Paolo Calabresi a Le Iene Show porta il suo servizio ”A Verona è vietato fare l’elemosina” nei panni del vigile Otello Celletti famosissimo personaggio interpetato da Alberto Sordi in un film di Luigi Zampa del 1960. E’ probabile che la Iena si presenterà proprio dal Sindaco di Verona Flavio Tosi che ha vietato a chiunque di agevolare l’accattonaggio. I motivi pare che dietro siano più seri di quanto uno pensa, legati a un vero e proprio racket che si aggira dietro chi richiede l’elemosina e sia nato per alimentare organizzazioni malavitose e non per aiutare persone povere e in cerca di bisogno. Capiremo tramite il servizio de Le Iene Show qualcosa di più su questo argomento interessante. Clicca qui per il video di anticipazione dalla pagina Facebook del programma e per i commenti dei fan.



Non si fa elemosina, altrimenti multa di 500 euro; questo l’ordine del sindaco di Verona, Flavio Tosi, il nuovo caso che ha infiammato la politica veneta ha avuto una eco anche molto nazionale: se infatti per ordinanza comunale ora chiunque darà l’elemosina ai mendicanti rischia multe fino a 500 euro, a Milano il problema sta diventando una vera energetica. Oggi se ne parla del caso di Verona e in generale del problema elemosina a Le Iene Show; nel 2012 a Milano, con l’operazione Ade, è stata sgominata una organizzazione criminale che agiva nel racket e anche nelle ultime settimane sono spuntate possibili nuovi casi nel capoluogo milanese. Gli “schiavi” erano comprati in Romania da famiglie molto povere, che per 50 euro mettevano a disposizioni i propri famigliari, spesso minori o con gravi handicap. Più la disabilità era importante, maggiore era possibilità di guadagnare in strada: una volta conclusa la trattativa, riporta un articolo del Secolo d’Italia, vengono portati in Italia e messi per strada su rognoni descritti dagli investigatori come “carri bestiame, d’inverno gelidi e in estate torridi”. Gli uomini della Polizia hanno scoperto che ogni schiavo era obbligata a rendere almeno 30-50 euro al giorno, a seconda della zona in cui operava. Casi addirittura in cui una sola persona, una ragazza che doveva gattonare sulla metro, rendeva anche 60mila euro al mese. Il problema è serio, e la scelta di Verona fa discutere ma inquadra una tematica molto, molto profonda.



Nell’ultimo mese ha fatto molto discutere un’ordinanza emessa dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, che vieta l’elemosina per combattere l’emergenza accattonaggio che affligge la città. E’ uno degli argomenti che verranno trattati nella puntata de Le Iene Show, in onda questa sera, domenica 20 marzo 2016, su Italia 1. Il progetto promosso dal sindaco Tosi prevede il divieto di fare l’elemosina nel centro storico. La volontà del sindaco è inoltre di prevenire gli illeciti che solitamente avvengono durante le manifestazioni fieristiche promosse a Verona fino al 13 aprile ed è per questo che il provvedimento è limitato alla sola zona del centro. Il divieto di fare l’elemosina sarà infatti in vigore solo fino al 14 aprile e sono interessate tutte le zone pubbliche della città storica, a cui si aggiunge via IV Novembre e il corso Porta Nuova. Così riporta il Corriere del Veneto, sottolineando che sarà la Polizia Municipale ad assicurarsi che il divieto venga rispettato. Verranno quindi sanzionati tutti coloro che saranno sorpresi a fare l’elemosina e la multa va dal pagamento di un minimo di 25 euro ad un massimo di 500 euro.

Le somme ricavate dalle multe contribuiranno inoltre a finanziare i progetti volti a contrastare la povertà che il Comune ha già avviato in precedenza. Nell’intervista del quotidiano, il sindaco spiega che il provvedimento è stato un obbligo dovuto alla crescita del numero di persone che chiedono l’elemosina o sono semplici vagabondi, “simulando deformità e malattie, o utilizzando anziani, minori e anche animali, al fine di suscitare nei passati un maggiore sentimento di pietà e commozione“. La Polizia Municipale di Verona ha svolto un’approfondita ricerca sulle diverse figure ed ha portato alla luce un racket organizzato che sta dietro a queste azioni che fanno leva sull’umanità dei cittadini.

Il sindaco ha infatti affermato che gli individui che chiedono l’elemosina “vengono accompagnati al mattino sul luogo in cui esercitare l’accattonaggio e prelevati la sera“. Nessun contrasto con la carità nel suo specifico, ma per il sindaco è giusto che i veronesi sappiano che tutte le somme che elargiscono a questi soggetti “vengono tutti sequestrati dagli organizzatori del racket“. In un’intervista che riporta Agenzia Vista, il sindaco Tosi afferma di aver provato di tutto prima di arrivare ad un divieto così intransigente, ma nessuna azione precedente ha avuto il risultato sperato. “Abbiamo provato ad accompagnare al Comando chi era dedito all’accattonaggio molesto per sequestrare i proventi, per creare un disincentivo. Abbiamo degli Ufficiali della Municipale indagati per aver provato, in maniera corretta, garbata e gentile, di contrastare in qualche modo questo fenomeno“. Un insuccesso dietro l’altro, quindi, per il sindaco Tosi che non potendo quindi trovare una soluzione per punire chi compie l’azione illegale, ha dovuto invece rivolgersi alla controparte. Il cittadino che fa l’elemosina in questi casi, afferma ancora Tosi, “purtroppo in queste condizioni alimenta un racket e non aiuta i poveri“. Clicca qui per vedere l’intervista a Flavio Tosi