Si è conclusa oggi la 35esima udienza a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, durante la quale si è registrato un nuovo scontro tra accusa e difesa in riferimento ai testimoni chiamati a deporre. Secondo uno dei legali della famiglia Gambirasio, le testimonianze non avrebbero portato a nessun elemento concreto e dello stesso parere sarebbe stato il presidente della Corte. Il giudice avrebbe infatti chiesto testimonianze compatibili con l’ora in cui Yara Gambirasio fece perdere le sue tracce “e non solo negative”. Al termine dell’udienza, i legali di Bossetti sono ritornati su questo aspetto definendo “telecamere viventi” i testi da loro chiamati a deporre. “Queste persone testimoniano un dato certo: nessuno al momento ha visto nulla, nessuno ha visto mai Bossetti nel centro sportivo e nessuno ha visto mai Yara nel vialetto d’uscita”, ha ribadito l’avvocato Claudio Salvagni ai microfoni dell’Ansa. Tra gli interventi più interessanti citiamo anche quello di Giovanni Bassetti, consulente informatico della difesa chiamato ad analizzare i computer di casa Bossetti. Nei due pc sarebbero state riscontrate semplici ricerche pornografiche ma non pedopornografiche. La prossima udienza, intanto, è fissata a venerdì 1 aprile, quando continueranno ad essere sentiti i numerosi testimoni della difesa.



Nel corso della 35esima udienza per il processo a Massimo Bossetti, imputato per il delitto di Yara Gambirasio, oltre all’importante testimonianza di Giovanni Bassetti, consulente informatico della difesa, avrebbero preso la parola numerosi altri teste. Il caso è stato affrontato anche nel corso della trasmissione La Vita in Diretta, su Rai 1, durante la quale hanno parlato i due avvocati di Bossetti. L’inviato della trasmissione da Bergamo, ha sottolineato come sia stata evidente oggi l’assenza della moglie dell’imputato, Marita Comi, il che avrebbe portato a far apparire lo stesso Massimo più adombrato rispetto alle precedenti udienze del processo. “Di fatto la signora Marita Comi ha presenziato un paio di udienze quando lui ha deposto e forse un’altra. Per lui la presenza della moglie è un grande sostegno, come è ovvio che sia, però non ho notato questo atteggiamento”, ha commentato uno dei due legali del muratore di Mapello. La prossima udienza è attesa per venerdì e sarà la 36esima dell’intero processo.



Nuove polemiche avrebbero caratterizzato anche la 35esima udienza a carico di Massimo Bossetti, l’uomo in carcere, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. Da oggi è iniziata in aula la lunga sfilata di testimoni indicati dalla difesa del muratore di Mapello. Come riporta L’Eco di Bergamo online, si tratta di persone che frequentavano la palestra dalla quale sarebbe scomparsa la tredicenne nel medesimo periodo in cui fece perdere le sue tracce. In molti hanno riferito di non aver mai conosciuto Yara o di non aver mai visto Bossetti fino al giorno del suo arresto, avvenuto nel giugno di due anni fa. “Qualcuno ha visto qualcosa? Per ora tutti non hanno visto nulla”, ha commentato uno dei legali della difesa della famiglia di Yara Gambirasio. Le testimonianze sono state definite irrilevanti ed anche il giudice Antonella Bertoja avrebbe fatto sentire la sua voce commentando contro la strategia della difesa: “Non si può continuare con testimonianze che portano prove negative”.



Si è aperta questa mattina l’udienza n°35 per processo a Massimo Bossetti, l’unico accusato per il delitto di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate: oggi è ancora il turno dei test per la difesa che in tutto per questo processo schiererà 160 testimoni, tagliando i 700 iniziali. Oggi a Bergamo ne vengono sentirti una quindicina, con il primo interrogato stamane che ha offerto forse la testimonianza più interessante: ha parlato Giovanni Bassetti, il consulente informatico della difesa che dopo aver esaminato il lavoro dei consulenti informatici della Procura sui due pc di Massimo Bossetti ha svolto le sue conclusioni. «La parola “ragazzine” viene cercata solo 4 volte, e ho raggruppato la parola in cinque evidenze», secondo Bassetti dunque non esisterebbe alcun materiale illecito né pedopornografico. Il quadro che esce è di un utente medio che sa usare il computer ma non c’è un interessa particolare nei confronti di ragazzine: argomento pornografico sì, ma senza accenni di pedofilia. Alle proteste dell’accusa, il consulente ha risposto che effettivamente la sera del 29 maggio 2014 c’è stata una ricerca con ragazze a sfondo sessuale, ma non si può con certezza attribuire al muratore.

Riparte oggi il processo a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello unico indagato per la morte di Yara Gambirasio. Molti i testimoni chiamati dalla difesa del Bossetti, alcuni, come sottolineato più volte in passato dall’accusa, considerate inutili ed irrilevati. Fra i nomi convocati ci sarebbero infatti dei testimoni presenti nella palestra al momento della scomparsa di Yara Gambirasio, ma che come già comunicato in precedenza, non avrebbero mai visto né la ragazza né Massimo Bossetti. Il delitto è stato più volte analizzato ed approfondito, soprattutto per quanto riguarda il furgone del Bossetti, lo stesso che usava per andare al lavoro e che sarebbe stato visto nelle vicinanze della palestra. E’ uno degli elementi forti dell’accusa, ma, come riporta l’Eco di Bergamo, Massimo Bossetti ha sempre dichiarato che il mezzo che si vede nelle immagini non corrisponde al proprio. Sono almeno tre i punti che l’imputato ha evidenziato come differenti, a partire dal cavalletto posto dietro la cabina. Il suo sarebbe molto più basso e inoltre “la cassetta sul cassone è doppia con due manici, mentre la mia ne ha solo uno. Infine i ganci basculanti per ribaltare il cassone soo diersi dal mio“. La Pm Letizia Ruggeri ha subito contestato le sue risposte, dando via ad una delle tanti accese liti che sono state vissute nell’intero processo. Dopo aver chiamato a deporre la moglie Marita Comi, alcuni giorni fa, oggi verrà invece ascoltato il figlio 14enne di Massimo Bossetti. Per lui è stata infatti richiesta l’udienza privata e, molto probabilmente, potrebbe aiutare gli inquirenti a delineare maggiormente la figura del padre.