Continuano le indagini in merito al tremendo omicidio di Luca Varani, il 23enne ucciso da Manuel Foffo e dall’amico Marc Prato quasi un mese fa nell’appartamento del primo al Collatino. Secondo gli investigatori, la verità su quanto accaduto realmente lo scorso 4 marzo non sarebbe ancora emersa. Le perizie compiute sul pc di Marc Prato potrebbero fornire più dettagli di quanto quest’ultimo non avrebbe finora voluto rivelare al pm, al contrario di Manuel Foffo che prossimamente sarà risentito per la sesta volta. Intanto, continua la ricerca del cellulare di Luca Varani che, come sottolineato dai due assassini sarebbe stato gettato insieme ai vestiti dopo l’omicidio. Gli inquirenti credono che proprio nel telefonino della vittima potrebbe esserci la chiave dell’intero giallo, a partire da un possibile video che immortala gli attimi atroci delle sevizie e poi dell’uccisione del giovane 23enne. Ritrovarlo, dunque, potrebbe essere molto importante anche al fine di ricostruire i movimenti di Varani prima del suo arrivo nell’appartamento di Foffo dove avrebbe incontrato la morte.
Due casi di cronaca dell’ultimo periodo sembrano incrociarsi in modo inquietante. Stiamo parlando del delitto di Luca Varani e dell’arresto di Claudio Nucci, il “pedofilo vip” come è stato ribattezzato. Cosa ci sarebbe in comune? Il nome di Marc Prato, il pr gay assassino insieme a Manuel Foffo del giovane 23enne, spunterebbe tra gli amici (almeno virtuali) del “collega” più maturo, Claudio Nucci su Facebook. Mentre il Tribunale del Riesame nelle passate ore ha confermato la custodia cautelare in carcere per Prato, l’inedita presunta amicizia potrebbe portare a nuovi spunti investigativi e ad elementi importanti ai fini delle indagini sul caso di Varani. E’ quanto emerge dal quotidiano Corriere della Sera, che pone alcuni quesiti inevitabili: “quanto, in che misura i due erano amici, amanti dello stesso genere di «intrattenimenti», complici?”. Dai rispettivi contatti Facebook potrebbero spuntare elementi di supporto alle indagini? I due si erano conosciuti, incontrati e frequentati anche nella vita reale?
Sarebbero entrambi responsabili del delitto di Luca Varani, ma Manuel Foffo e Marc Prato, al momento sembrano aver scelto di seguire due differenti strade. Quella del silenzio per il pr romano gay, il quale nella giornata di ieri si è visto rigettare la richiesta di scarcerazione avanzata dal suo legale. A differenza di Prato, invece, il trentenne Foffo e proprietario dell’appartamento nel quale si è consumato l’atroce delitto, finora avrebbe già sostenuto cinque interrogatori al cospetto del procuratore e sarebbe pronto al prossimo. Stando al quotidiano online “Il Tempo”, la data fissata per il nuovo confronto tra il procuratore Francesco Scavo e lo studente fuori corso di giurisprudenza sarà il prossimo 6 aprile, quando il ragazzo potrebbe rivelare nuovi dettagli e retroscena relativi ai giorni immediatamente precedenti all’omicidio di Luca Varani avvenuto nella sua abitazione lo scorso 4 marzo.
Il caso di Luca Varani purtroppo sarà molto più lungo del previsto: nonostante le prime impressioni fossero di due assassini, Marc Prato e Manuel Foffo, che compiono una mattanza e confessano tutto, col passare del tempo le strategie delle due difese puntano sulla totale colpevolezza dell’altro. Ieri, dopo l’istanza rigettata di scarcerazione, ha preso parola davanti al giudice del Tribunale del Riesame, il legale di Prato, Pasquale Bartolo che ha voluto ribadire la sostanziale differenza dei due accusati: «C’è una sostanziale differenza tra le posizioni de due arrestati, Prato non ha fato né martellate né coltellata. È stato lo stesso Foffo a dichiarare di avere inferto i colpi che hanno provocato la morte di Varani. Il mio assistito non è un assassino, era l’ solo per consumare droga e compiere atti sessuali, Prato è solo succube di Foffo, non ha ucciso Luca Varani». Si attende ora la replica della difesa di Foffo che ovviamente non ci starà a prendere tutta la colpa di questo orrendo delitto.
La verità sul delitto di Luca Varani appare ancora lontana ma le ultime notizie sul caso di cronaca vedrebbe i due assassini del 23enne, Manuel Foffo e Marc Prato uno contro l’altro rispetto a quanto non lo fossero lo scorso 4 marzo, giorno del delitto. Nella giornata di ieri il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal legale del pr Marc Prato, secondo il quale il suo assistito sarebbe stato succube di Foffo ma non il diretto responsabile dell’omicidio di Luca Varani . Intanto, la battaglia legale sembra coinvolgere proprio le difese dei due assassini, come lo dimostrano le parole della criminologa Roberta Bruzzone nel corso di un’intervista al sito “Intelligonews.it”. La Bruzzone ha di recente accettato l’incarico da parte dello staff legale di Foffo in qualità di consulente tecnico e nel corso dell’intervista ha voluto replicare alla strategia messa in atto dal legale di Marc Prato, l’avvocato Pasquale Bartolo, secondo il quale non ci sarebbe concorso in omicidio per il suo assistito. Pur non potendosi sbilanciare troppo, la criminologa ha commentato: “Noi siamo proprio di avviso opposto e riteniamo di poterlo dimostrare”. La Bruzzone ha poi commentato anche la decisione del Riesame in merito alla richiesta di scarcerazione di Prato, ribadendo la strategia opposta adottata per Manuel Foffo: “Il fatto che sia stata confermata la misura cautelare più afflittiva per Prato, quindi quella carceraria, dopo aver esaminato le evidenze che sono emerse fino ad oggi, irrobustisce la nostra chiave di lettura sugli eventi”. La criminologa ha rivelato come i due, dopo il loro arresto per l’omicidio di Luca Varani non si siano mai incontrati. Per aver accettato questo incarico che la stessa ha definito “estremamente interessante sotto il profilo professionale”, la Bruzzone è stata bersaglio di numerose critiche, alle quali ha replicato sottolineando l’enorme quanto importante collaborazione di Manuel che avrebbe contribuito finora a fornire particolari indispensabili e sempre riscontrati. Per la criminologa, sarebbero ancora tanti i punti da chiarire, anche alla luce delle parole dell’avvocato di Marc Prato in riferimento al delitto di Luca Varani. Sul finale di intervista ha quindi voluto ribadire i motivi che l’avrebbero spinta ad accettare questo delicato incarico, anche nel rispetto della stessa vittima 23enne: “Ho deciso di entrare a far parte dello staff legale di Manuel Foffo perché lui ha dimostrato una grande capacità di collaborazione e davanti a responsabilità enormi non ha minimamente fatto un passo indietro”, ha chiosato.