Con Angelo Ferro, scomparso ieri nella sua Padova a 79 anni, se ne va un italiano molto speciale nella sua universalità. Un imprenditore di successo globale, nel campo delle tecnologie alimentari, a lungo leader degli industriali della sua provincia. Un uomo d’azienda dall’autorevolezza costantemente cercata ai vertici di banche come l’Ambroveneto, di assicurazioni come la Cattolica, di grandi editori come Rcs e Sole 24 Ore (di cui è stato uno degli inventori assieme a Gianni Locatelli) Un economista (a lungo ordinario all’università di Verona) sempre molto attento alle problematiche dello sviluppo: nei paesi emergenti (Ferro è stato amico personale del Nobel Amartya Sen e come lui teorico della capability) non meno che in quelli della sua Europa (ultimi solo in termini temporali i suoi interessi scientifici per la sharing economy e per la finanza etica).



Cattolico cresciuto nel solco del Concilio, Ferro  ha condiviso una fraternità di fede e pensiero con il Cardinale Carlo Maria Martini. Rilanciando l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, dopo il giro di boa del millennio, ha rinnovato la testimonianza laica della dottrina sociale della Chiesa come cultura della persona umana: accettando tutte le sfide del vento ultra-liberista e rinunciando sempre a ogni pretesa di accentuare l’esperienza Ucid in ambito ecclesiale.



Ma ciò per cui Ferro sarà ricordato e’ l’Opera dell’Immacolata Concezione: milestone della sussidiarietà in Italia, come  via maestro di progresso della democrazia reale e del talento scientifico e imprenditoriale al servizio delle comunità.

Giusto sessant’anni fa un giovane sacerdote padovano (don Antonio Varotto) e Nella Berto, attiva nel laicato locale, fondarono una piccola casa d’accoglienza per domestiche. Ferro, studente universitario, figlio dell’allora Rettore dell’ateneo padovano, assunse da subito la presidenza. Oggi l’Opera – dall’originario Centro Nazareth di Padova – è un network di residenze per anziani che oggi ospita tremila anziani nel Veneto. Al centro la Civitas Vitae, un polo unico in Europa nell’integrare le migliori pratiche di aiuto alla longevità con l’inclusione a 360 gradi (giovani con anziani, persone con diversi gradi di abilità negli ambiti più divrersi non ultimo quello dello sport para-olimpico che ha ormai trovato alla Mandria, alle porte di Padova, uno dei suoi hub internazionali).



Lascia un grande vuoto, Angelo Ferro, ma anche una grande eredità a disposizione di tanti. Un’eredità di bene comune fatto, moltissimo; di progetti che non potranno non essere realizzati; di parole dette e scritte per essere ricordate, studiate, bene utilizzate.

(Antonio Quaglio)