Dopo anni di battaglia sulla pillola del giorno dopo, ovvero il farmaco di contraccezione posteriore ad un rapporto, l’Agenzia del Farmaco ha ottenuto la “vittoria” sul regolamento vigente fino a ieri: da ora in poi non sarà più necessario l’obbligo di ricetta per tutte le maggiorenni che richiederanno  la pillola del giorno nelle farmacie e ospedali. Dopo 16 anni di battaglie e polemiche – che di certo non finiranno dopo questa decisione a suo modo storica – per acquistare la pillola del giorno dopo non servirà più la prescrizione del medico, anche se per ora rimane il limite per i minorenni. Lo ha deciso l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che con un determina pubblicata il 3 marzo sulla Gazzetta ufficiale ha abolito l’obbligo di ricetta per il Norlevo, il farmaco contraccettivo d’emergenza a base di levonorgestrel. «Nei casi in cui la maggiore età di chi fa la richiesta non fosse evidente, le farmacia chiederanno un documento di identità e rifiuteranno la somministrazione senza ricetta qualora la persona risultasse minorenne». Prosegue la strada verso la “liberalizzazione” delle pillole contraccettive che meriterebbe un’analisi ben più approfondita: il 26 marzo 2015 ad essere abolita era stata la ricetta per la pillola dei cinque giorni dopo, mentre un mese fa era stato modificato anche il regime prescritto di altri due contraccettivi con a base lo stesso principio di Norlevo, ma farmaci più cari. Si attendono reazioni dal mondo politico e scientifico sulla pillola del giorno, specie dalle associazioni cattoliche che in passato contestarono i vari metodi di liberalizzazione “velocizzata” della contraccezione medica. Il tema aborto e metodi contraccettivi rimane ancora un punto davvero complesso e di difficile discussione e anche in questo caso si attendono polemiche e conseguenti barricate difensive sulla scelta prodotta.



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