Secondo il giudice che ha disposto l’ordinanza di arresto di Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone e Teresa, sussisterebbe una prova chiara del movente del duplice omicidio di Pordenone. “Giallo” ha riportato le parole del giudice, il quale sulla base delle dichiarazioni delle amiche di Rosaria Patrone (fidanzata di Giosuè ed agli arresti domiciliari per favoreggiamento) relativamente alle confidenze di quest’ultima, sarebbe emersa la netta contrapposizione “soggettiva e di personalità” tra le due coppie, tanto da aver spinto Patrone e Ruotolo ad “intromettersi pesantemente nella relazione affettiva delle vittime”. A detta del giudice, Rosaria avrebbe iniziato ad intravedere nel suo “patologico rapporto” con Giosuè gelosia e ostilità verso Trifone, ritenuto “fonte di possibile traviamento” per il fidanzato. A tal fine, Rosaria avrebbe fatto in modo, attraverso una fitta persecuzione telematica, che Teresa lasciasse il fidanzato. La successiva scoperta di Trifone del reale artefice delle chat anonime avrebbe portato Ruotolo a sentirsi sconfitto e a coltivare una incontenibile sete di vendetta, fino al terribile duplice delitto, di cui Teresa appare come una “innocente vittima incidentale”.
Oltre al clamoroso retroscena relativo a Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone e Teresa, in merito alla ricerca di un’arma compiuta su internet nei mesi precedenti al duplice delitto di Pordenone, il settimanale “Giallo” ha rivelato una ulteriore novità. Anche il fratello dell’arrestato, Giovanni Ruotolo, avrebbe avuto un ruolo importante nella vicenda. Nel corso delle indagini è infatti emerso che il giovane avrebbe aiutato il fratello a cancellare dal computer di Somma Vesuviana dati e ricerche che avrebbero potuto incastrarlo. Lo si legge nelle carte del giudice, che in merito scrive: “C’è stato un inquinamento probatorio e favoreggiamento da parte dei famigliari di Ruotolo, in particolare del fratello Giovanni, il quale avrebbe provveduto alla cancellazione di dati di memoria dal computer in uso all’indagato presso l’abitazione di Somma Vesuviana”. Tali cancellazioni, a detta del giudice, sarebbero state compiute in concomitanza con le perquisizioni eseguite lo scorso settembre.
Le ultime indiscrezioni in merito al duplice omicidio di Trifone e Teresa, fanno riferimento alla presunta ricerca che Giosuè Ruotolo, in carcere da alcune settimane con l’accusa di aver ucciso il militare e la sua fidanzata, avrebbe compiuto su uno dei computer di Somma Vesuviana, nella casa dei genitori e del fratello. La ricerca in questione, resa nota dal settimanale “Giallo”, farebbe riferimento alle parole “vendo pistola”, “vendo arma” e sarebbe stata compiuta nei mesi precedenti al delitto dei due fidanzati avvenuto a Pordenone poco più di un anno fa. In base all’ultimo accertamento dei Ros, gli inquirenti sono sempre più convinti del fatto che ci sia stata premeditazione nel duplice omicidio di Trifone e Teresa. Giosuè Ruotolo, avrebbe quindi pensato di uccidere l’ex commilitone e la sua fidanzata molto prima del 17 marzo scorso? Aveva forse studiato a tavolino tutte le fasi del delitto, dall’acquisto di un’arma al luogo in cui avrebbe messo la parola fine alla vita della coppia? La mancanza di risposte in merito a queste domande porta ancora alla ricerca di alcune importanti verità attorno al caso che, con l’arresto nel carcere di Belluno di Ruotolo ed ai domiciliari della fidanzata di quest’ultimo, Rosaria Patrone, avrebbe compiuto un importante passo in avanti.
Continua a far discutere il caso del duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, per il cui delitto sono accusati il militare Giosuè Ruotolo e la fidanzata Rosaria Patrone. I due fidanzati sono stati uccisi oltre un anno fa, il 17 marzo 2015, nel parcheggio del Palasport di Pordenone. E in questi giorni di attesa del 31 marzo, giorno dell’udienza al Tribunale del Riesame in cui i difensori dei due accusati discuteranno il ricorso a Trieste, Giosuè Ruotolo sta predisponendo la strategia difensiva con il suo legale. L’avvocato e il suo assistito stanno valutando tutte le carte per approfondire quanto ricostruito dalla Procura di Pordenone dopo un anno di indagini sul duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza. In questo modo Giosuè Ruotolo vuole arrivare preparato all’udienza.
Il giallo sul duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati uccisi il 17 marzo dello scorso anno nel parcheggio del Palasport di Pordenone, si va arricchendo di particolari e retroscena clamorosi. L’ultimo, riguarderebbe ancora una volta il militare 26enne da alcune settimane in carcere con l’accusa di aver ucciso l’ex commilitone e la sua fidanzata. Secondo un’indiscrezione trapelata dalle indagini e resa nota, in esclusiva, dal settimanale “Giallo”, Giosuè Ruotolo avrebbe effettuato alcune emblematiche ricerche sul computer, rivelando l’intenzione di acquistare un’arma nel periodo precedente al duplice delitto di Trifone e Teresa. E’ quanto emerso dagli accertamenti tecnici sul materiale informatico sequestrato a Ruotolo e che evidenzierebbero l’utilizzo di parole chiave come “vendo arma”, “vendo pistola” e “pistola”. Giosuè Ruotolo stava realmente cercando di acquistare su internet un’arma con la quale avrebbe poi ucciso i due fidanzati? L’ipotesi non sarebbe da escludere, soprattutto alla luce della vendetta giurata dall’indagato nei confronti di Trifone dopo una dura lite tra i due. Il litigio sarebbe nato dopo la scoperta del militare ucciso del mittente dei messaggi anonimi inviati a Teresa via Facebook nel periodo tra giugno e luglio del 2014. Protagonista delle chat contenenti insulti, offese e con le quali il mittente tentava di separare la ragazza da Trifone, era proprio Giosuè. Dopo essersi affrontati proprio nel parcheggio del Palasport di Pordenone, i due militari giunsero alle mani e Giosuè giurò a Trifone di fargliela pagare. A testimonianza di ciò, anche le parole di uno degli inquilini di Ruotolo, Daniele Romano, il quale solo lo scorso gennaio ha rivelato agli inquirenti: “Sì, Giosuè Ruotolo ci disse che Trifone lo aveva picchiato. Giosuè era incazz*to e disse che gliela avrebbe fatta pagare, facendo intendere che avrebbe voluto ammazzarlo”. Per tale ragione prima del duplice delitto di Trifone e Teresa il 26enne cercò il modo per acquistare online una pistola? Il giallo si infittisce.