Quando tutto sembrava portare alla fine del rebus investigativo che vede protagonista Isabella Noventa, la segretaria residente ad Albignasego che secondo la tabaccaia Manuela Cacco sarebbe stata uccisa da Debora Sorgato, sorella di Freddy, l’autotrasportatore “conteso” dalle donne di questa macabra vicenda, ecco che tutto torna a rimescolarsi nuovamente. Se le dichiarazioni fornite agli inquirenti dalla Cacco aveva lasciato ipotizzare uno scenario all’apparenza abbastanza lineare, con Debora che sorprende Isabella alle spalle nella cucina del fratello colpendola mortalmente con una mazzetta, ecco che i rilievi della scientifica faticano ad avvalorare questa tesi. Secondo quanto riportato questa mattina dalla versione online de “Il Gazzettino” infatti, le tracce di sangue rinvenute nella sala da pranzo dell’autotrasportatore con la passione per il ballo, non apparterrebbero alla segretaria 55enne, né agli altri soggetti coinvolti nell’omicidio, bensì sarebbero riconducibili al Dna di una persona di sesso maschile la cui identità è al momento ignota. Che ci sia un altro uomo pronto ad essere risucchiato dal vortice delle indagini?



Dallo scorso 7 marzo, per gli investigatori si è aggiunta una nuova certezza nel giallo sull’omicidio di Isabella Noventa. Sebbene fino a quella data abbiano fortemente dubitato della piena responsabilità di Freddy Sorgato relativamente al delitto della segretaria di Albignasego, qualcosa sembra aver fatto vacillare gli iniziali convincimenti. Esattamente venti giorni fa, infatti, Manuela Cacco, la tabaccaia in carcere per l’omicidio di Isabella Noventa, firmava il verbale dell’interrogatorio che sarebbe il proseguimento di una collaborazione già iniziata il 25 febbraio scorso, quando la donna avrebbe chiesto di incontrare i massimi vertici investigativi, andando ben oltre le sue prime ammissioni. Gli interessanti retroscena che anticipano la confessione della Cacco in merito all’identità del reale assassino di Isabella Noventa, sono stati resi noti dal quotidiano “La Nuova di Venezia e Mestre”, secondo il quale gli investigatori già da giorni erano a conoscenza di chi tra i tre arrestati (oltre alla tabaccaia anche Freddy e la sorella Debora Sorgato) avrebbe messo la parola fine alla vita della segretaria. Stando alle dichiarazioni di Manuela, sarebbe stata proprio Debora ad uccidere Isabella Noventa, aggredendola alle spalle e colpendola con una mazzetta in testa nella cucina di Freddy. Un quadro inquietante, in merito al quale il pm ha chiesto dei riscontri immediati, al fine di rilevare possibili tracce ematiche, iniziati lo scorso 29 febbraio. Un primo test avrebbe di fatto confermato la presenza di sangue, sparso tra il tavolo, il pavimento e la parete (qui le macchie rinvenute sarebbero state “a schizzo”) della cucina di Freddy. I dettagli ulteriori da parte della tabaccaia e che hanno contribuito a confermare la sua prima versione, sarebbero giunti nell’ultimo interrogatorio di venti giorni fa, le cui dichiarazioni sarebbero trapelate nei giorni scorsi. Non solo la mente, ma anche la mano assassina sarebbe quella di Debora Sorgato, la cui personalità definita fredda e manipolatrice, aveva fatto sorgere molti dubbi sin dal suo arresto, quando si era limita semplicemente ad ammettere di non aver mai fatto del male a Isabella Noventa, prima di trincerarsi nel più cupo silenzio. Nelle ultime ore, intanto, Manuela Cacco è stata trasferita nel carcere di Venezia. Per molti era apparso una sorta di “premio” per la sua collaborazione, ma gli inquirenti avrebbero fermamente smentito, giustificando ciò con una maggiore garanzia del divieto di incontro con la presunta assassina della segretaria, la quale si troverebbe proprio nel carcere di Verona.

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