredibile capacità di affabulazione di Gabriele che insiste questo ragazzo: «Aveva un modo di fare molto accattivante, anche gli amici comuni e lui ne aveva tanti, dicevano che percepivano la sua cattiveria ma che si lasciavano lo stesso coinvolgere da lui e dalle sue iniziative. Raccontava un sacco di bugie ma ho saputo che lo erano solo dopo il delitto: credevo potesse fare grandi cose, era capace».

Sarebbe risultato vano il tentativo di Roberto Obert, amante di Gabriele Defilippi ed in carcere con l’accusa di averlo aiutato ad uccidere Gloria Rosboch, di aiutare gli inquirenti nel ritrovamento della pistola. L’uomo aveva dichiarato nel corso dell’interrogatorio di aver nascosto l’arma, appartenente a Gabriele ma affidatagli dopo il delitto della professoressa, sotterrandola in un bosco nel Canavese. Obert, dopo aver lasciato il carcere di Ivrea ed insieme alle Forze dell’Ordine, si sarebbe recato ieri nel luogo precedentemente indicato agli inquirenti, dove sarebbe rimasto per ben cinque ore dando indicazioni sul luogo preciso dove avrebbe asserito di aver sepolto l’arma. Secondo quanto reso noto dalla trasmissione Pomeriggio 5, nella puntata di ieri, il complice nel delitto di Gloria Rosboch avrebbe delimitato una zona più precisa rispetto alle precedenti visite ma la pistola non sarebbe comunque stata rinvenuta. Gli inquirenti torneranno nella frazione di bosco indicata da Obert nei prossimi giorni e questo sembra essere il nuovo obiettivo in merito al giallo della professoressa. Ma come mai si sta dando grande importanza all’arma appartenuta a Gabriele ma non usata per uccidere Gloria Rosboch? Il suo ritrovamento potrebbe aprire nuovi scenari sull’omicidio della professoressa in quanto il suo ritrovamento andrebbe a dare maggiore credito alle parole di Obert. Anche per tale ragione, come annunciato nel corso della trasmissione di Canale 5, solo in seguito al ritrovamento dell’arma il procuratore avrebbe intenzione di sentire nuovamente non solo Roberto Obert – il quale si sarebbe dimostrato sin da subito collaborativo con gli inquirenti – ma anche Gabriele Defilippi e la madre Caterina Abbattista. Non solo: il ritrovamento della pistola potrebbe portare alla risoluzione di un altro giallo nel giallo: quello relativo alla morte di Pierpaolo Pomatto, 66enne della provincia di Torino, ucciso con un colpo di arma da fuoco alla nuca pochi giorni dopo il delitto di Gloria Rosboch e ritrovato cosparso di banconote finte, le medesime che potrebbero essere state bruciate da Obert, come da lui stesso dichiarato. Il ritrovamento dell’arma potrebbe chiarire anche quest’altro mistero: Gabriele ed il suo amante si sono resi partecipi di un secondo delitto? E proprio sulla pistola, nei giorni scorsi sono emerse le dichiarazioni shock che il fratello minore, appena 13enne, di Gabriele avrebbe fatto al cospetto degli inquirenti nel corso di circa sei ore di interrogatorio blindatissimo ed in presenza di uno psicologo: “Gabriele possedeva delle armi: aveva 2 pistole e parlava spesso di armi al telefono con i mafiosi. Mi fece vedere la pistola tipo Beretta, lui dormiva con la pistola sotto il cuscino”.