E’ fissato per domani il nuovo interrogatorio a Marc Prato, pr di eventi gay accusato insieme a Manuel Foffo di aver ucciso Luca Varani lo scorso 4 marzo nell’appartamento dello studente universitario fuori corso, alla periferia di Roma. Stando alle ultime notizie trapelate dal sito “Diario di Roma”, nelle intenzioni degli inquirenti ci sarebbe quella di far luce su una serie di elementi emersi fino a questo momento dalle indagini in corso e dagli accertamenti svolti dalle Forze dell’Ordine. Nei giorni scorsi, il pm Francesco Scavo ha già sentito Manuel Foffo mentre non era stato possibile interrogare Marc Prato in seguito ad un lieve malore che lo aveva portato ad essere trasferito nell’infermeria del carcere. Dall’interrogatorio fissato per la giornata di domani, dunque, il pr Prato potrebbe confermare quanto già raccontato dal secondo assassino di Luca Varani.
In attesa del prossimo 24 marzo, quando il Tribunale del Riesame discuterà il ricorso presentato da Marc Prato, il trentenne che insieme a Manuel Foffo si è macchiato del terribile omicidio di Luca Varani, emergono oggi novità in merito agli esami in corso da parte dei consulenti del procuratore Scavo. Stando a quanto riportato da AdnKronos, infatti, sarebbe in corso l’analisi tecnica sul pc di Prato, posto sotto sequestro dopo il suo ritrovamento nello studio legale del suo difensore. All’interno del pc potrebbero esserci informazioni importanti e dati riconducibili proprio al giorno dell’omicidio di Varani, a partire da un presunto video girato dai due assassini lo scorso 4 marzo e che potrebbe aver immortalato i momenti più tragici delle sevizie e della morte del giovane 23enne. Pasquale Bartolo, avvocato di Marc Prato, inoltre, starebbe valutando se nominare o meno un consulente tecnico al fine di far luce sullo stato di salute del suo assistito, il quale dopo essersi macchiato dell’atroce delitto insieme a Manuel Foffo, tentò il suicidio in un albergo della Capitale.
La decisione sul caso di Manuel Foffo e Marc Prato è arrivata questa mattina: per il delitto di Luca Varani, l’orrenda strage di Roma dello scorso 4 marzo, prima di Pasqua si terrà l’udienza al tribunale del riesame per Marc Prato, indagato per l’omicidio del ragazzo 23enne, con tanto di sevizie e torture. La discussione del ricordo presentato dal suo legale è stata fissata per il prossimo 24 marzo (fonte Askanews): intanto a breve ci sarà un nuovo interrogatorio proprio per Prato per cercare di trovare ancora già indizi e scoprirre punti ancora non del tutto chiari. Il difensore legge, Pasquale Bartolo, sta valutando se nominare un consulente per la perizia psichiatrica del suo assistito, dopo il presunto tentato suicidio la notte stessa dopo il delitto del giovane Varani. Intanto rimangono altre ombre sul ruolo di Manuel Prato che dopo le parole di Prato dovrà probabilmente rispondere, visto che entrambi scaricano sull’altro la colpa generale e l’impulso iniziale delle orribili sevizie.
Oltre a quello di Luca Varani, lo scorso 4 marzo sarebbe potuto esserci anche un altro nome tra le vittime seviziate e poi uccise da Manuel Foffo e Marc Prato. E’ quanto trapela dal nuovo interrogatorio ad “Alex Tiburtina” (così era stato memorizzato il suo contatto sul cellulare di Foffo), ex pugile 35enne, le cui parole sono state riportate dal quotidiano “Il Messaggero”. Alessandro M., sarebbe stato finora sentito ben tre volte e nel corso dell’ultimo interrogatorio si sarebbe lasciato andare ad uno sfogo, correggendo la sua precedente versione: “Ho temuto che volessero violentarmi”, ha asserito in merito a Manuel Foffo e Marc Prato, lasciando intendere di aver ricevuto dai due assassini di Luca Varani pesanti pressioni sessuali. La ricerca di una possibile vittima, stando alle parole dell’ex pugile, sarebbe partita ancor prima dell’arrivo di Luca Varani nell’appartamento degli orrori. Già alle 4 del mattino, il giovane scampato alle sevizie avrebbe ricevuto un sms da Manuel Foffo che lo invitava ad andare nel suo appartamento. “C’è una festa con tante caramelle, mi ha scritto. Così, visto che stavo ancora in un bar, ho preso un taxi e alle cinque ero già là, dove ho trovato anche un suo amico”, ha raccontato il 35enne. Le “caramelle” in questione facevano riferimento alla tanta cocaina di cui lo stesso ha ammesso di averne fatto uso. “Ma quelli volevano altro. Forse mi sono salvato perché gli ho fatto vedere due filmati mentre mi battevo sul ring”, ha aggiunto nel corso dell’interrogatorio. “Volevano farmi bere un cocktail e Foffo mi stava sempre alle spalle. Erano in balìa della droga. Alle otto e mezzo del mattino sono andato via”, ha poi raccontato. Le sue parole, ora al vaglio degli inquirenti, potrebbero sottolineare ancora una volta l’aggravante della premeditazione a carico di Manuel Foffo e Marc Prato. Prima di Luca Varani, è possibile che i due assassini abbiano voluto invitare altri conoscenti, con il medesimo pretesto – ipotizza l’accusa – di provare ciò che Foffo ha definito “ebbrezza di uccidere”.