Sarà chiamato ad affrontare un nuovo processo, Antonio Logli, dopo l’annullamento del suo proscioglimento ottenuto un anno fa, in merito alla scomparsa della moglie Roberta Ragusa. Da oltre quattro anni non si hanno più notizie della donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero fin troppi elementi sospetti in merito alla posizione del marito Antonio Logli e che in questi anni l’uomo non avrebbe mai contribuito a chiarire. Dopo la decisione della Corte di Cassazione, molto attesa soprattutto da parte della famiglia della vittima (ormai sarebbero quasi nulle le speranze di rivedere Roberta Ragusa in vita), Roberto Cavani, avvocato difensore di Antonio Logli, non si è sbilanciato più di tanto, come riportato dal sito “Leonardo.it”. “È una sentenza che non cambia nulla rispetto alla nostra linea difensiva. Attendiamo di leggere le motivazioni della Cassazione per capire cosa abbia spinto i giudici a prendere questa decisione”, si è limitato a commentare il legale difensore del marito di Roberta Ragusa.

Con l’attesa decisione della Corte di Cassazione in merito ad Antonio Logli, si riapre di fatto il caso sulla misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. A distanza di un anno dal proscioglimento in favore del marito, le carte si ribaltano e la suprema corte, inviando nuovamente gli atti al Tribunale di Pisa, richiede un nuovo processo a carico di Antonio Logli, indagato per l’omicidio e per la distruzione di cadavere della moglie. La decisione giunta questa mattina, dopo l’udienza di circa un’ora che si è svolta ieri, è stata accolta positivamente non solo dalla famiglia di Roberta Ragusa, sparita misteriosamente nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio di quattro anni fa, ma anche dalle Forze dell’Ordine e dal procuratore di Pisa, sempre più determinato ad inchiodare definitivamente Logli, come riportato da “Leonardo.it”: “Restiamo convinti della sua colpevolezza e vogliamo poterlo dimostrare nel corso di un dibattimento”, ha dichiarato in merito al nuovo processo che lo vedrà protagonista prossimamente.

E quindi il caso Roberta Ragusa-Antonio Logli si riapre: il marito della donna scomparsa nel 2012 tornerà davanti ad un giudice per essere giudicato e processato, è stato da poco annullato il proscioglimento a suo carico. Lo ha deciso la prima sezione penale della cassazione alle 9.15 di questa mattina e a questo punto Logli torne anella bufera e dovrà ritornare davanti ad un giudice per esaminare la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura per omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie, Roberta Ragusa. Alla stampa lo ha reso noto l’avvocato Nicodemo Gentile, parte civile nel processo Ragusa per conto della assunzione in difesa dei diritti delle donne, Penelope Italia. A Pisa dunque questa mattina si riapre un caso che ha infiammato l’Italia negli anni scorsi, con il corpo della donna che ancora ad oggi non si trova e per il quale era stato indagato e per l’appunto prosciolto il marito Antonio Logli che ora però si ritrova di nuovo giudicato per il caso di omicidio e sparizione del cadavere.

Il giallo di Roberta Ragusa torna con forza al centro della cronaca nostrana, in vista dell’importante decisione che i giudici della Prima sezione penale della Cassazione saranno chiamati a prendere entro le ore 9:30 di questa mattina. Si deciderà tra poche ore, infatti, il destino di Antonio Logli dopo la richiesta di annullamento relativa al proscioglimento del marito della donna scomparsa oltre quattro mesi fa. Il 6 marzo dello scorso anno, Antonio Logli, elettricista toscano, fu prosciolto dalle accuse a suo carico relative all’omicidio ed alla distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa. Era finito con un sorriso sul suo volto – per alcuni più simile ad un ghigno di sfida – l’incubo di Logli, imputato per la scomparsa della donna, ma ora il suo destino sarebbe nuovamente ad un bivio. Nel caso in cui i giudici dovessero pronunciarsi positivamente sulla richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Oscar Cedrangolo, infatti, il caso sarebbe riaperto e l’uomo andrebbe a processo dove potrebbe rischiare anche l’ergastolo. Nel pomeriggio di ieri, poche ore dopo l’udienza tenutasi a Roma e durata in tutto circa un’ora, ad occuparsi del caso sono state le due trasmissioni delle ammiraglie Rai e Mediaset. A La vita in diretta è stata trasmessa una breve intervista al procuratore il quale ha commentato: “Vi è una serie di elementi che consentono di ritenere che purtroppo Roberta Ragusa non sia più in vita. Rimango convinto della colpevolezza di Logli, unico soggetto ad avere un interesse reale per questa tragica fine”. Le speranze che la donna sia viva, dunque, oggi sarebbero ormai nulle, anche a detta delle cugine di Roberta Ragusa, in prima linea nella battaglia per la verità, le quali sono convinte che la donna non si sarebbe mai allontanata spontaneamente. “Era doveroso essere qui, lo stiamo facendo con serenità ma c’è sempre un po’ di apprensione, dobbiamo aspettare ed essere fiduciosi. Noi vogliamo solo giustizia, vogliamo capire cosa è successo quella sera di quattro anni fa”, ha dichiarato una delle cugine in diretta tv. La stessa, poco dopo su Canale 5, nel corso di Pomeriggio 5, ha ribadito la speranza che possa venire presto alla luce la verità sulla scomparsa di Roberta Ragusa.