Parlano i legali di Massimo Bossetti e della famiglia Gambirasio e di Bossetti dopo l’udienza di ieri durante la quale è stato interrogato l’imputato dell’omicidio di Yara. Il video con le dichiarazioni degli avvocati sulla deposizione in aula di Bossetti è stato pubblicato dalla trasmissione di Rete 4 Quarto Grado. Andrea Pezzotta, avvocato della famiglia Gambirasio afferma: “Bossetti sostiene di aver risposto alla moglie e che si sbaglia lei quando dice che non le ha raccontato cosa ha fatto quella sera. Penso che sia una dichiarazione inattendibile visto che la moglie è tornata nei mesi successivi a chidergli che cosa aveva fatto quella sera. Bossetti non è che non ricorda cosa ha fatto quella sera ma non lo può dire”. Risponde Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti: “Quando uno ha una vita normale può capitare che non ricordi cosa ha fatto una sera. Dell’imputazione non interessa a nessuno, è stata un’udienza inutile con domande inutili” (clicca qui per vedere il video) 



Ha risposto all’interrogatorio ieri nel processo sul delitto di Yara Gambirasio Massimo Bossetti, imputato con l’accusa di aver ucciso la 13enne. E ha respinto le accuse, sostenendo “di essere in carcere ma di pagare per altri”. La trasmissione di Rete 4 Quarto Grado ricostruisce la deposizione di Massimo Bossetti. Il muratore risponde alle domande: dalle presunte ricerche sul computer sulle 13enni alle presunte mail inviate alla moglie a sfondo sessuale, dalle discussioni con i genitori su Giuseppe Guerinoni fino ai sospetti nei confronti di Massimo Maggioni (il collega di lavoro, ndr). Sulle domande sul motivo per cui Yara sarebbe stata uccisa dice: “Come posso saperlo. L’omicidio è stato fatto per mettere nei guai me. Presumo che chi ha fatto male a questa ragazza non possa essere stato solo, penso che siano stati in due”. E sul perché avesse avuto paura quando è stato arrestato risponde: “Ho avuto paura per il modo in cui sono stato arrestato: ero nel cemento e vedo la polizia che si precipita nel cantiere, non faccio in tempo a uscire da dove stavo lavorando e mi fanno inginocchiare e mi mettono le manette. Ho avuto paura perché non mi è stato detto il motivo per cui mi stavano arrestando, stavo svenendo”. (clicca qui per vedere il video)



Accuse da Massimo Bossetti al papà di Yara Gambirasio ieri nell’interrogatorio del muratore nell’ambito del processo a suo carico per l’omicidio della 13enne. Bossetti ha respinto tutte le accuse, sostenendo che il dna non sia il suo e di non aver mai fatto ricerche su internet sulle 13enni. E ha puntato il dito contro i papà della ragazzina uccisa, Fulvio Gambirasio, secondo quanto riportato da il Giornale: “Massimo Maggioni mi ha detto che era il papà della povera Yara. E io ho pensato ‘ma cosa ci fa qua?’. C’erano ancora le gazzelle dei carabinieri in giro a cercare la figlia e lui era al lavoro. Non mi è sembrato normale. Io mi sarei comportato diversamente da lui, sarei andato in giro con i carabinieri e la protezione civile a cercare mia figlia. Mia figlia è mia figlia al diavolo il lavoro. Ho pensato ‘questo non é un papà normale”. E su Yara ha aggiunto: “Rivolgo un pensiero a Yara tutte le sere, prego per lei e per la sua famiglia tutte le sere. L’hanno strappata dalla sua innocente quotidianità”.



Sorprese si attendevano e sorprese ce ne sono state per il secondo interrogatorio a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Il processo con l’imputato alla sbarra, parte seconda, ha rivelato parecchi punti interessanti ma il primo e decisivo è stata la ferrea e netta negazione del muratore su tutti i fronti delle accuse finora rivolte contro di sé: «con il computer? totalmente negato; le ricerche sulle ragazzine? Non sono mie e neanche di mia moglie. Il dna? Non mi appartiene, è un snd strampalato», e così via, lo show di Bossetti che si sente vittima di un processo realmente più vicino a quello kafkiano che altro. Il carpentiere in sede processuale ieri pomeriggio ha risposto con qualche “non ricordo” di troppo alle domande del pm Letizia Ruggeri e rimanendo sopratutto ancora senza alibi. «Mi ricorderei quel giorno se solo fosse successo un evento specifico. Quel giorno lo ricorderebbe bene il colpevole, io da innocente, non riesco». Davanti poi alle domande dei suoi legali, Massimo Bossetti si lascia andare e tra qualche lacrima arriva a scoppiare esclamando, “se uno è innocente, su che cosa deve cedere? Ho ricevuto pressioni da tutti e i giorni di isolamento mi hanno distrutto”, afferma con dolore il muratore finora unico accusato sul caso Gambirasio. Bossetti racconta di essere rimasto in vita solo perché aveva la foto della famiglia in cella e il finale lo dedica alla piccola Yara: «non c’è sera che non preghi per Tara, lei ha pagato con la vita: è stato una brutalità che le ha strappato la sua innocente quotidianità». Risultati? Nelle prossime ore e settimane ovviamente ci saranno le contromosse dell’accusa ma al momento sembra più un punto segnato dalla difesa che non dall’accusa, anche per la prova regina del dna rimane quella con più dubbi che certezze.