Ci sarà un momento di preghiera il prossimo 17 marzo, a un anno dall’omicidio di Trifone e Teresa, per il quale è accusato il militare Giosuè Ruotolo. Ad annunciarlo sono i genitori di Teresa Costanza, fidanzata di Trifone Ragone, alla trasmissione di Rete 4 Quarto Grado. I genitori della ragazza uccisa si avvicinano così all’anniversario della morte dei due fidanzati e raccontano di non sentirsi sollevati dopo l’arresto nei giorni scorsi del commilitone di Trifone. Il padre di Teresa afferma: “Siamo sconvolti perché la conferma che era un amico di Trifone e che ha portato la bara di Trifone sulle spalle e che ci è venuto a confortare è una ferita che si apre di più. A Rosaria (la fidanzata di Giosuè, ndr) direi che al posto di lamentarsi che la gente la guarda con occhio diffidente sarebbe buono andare dagil inquirenti e dire la verità. Fa ancora più rabbia sapere che il movente sia stato un futile motivo. Teresa la ricordiamo da piccola e da grande, una vita vissuta sempre in maniera allegra e solare, era una ragazza studiosa”. E la madre della ragazza aggiunge: “Il dolore che proviamo è incolmabile, è indescrivibile, pensiamo che sia stato Giosuè ad ucciderli. Quel giorno è un po come se fossimo stati uccisi anche noi e il prossimo 17 marzo ci sarà una Messa nel piazzale dove è accaduto l’omicidio e ci raccoglieremo in preghiera”. (clicca qui per vedere il video)



Oltre alle telecamere che avrebbero immortalato Giosuè Ruotolo, il militare 26enne campano, in carcere dallo scorso lunedì con l’accusa del duplice omicidio di Trifone Ragone e di Teresa Costanza, ci sarebbe un ulteriore elemento che avrebbe incastrato il giovane di Somma Vesuviana e la sua fidanzata. Anche Rosaria Patrone, ai domiciliari per favoreggiamento, avrebbe giocato un ruolo importante nel giallo relativo al delitto avvenuto quasi un anno fa nel parcheggio della palestra di Pordenone. Insieme al fidanzato Giosuè Ruotolo, infatti, avrebbe contribuito alla realizzazione di un finto profilo su Facebook chiamato Anonimo Anonimo e dal quale sarebbero partiti i messaggi a Teresa. E’ quanto reso noto dal quotidiano online Il Messaggero, che mette in luce il tentativo dei due indagati arrestati nei giorni scorsi di separare Trifone e Teresa utilizzando una finta amante di nome Annalisa. Un nome scelto non a caso in quanto il medesimo di una ex fidanzata del militare ucciso lo scorso 17 marzo. I messaggi inviati al profilo Facebook di Teresa dall’utente anonimo iniziarono il 26 giugno del 2014 per poi terminare dopo quasi un mese, l’11 luglio. Il Messaggero ha reso noto anche il contenuto delle cattiverie che Giosuè Ruotolo e Rosaria avrebbero inventato pur di mettere in dubbio la fedeltà di Trifone. “Ciao, mi chiamo Annalisa penso che tu sei la ragazza di Trifone. Volevo dirti che il tuo ragazzo si sta vedendo ancora con me, io ci sto perché mi piace molto… tu sei una bella ragazza ma evidentemente sono più bella io”. Con queste parole sarebbe iniziato il tentativo di dividere i due bellissimi fidanzati. “Ti sto solo avvisando, se parli con lui io nego tutto perché abbiamo fatto varie cose insieme e non voglio perderlo. So che vivete e andate in palestra insieme e che adesso sta a Bari… apri gli occhi che non ti conviene stare con lui”, avrebbe ancora aggiunto la finta amante del militare. Teresa avrebbe replicato solo a distanza di giorni, chiedendo alla presunta Annalisa di dimostrare quanto da lei scritto in precedenza: “Quando vi siete visti l’ultima volta?”. Secondo la famiglia di Trifone, intervenuta nei giorni scorsi a Pomeriggio 5, i due fidanzati uccisi avrebbero scoperto il tranello della chat anonima messo in piedi da Giosuè Ruotolo e da Rosaria Patrone. Quest’ultima, il prossimo lunedì è attesa a Pordenone, dove sarà sottoposta all’interrogatorio di garanzia. Si avvarrà anche lei – come già accaduto per Giosuè Ruotolo – della facoltà di non rispondere?



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