Poche ore prima che il giovane 23enne Luca Varani venisse ucciso nell’appartamento del Collatino, nella periferia di Roma, da Manuel Foffo e Marco Prato, un’altra persona avrebbe frequentato la medesima casa. Il testimone in questione avrebbe raccontato agli inquirenti, come riportato dal sito di TgCom24, cosa sarebbe accaduto al suo arrivo: “Appena sono entrato nell’appartamento di Foffo mi hanno offerto due volte un bicchiere con un superalcolico e poi anche cocaina, io ho rifiutato. Poi li ho sentiti dire ‘tanto con lui non dovevamo fare nulla’”. Il testimone in questione sarebbe un ragazzo romano di 34 anni. Poco dopo la sua presenza, sarebbe arrivato nel medesimo luogo anche Luca Varani, incontrando la morte nel modo più barbaro, dopo essere stato vittima di numerose sevizie.
Dopo le dichiarazioni messe a verbale da parte di Marco Prato e che accuserebbe l’amico Manuel Foffo dell’omicidio di Luca Varani, limitando così il suo ruolo nel terribile delitto avvenuto lo scorso 4 marzo nella periferia di Roma, proprio il secondo reo confesso avrebbe fornito una versione “nettamente in contrasto”. Lo riporta oggi Il Fatto Quotidiano, secondo il quale stando al racconto di Foffo, i suoi ricordi su quanto accaduto nella sua abitazione sarebbero molto frammentari e confusi. A dispetto di quanto raccontato dall’amico Marco, Manuel avrebbe smentito la sua attrazione per gli uomini ammettendo come prima dell’arrivo di Luca, nei tre giorni di pura follia a base di alcol e droga, avrebbe avuto con Prato solo un rapporto orale, proprio a causa delle sostanze assunte da entrambi. Foffo, inoltre, avrebbe affermato di non saper spiegare il travestimento femminile di Prato. Nel nuovo interrogatorio che Foffo avrebbe chiesto nella giornata di ieri con il pm in carcere, avrebbe asserito di sentirsi “minacciato da Prato”.
Emerge oggi la ricostruzione di quanto sarebbe accaduto nell’abitazione di Manuel Foffo, uno dei killer di Luca Varani, nella giornata dello scorso venerdì 4 marzo, quando il 23enne raggiunse i suoi aguzzini nelle prime ore del giorno rispondendo così alla promessa di soldi facili, 150 euro. A fornire un quadro delle ultime ore di vita di Luca è stato il Corriere della Sera, ripreso da Il Fatto Quotidiano online, partendo dal coinvolgimento nel party a base di droga anche di Varani, insieme a Manuel Foffo e a Marco Prato. Quest’ultimo in particolare, lo avrebbe accolto travestito da donna, con parrucca, tacchi a spillo e smalto alle unghie. A raccontare il motivo del suo look femminile sarebbe stato lo stesso Prato, il quale avrebbe asserito, rivolgendosi a Manuel: “Voleva che fossi la sua bambolina”. Agli inquirenti Prato avrebbe raccontato come la follia omicida sarebbe sorta nell’amico Foffo dopo che Luca iniziò a sentirsi male in seguito all’assunzione di alcol misto a farmaci. Per Marco, l’amico iniziò ad avere “un improvviso e insensato odio e repulsione verso Varani”. Sempre secondo le dichiarazioni del trentenne e messe a verbale, anche la ricerca di una preda sarebbe da attribuire alle fantasie di Manuel Foffo, minimizzando così il proprio ruolo nel terribile delitto del giovane Luca Varani e descrivendosi anch’esso come una vittima del secondo aguzzino.
Sarebbero passati sette uomini, tra cui la vittima Luca Varani, nell’appartamento al decimo ed ultimo piano di Via Igino Giordani, nella periferia di Roma prima del delitto. Tra questi, ci sarebbe stato anche un militare. Sono queste le ultime clamorose notizie diffuse oggi da Il Corriere della Sera, secondo il quale oltre a Varani ed ai suoi due assassini reo confessi, Manuel Foffo e Marco Prato, avrebbero partecipato al festino a base di alcol e droga anche Giacomo, un romano residente a Roma e che proprio nei giorni scorsi sarebbe stato sentito dagli inquirenti, ma anche un tale “Alex Tiburtina”, il militare in questione il cui contatto era memorizzato così sul cellulare di Foffo ed un altro misterioso personaggio del quale non si hanno ulteriori notizie. Come già annunciato ieri, gli inquirenti sarebbero anche sulle tracce di una ragazza, che non avrebbe nulla a che vedere con il festino né con il delitto di Luca Varani ma che potrebbe fornire utili informazioni sulla vittima, nelle ore precedenti al suo arrivo in casa di Foffo. La 25enne in questione, avrebbe conversato con Luca mentre erano entrambi a bordo del treno Viterbo-Roma e quasi sicuramente potrebbe essere l’ultima persona con la quale il 23enne avrebbe parlato prima di recarsi nell’attico dove poi sarebbe morto, seviziato dai due trentenni.
Sul caso Luca Varani, il delitto orrendo di Roma in via Giordani, emergono i motivi della convalida per l’arresto dei carnefici, Manuel Foffo e Marco Prato: soprattuto si scopre come in realtà la mancanza di premeditazione si dettata solo dal fatto che le divergenze importanti tra le due versioni impediscono un chiaro giudizio sulle varie premeditazioni dei due ragazzi. Ma ecco le parole del gip Riccardo Amoroso svelate dal Corriere questa mattina: «la fredda ideazione, pianificazione ed esecuzione di un omicidio efferato, preceduto da sevizie e torture, senza altro movente se non quello apparente di appagare un crudele desiderio di malvagità», ed ecco dunque il movente secondo l’accusa che spiegherebbe il deprimente omicidio di Luca. Un movente particolare, non certo “solito” e che getta molti dubbi sul futuro di questi due ragazzi nel processo che si terrà nei prossimi mesi: al momento, non ci sono altre piste reale e questa sembra la più probabile. Anche se è la più disumana.
Una supertestimone potrebbe fornire dettagli importanti agli inquirenti, al fine di ricostruire le giornate di follia di Manuel Foffo e Marco Prato e culminate con il massacro di Luca Varani. Sarebbe questa l’ultima novità sul giallo del 23enne ucciso dai due trentenni reo confessi nella periferia di Roma. La supertestimone sarebbe una 25enne, bionda, la quale avrebbe incontrato Luca Varani sullo stesso trenino metropolitano la mattina dello scorso venerdì, ignorando di stare andando all’appuntamento con la morte. Secondo quanto rivelato da AdnKronos, Luca Varani avrebbe preso il treno dalla stazione di La Storta con l’intento di recarsi nell’appartamento dell’orrore in via Iginio Giordani. Tutto sembrerebbe ruotare al momento attorno alla figura della possibile supertestimone, ma gli inquirenti sarebbero sulle tracce di almeno altre tre persone, le quali avrebbero frequentato la stessa abitazione, destinata a diventare il luogo del delitto, nelle 48 ore precedenti all’omicidio di Luca Varani, quando i due trentenni reo confessi erano sotto effetto di droga e alcol. Nonostante Foffo e Prato avessero cercato la loro “preda” nei due giorni precedenti, il pm Scavo non avrebbe riconosciuto l’aggravante della premeditazione, contestando ad entrambi l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà. Da quanto emerso, inoltre, i due trentenni dopo l’omicidio di Luca Varani avrebbero dormito abbracciati nel medesimo letto mentre non è ancora chiaro se ci siano stati o meno rapporti intimi tra i due. Nel pomeriggio di ieri Foffo avrebbe rivelato l’intenzione di parlare nuovamente con il pm e presto potrebbero quindi giungere importanti dichiarazioni spontanee. Intanto, alla trasmissione di La7, Tagadà è intervenuto un amico di Luca Varani, Federico, conosciuto tre anni fa. “Era un ragazzo molto di cuore, anche molto ingenuo perché facile preda da adescare. Spesso senza soldi e quindi magari attratto dall’opportunità di un guadagno facile promesso e poi non mantenuto”, ha dichiarato. L’amico avrebbe smentito le indiscrezioni sul conto di Luca Varani e sui motivi che lo avrebbero spinto ad andare incontro alla morte, ipotizzando l’ipotesi della droga, dello spaccio. “Escludo sia andato per altro”, ha chiosato.