Ha parlato il Ministro della Giustizia del Belgio, Koen Geens, ha ammesso che i servizi segreti non hanno funzionato e hanno commesso errori pesanti su Ibrahim Backraoui, il terrorista di Bruxelles che si è fatto esplodere in aeroporto di Zaventem. «Non c’è stata forse una trasmissione sufficientemente rapida delle informazioni proveniente dalla Turchia, anche a livello belga». Errori di polizia,errori del ministero e mancanza di coordinamento con is servizi segreti europei: per il ministro “se Backraoui era stata espulso verso l’Olanda vuol dire che dal 14 luglio 2015 ci sono stati problemi manifesti di trasmissioni di informazioni con gli ufficiali di collegamento belgi”. Ma non solo, il suddetto kamikaze morto negli attacchi di martedì scorso era stato già escluso anche dalla Turchia per ben due volte e rimandato in Belgio, a luglio e agosto scorso, con lo stesso motivo, ovvero il sospetto di “foreign fighters”.
È arrivata la sentenza poco fa dal Tribunale Internazionale dell’Aja contro l’ex generale serbo bosniaco Radovan Karadzic, dopo i fatti della Guerra in Bosnia: è stato condannato a 40 anni per genocidio nell’eccidio e pulizia etnica di Srebrenica, mentre è stato assolto dal Tribunale penale per la stessa accusa relativa agli esplodi avvenuti in una serie di villaggi bosniaci durante la guerra nella ormai ex Jugoslavia. Dunque penalmente responsabile per genocidio a Srebrenica mentre non responsabile per insufficienza di prove nell’altra accusa di genocidio che pendeva sulla sua testa. Omicidio, persecuzione e crimini contro l’umanità, questi i motivi della condanna a 40 anni per Karadzic per quanto accaduto nel tristemente celebre massacro di Srebrenica, dove 8mila civili musulmani persero la vita uccisi dalle truppe serbo bosniache.
Conclusione di un processo lungo sei anni, oggi 24 marzo 2016 si tiene la sentenza finale dei giudici del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) a carico di Radovan Karadsic, accusato di genocidio e crimini contro l’umanità e per la violazione delle leggi di guerra ai danni dei musulmani bosniaci e croati durante la sanguinosa guerra tra il 1992 e il 1995. A minuti verrà letta la sentenza del Tribunale, dopo le accuse gravissime di genocidio di 100mila vite e 2,2 milioni di profughi, per il suo ruolo nella guerra in Bosnia: l’impianto dell’accusa verte contro il defunto presidente juguslavo Slobodan Milosevic, il generale serbo Ratko Mladic e appunto Karadzic per pulizia etnica di musulmani e croati dalle aree della Bosnia. Nello specifico, Karadzic viene considerato l’ideatore del massacro di Srebrenica, dove le truppe serbo bosniache massacrarono 8mila uomini e ragazzi musulmani, con sepolcri in fosse comuni. È richiesto l’ergastolo, a breve seguirà la sentenza finale.
Sono in corso perquisizioni nel centro di Bruxelles ancora come scia dopo gli attentati di martedì: un’ampia operazione della polizia in un largo perimetro di sicurezza che è stato stabilito attorno a Chiuse d’Ixelles, una delle vie principali del centro città. Lo riporta il sito online di Repubblica con gli inviati dal luogo: secondo le prime testimonianze riportate poi anche dalla stampa locali, ci sarebbe stato un arrestato durante la perquisizione e chiusura dello spazio cittadino attorno a quella via principale. La sicurezza diventa il nuovo mantra e in questo momento purtroppo l’ansia e il panico post attacchi non lascia tranquilli, e non solo a Bruxelles: un’ora fa a Fiumicino, l’aeroporto di Roma, è stato fatto brillare il secondo zaino lasciato incustodito nel giro di due giorni. L’allarme bomba si è per fortuna risolto in un nulla di fatto, ma dà la cifra della situazione odierna in Europa con la crescente e viva allerta terrorismo.
Dopo Giorgia Meloni, anche il candidato sindaco di Roma Guido Bertolaso critica le lacrime dell’alto commissario Ue Federica Mogherini, riferendosi alle sue lacrime in conferenza stampa dopo gli attentati di Bruxelles”Trovo imbarazzante che il ministro degli Esteri dell’Ue si metta a piangere dopo un attentato del genere, il ministro, come tutta la commissione europea, dovrebbe far vedere che non abbiamo paura e che non ci facciamo intimidire”. Bertolaso ha aggiunto che adesso diranno che è un maschilista, ma si dice d’accordo con la Meloni perché piangere in pubblico è imbarazzante mentre “gli europei vogliono essere rassicurati dai propri leader.
Ha parlato il ministro della Salute belga facendo una disamina e un aggiornamento sulla condizione dei feriti dopo gli orrendi attentati di Bruxelles: purtroppo sono ancora 300 le persone ferite e collocate in tutti gli ospedali della capitale belga, e il conteggio di quelli gravi è ancora molto alto. «61 dei 300 feriti sono ancora molto gravi, mentre il bilanci dei morti è fermo a 31, 20 nel metro e 12 all’aeroporto». Rimangono ancora senza identità molte delle vittime dopo gli attacchi: una mostra connazionale funzionaria Ue è ancora dispersa da due giorni, Patricia Rizzo, e non si hanno ancora purtroppo novità in alcun senso per lei e per tante persone disperse, con relativa angoscia di parenti e amici. Questa mattina invece p stato rivelato alla fine falso l’allarme bomba alla stazione di Maastricht che in questi minuti p stata riaperta con il traffico di nuovo tornato regolare, fermato invece un sospetto che si aggirava tra i treni.
Sven Mary, l’avvocato che difende il terrorista Salah Abdeslam, è stato aggredito da uno sconosciuto. E’ successo ieri per strada, l’uomo che lo ha attaccato lo ha accusato di difendere un terrorista. Mary, per garantire la sicurezza dei suoi collaboratori, ha deciso per il momento di chiudere il suo ufficio. Ci sono molte domande intorno a quest’uomo considerato uno dei più noti e potenti avvocati begli, e soprattutto chi sta pagando la sua sicuramente molto alta parcella. Numerose sono anche le minacce anonime che l’avvocato sta ricevendo.
Nel tentativo di porre un poi di ordine sui fatti capitati a Bruxelles due giorni fa, si scopre questa mattina un chiarimento che potrebbe essere decisivo nella ricerca dei terroristi. Sono 4 i kamikaze entrati in scena per glia tentati del Belgio, 3identificati e uno ancora senza identità, quantomeno diffusa alla stampa: i due fratelli El Bakraoui, di cui Ibrahim si è fatto saltare in aeroporto assieme a Najim, e Khalid invece si è fatto detonare in metro. Ma spunta un’ultima ora interessante: secondo la radio belga Rtfb, un secondo uomo si trovava con Khalid negli attacchi alla metro belga, causando la morte di 20 persone e provocando più di 150 feriti. È stato infatti intercettato questo misterioso secondo uomo dalle telecamere si sorveglianza della metro: nelle immagini lo si vede mentre trasporta una borsa molto grossa. Purtroppo ancora non si sa se sia morto come kamikaze o sia ancora in fuga.
C’era il sito nucleare di Liegi tra gli obbiettivi dei fratelli el Bakraoui. L’arresto di Salah ha messo in crisi i loro piani e così hanno dovuto anticipare tutto, limitandosi all’aeroporto e alla metropolitana. Nell’appartamento dei terroristi è stato trovato un video di circa dieci ore di durata che riprende la centrale nucleare, fatto ovviamente per spiarla e preparare l’attentato. Un attacco alla centrale nucleare non è neanche possibile immaginare quali conseguenze avrebbe potuto avere. Continuano intanto le ricerche del quinto terrorista del commando del quale non si sa se sia morto nella metropolitana o sia sfuggito. Oltre a lui si cerca anche il terzo terrorista che era all’aeroporto, anche di lui non si capisce come mai non si sia fatto esplodere.
Quattro uomini, di cui uno ancora in fuga. Intanto tra le macerie della hall delle partenze dell’aeroporto è stato ritrovato un altro corpo. I morti salgono a quota 32. Più intelligence contro l’ISIS. Nel covo dei terroristi sono stati ritrovati un computer e diverse dichiarazioni. Il colpo avrebbe dovuto essere sferrato a pasquetta, ma è stato anticipato per paura che fosse sventato dalle forze dell’ordine, probabilmente a seguito dell’arresto di Salah Tra i partecipanti anche l’artificiere dell’attentato di Parigi del 13 Novembre. Il fronte islamico sembra sempre più legato alla malavita locale in bilico tra jihadisti e reclute pagate per uccidere.
Il presidente della commissione europea attacca senza mezzi termini la polizia degli stati membri. In particolare Germania, Francia e Belgio le cui forze dell’ordine non comunicano a sufficienza. Sottolinea inoltre la necessità di un database sovranazionale che permetta di conoscere e controllare lo spostamento di personaggi particolarmente pericolosi. Diverse le polemiche espresse da più versanti di fronte a questi fatti, che sottolineano come mai non esista una polizia internazionale dedicata alla lotta al terrorismo e perché si continui a commerciare con i paesi dichiaratamente integralisti.
Obama e Mauricio Macri condannano, dall’Argentina, gli attacchi terroristici e si dichiarano pronti a continuare la lotta all’ISIS. Intanto in Italia il presidente del Consiglio Renzi auspica che si possa finalmente creare una collaborazione sovranazionale che possa aiutare l’Europa a sconfiggere e prevenire gli atti terroristici che stanno colpendo le più grandi nazioni europee. Non poteva esimersi nemmeno il pontefice, infatti anche Papa Francesco ha parlato dell’attentato. Nella fattispecie il Papa ha fatto un appello affinché chiunque sia dotato di umiltà condanni questi atti e perseveri nella preghiera.
Si avvicinano le elezioni della capitale. Silvio Berlusconi appoggia con caparbietà Bertolaso e dichiara che Roma necessita di una rivoluzione che sia portata avanti dall’uomo giusto. Intanto la Meloni è sotto i riflettori per la campagna elettorale durante la gravidanza. Raggi e Giachetti, rispettivamente candidati per Movimento 5 stelle e Pd si confrontano sui temi del decoro urbano, tra baraccopoli e strade dissestate. Intano alla competizione vorrebbe aggiungere anche l’ultra parodiato Senatore Antonio Razzi, che dichiara: “Anzitutto bisogna far sparire la munnezza, va tolta. Non è possibile che nelle strade della città più bella del mondo ci sia questa sporcizia. Non funziona”.
Un breve rito funebre celebrato stamattina per l’aspirante medico. Toccante la cerimonia della 24 enne morta in Spagna la scorsa Domenica. Presente all’appello, oltre alla dovuta commozione, anche i canti e i ricordi degli amici, visto che, come ha ricordato dal pulpito padre Francesco, “Francesca era un inno alla vita”. Domani a Roma i funerali di Elisa Scarascia Mugnozza. Le altre vittime arriveranno nei prossimi giorni. Intanto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha fatto sapere di essere “in costante contatto con Taffuri capo dell’unità di crisi del ministero degli Esteri e che sta seguendo il rientro delle salme”.
Le forze dell’ordine hanno portato a termine un’operazione pianificata da tempo, che ha portato ad un arresto. I ragazzi si sono opposti a quelli che hanno definito una pratica repressiva, a cui è seguito un corteo di protesta contro la preside dell’istituto. Anche diversi genitori hanno disapprovato il fatto e la gestione del dirigente d’istituto. Molti altri genitori hanno invece gradito l’intervento al fine di proteggere i figli dalla droga. Una ragazza dell’istituto ha così commentato: “Non difendiamo il fatto che si spacci dentro una scuola, perché é sbagliato, ma che in un luogo di crescita e di formazione, invece di parlare magari della dipendenza dalle droghe e fare informazione, si ricorra all’intervento delle forze dell’ordine”.
Piersilvio Berlusconi annuncia la chiusura del bilancio 2015 con risultati positivi. La crisi economica sembra allontanarsi, intanto l’azienda continua ad investire sulla televisione, senza dimenticare le radio e internet, dove Mediaset è il primo editore video in Italia con quasi 2 miliardi di video. Un breve commento alle cronache finanziarie che vedono Mediaset interessata a investimenti esteri e nazionali, ma non ancora concretizzati. Piersilvio ha anche smentito ogni intenzione di vendere la pay-tv Premium, che rappresenta il core business di Mediaset. Bollate quindi come fanta finanza le indiscrezioni riguardo ad accordi con il colosso francese Vivendi.
Il prossimo 31 marzo esce Race, un film distribuito da Eagle Pictures. La pellicola racconta i giochi olimpici del 1936 in cui Hitler avrebbe voluto dimostrare la razza ariana, ma fu Jesse Owens a imporre la propria supremazia, distruggendo in un attimo i sogni di un regime che non poteva accettare che un nero sbaragliasse gli avversari. Intanto a Milano è già andata in onda la prima del film, dove è intervenuta anche Eleonora Giorgi, che in questo caso non si tratta della ben nota attrice anni 80, ma della primatista italiana dei 20 chilometri di marcia (Fiamme Azzurre). Presente alla proiezione anche il campione Olimpico e mondiale Alberto Cova.