La morte è al Cairo… La morte è a Istanbul… La morte è a Parigi… La morte è a Tunisi… La morte è ad Aleppo… La morte è a Bruxelles. Puoi morire in un caffè, in un teatro, in un parco, in uno stadio, nella metro. La morte ti coglierà di sorpresa, non potrai evitarla, perché arriverà per caso. Il tuo assassino, infatti, non ti conosce, non ha mai visto il tuo volto, non ha mai sentito il tuo nome. Lui non sa se la tua morte farà sanguinare i cuori di chi ti ama, o allieterà quelli di chi ti odia. Lui non sa a quale religione tu appartenga, o a quale nazionalità. Lui non conosce la tua etnia, né il tuo sesso. Non conosce le cose buone in te, né quelle cattive. Il tuo assassino non uccide te, uccide la vita che è in te. Uccide la vita. L’attentatore suicida non conosce nulla delle sue vittime, conosce solo se stesso. 



Cosa conosce di se stesso che lo spinge alla morte? Cosa non conosce di se stesso che lo spinge a scappare dalla vita?

Conosce l’odio e non conosce l’amore. È morto prima di morire. Si fa esplodere per sfuggire a questa morte. Il tuo assassino ti offre in sacrificio alla morte, a un dio che si delizia del colore del sangue e dell’odore di carne bruciata, a un dio che solo chi odia conosce. 



Chi non conosce l’amore non ha altra salvezza che la morte. Non c’è resurrezione per la sua anima, perché lei stessa è il sepolcro, lei stessa è la prigione. È vero, la fede nell’amore non ti proteggerà da una pallottola o da una scheggia che va a conficcarsi nel tuo cuore, ma proteggerà il tuo cuore dalla morte prima della morte, dal vivere la vita come una continua fuga dalla morte.

“Perché nessuno di voi crederà, finché non amerà e chi vorrà trovare la bellezza della fede, ami l’uomo, per null’altro che per amor di Dio” (Sahih al-Jami’, hadith n. 5958)



“Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3,16)

Noi amiamo la vita, per questo non moriremo prima della morte. E poiché amiamo la vita, vivremo dopo la morte.