Mentre sembra non essere ancora chiuso il caso di Elena Ceste, viste le ultime dichiarazioni della difesa del marito Michele Buoninconti condannato i primo grado a 30 anni per l’omicidio della moglie, si conclude un altro procedimento penale a carico del vigile del fuoco. Si è chiusa infatti, secondo quanto riferisce GazzettaD’Asti.it, la vicenda legale che vedeva Michele Buoninconti imputato per l’aggressione a una troupe di Porta a Porta nel novembre 2014: la querela di parte e la richiesta di risarcimento danni sono state rimesse. L’altra vicenda giudiziaria, quella che riguarda la morte di Elena Ceste, invece paer andaer vanti. I legali di Michele Buoninconti infatti sostengono che potrebbe non essere stato lui ad uccidere la donna perché sul corpo di Elena Ceste sarebbe stata trovata una frattura che potrebbe far supporre a una caduta accidentale il giorno della scomparsa.
Prosegue il caso attorno alla morte di Elena Ceste e del marito Michele Buoninconti con una svolta possibile che potrebbe determinare la totale estraneità del marito in questo ancora insoluto caso di cronaca nera. Ad uccidere dunque potrebbe non essere stato lui, sostiene ovviamente la difesa dopo i nuovi elementi dell’indagine: il consulente di Buoninconti, riporta Repubblica, avrebbe riscontrato una importante frattura nel corpo di Elena Ceste, particolare mai evidenziato dall’autopsia, probabilmente una rottura causata da una crisi psicotica della donna. Ma cosa dicono effettivamente glia avvocati di Michele? «La frattura sarebbe compatibile con lo scivolamento e la caduta e non con l’omicidio. Inoltre sarebbero presenti fratture post traumatiche di questo tipo«. Resta dunque il dubbio, chi può aver ragione tra l’accusa, che parla di strangolamento di Elena da parte di Michele; il giudice che ha condannato Buoninconti a 30 anni di carcere per omicidio oppure proprio alla difesa che sostiene una morte per caduta accidentale il giorno in cui è scomparsa la donna. Dovunque lo si guardi, il caso è complesso e forse ben lontano da una veloce conclusione.