In questo momento a Presa Diretta si discute del Sofosbuvir, il farmaco anti-epatite C. La malattia interessa l’80% dei malati in Italia che rientra uno dei maggiori Paesi colpiti dall’epatita C. Si parla di una stima molto controversa, in quanto non esiste un registro ufficiale in grado di dire quanti siano in tutto i malati di epatite C. Si parla di un dato riportato da fonti autorevoli nel 2014 che parlava di 2 milioni di malati, fino ad arrivare ad una stima dell’ultimo anno che invece parla 180 mila ammalati. Ma quindi quale è il dato reale? Impossibile da dire. Invece il costo del trattamento, come evidenziato nell’inchiesta del programma di Rai 3, si aggira ad una cifra di 15 mila euro. Una somma che per la regione Toscana era ancora eccessiva, motivo che l’ha spinta a fare una gara d’appalto per ottenere un prezzo più basso. 



-È partito poche settimane fa in India il processo che dovrà stabilire se la Gilead, azienda produttrice del Sofosbuvir, il costosissimo farmaco in grado di curare l’epatite C, ha diritto o meno a depositare il brevetto del medicinale rendendolo di fatto di sua proprietà. L’opposizione sollevata dagli avvocati della Initiative for Medicines, Access & Knowledge (I-MAK) insieme al Delhi Network of Positive People (DNP+), come riporta la versione online de “La Repubblica” è che il farmaco non sia “scientificamente innovativo” e dunque non debba essere brevettato in India. Una vittoria del fronte opposto alla Gilead aprirebbe la strada ai ricorsi in molti altri Paesi ed è per questo che Medici Senza Frontiere, che da sempre fa ampio utilizzo di farmaci generici, sottolinea che la presenza di brevetto “lascia circa 49milioni di persone in questi paesi – ovvero più del 40% di tutte le persone affette da epatite C nel mondo – senza accesso a questo farmaco“. La speranza è che la decisione del tribunale consenta a tutti di accedere alle cure consentite dal Sofosbuvir.



-Il recente farmaco antivirale noto con il nome Sofosbuvir è al centro dell’inchiesta realizzata da “Presa Diretta“, il programma di Rai Tre in onda oggi, domenica 13 marzo 2016. Sofosbuvir ha come obiettivo principale quello di inibire un enzima in particolare, ossia l’RNA polimerasi RNA-dipendente, fondamentale per favorire la replicazione dell’agente patogeno che causa l’epatite C. Il termine Sofosbuvir rappresenta il principio attivo presente nel farmaco, mentre il nome commerciale di questa medicina è SOVALDI®, ed è presente sul mercato farmaceutico sotto forma di compresse da 400 mg. Vi è una grande differenza tra l’uso dei farmaci precedenti e di Sofosbuvir, in quanto quest’ultimo ha la capacità di agire direttamente sul virus che causa la malattia debellandolo completamente ed eliminando la probabilità che esso si possa replicare in seguito. Si ha però la possibilità di combinare questo farmaco con altri medicinali aumentando la possibilità di eliminare il virus in modo definitivo dall’organismo. Sofosbuvir infatti non può essere preso da solo, ma sin dall’inizio del trattamento deve essere associato all’interferone pegilato o la ribavirina senza essere interrotto nè diminuito.



Il Sofosbuvir può essere assunto solo dopo prescrizione medica e la terapia deve essere seguita da un medico specializzato in pazienti con epatite C. Di solito la dose consigliata è quella di una compressa al giorno da ingerire insieme al cibo. Siccome esistono diversi genotipi del virus, anche la cura con questo medicinale sarà variabile a seconda del ceppo esistente nel corpo del malato. Sofosbuvir, prima di essere immesso sul mercato farmaceutico è stato sottoposto a ben 4 studi effettuati su un numero di 1305 pazienti aventi l’epatite C. Da ciò è stato dimostrato che in tutti i casi esaminati, dopo 12 settimane nelle analisi del sangue non erano più visibili le tracce di questo virus. Inoltre, altri studi hanno dimostrato che l’assunzione di questo farmaco insieme alla ribavirina, in tutti quei pazienti che avevano subito un trapianto di fegato, determina una diminuzione delle probabilità di contrarre il virus dell’epatite nel nuovo organo trapiantato.

Sul mercato è dunque disponibile questo nuovo farmaco, Sofosbuvir, in grado di curare una malattia che fino a poco tempo fa era considerata mortale. Si potrebbe affermare che Sofosbuvir non cura l’epatite C, bensì la guarisce nella maggioranza dei casi. A tali cure si è giunti dopo anni di lavoro, di ricerca e con milioni di soldi investiti, ma il business che deriverà dalla vendita del medicinale farà rientrare nelle casse della ricerca i soldi precedentemente investiti. Basti pensare che una cura completa con questo farmaco che duri circa un mese e mezzo costa circa 80 mila euro! Nel nostro Paese, i pazienti affetti dal virus dell’epatite C sono all’incirca un milione: sebbene l’Agenzia italiana del farmaco abbia accettato l’utilizzo del farmaco, purtroppo non si hanno a disposizione i soldi per poterlo acquistare! Gli ospedali non hanno ottenuto gli stanziamenti utili per procede all’acquisto e chi ha disponibilità economica di reca a Oslo, Ginevra, San Marino o il Vaticano e l’acquista. Il farmaco Sofosbuvir è stato realizzato dalla casa farmaceutica americana Gilead che per il momento ha stipulato un contratto con l’Aifa garantendo l’erogazione del farmaco solo per una parte di pazienti affetti da questa patologia in base alla gravità del caso. Il prezzo che lo Stato dovrà pagare all’azienda farmaceutica non è ancora stato stabilito in quanto dipenderà dall’efficacia della medicina e dalle valutazioni dei pazienti che l’avranno assunto.