Non è solo l’Isis a seminare terrore nel mondo con la sua guerra, i guerriglieri dello Stato Islamico sono a loro volta terrorizzati. Dalle donne peshmerga pronte a combattere l’Isis al termine del corso di arruolamento nel Kurdistan iracheno. Sono temute dai jihadisti perché essere vittima di una donna è una vergogna. L’arruolamento delle donne peshmerga è appunto teminato con una cerimonia presieduta dal presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. Il presidente, come riporta il Giornale, “è intervenuto alla scuola di polizia del distretto di Zakho del Duhok, nel Governatorato della provincia del Kurdistan iracheno durante la cerimonia che sancisce la fine dell’arruolamento. Davanti a lui sfilano un nuovo gruppo di donne soldato. Kalashnikov in mano e sguardo fiero. Tutte pronte e unite a combattere i jihadisti”. E Barzani ha affermato: “Le nostre donne e i nostri uomini combattono insieme lo Stato Islamico “il nome peshmerga è oggi conosciuto in tutto il mondo perché essi hanno distrutto la leggenda dello Stato Islamico”.
Continua la lotta all’Isis da parte degli Stati Uniti. Il rischio attentati, dopo gli ultimi avvenuti a Bruxelles, è alto in tutti i paesi dell’Occidente. Ma la lotta contro il gruppo dello Stato Islamico fa registrare dei progressi, secondo quanto affermato da un alto responsabile del Pentagono che ha accolto con favore ieri i progressi compiuti. A riportare quanto dichiarato dal vice segretario alla Difesa Usa, Robert Work, è l’agenzia di stampa Askanews: “Al momento, senza alcun dubbio, i nostri rapporti di forza nei confronti dell’Isis non sono mai stati così favorevoli dall’inizio della campagna. Siamo più convinti che mai che l’Isis si stia indirizzando verso una sconfitta sul terreno. Un’accelerazione ulteriore della campagna militare contro l’Isis è stata poi annunciata dal capo del Pentagono Ashton Carter che ha affermato che “l’Isis è ormai sotto pressione da ogni parte”.
Sarebbe in crisi economica l’Isis, lo Stato Islamico che minaccia l’Occidente con la sua guerra. A riferire delle difficoltà finanziarie dell’Isis è il quotidiano Le Monde, secondo quanto riportato da Il Giornale: “Un duro colpo ai fondi di Al Baghdadi è stato inferto da un raid americano che l’11 gennaio ha distrutto una filiale bancaria nel centro di Mossul, sospettata di nascondere uno stock di grandi liquidità del gruppo islamista”. E per correre ai ripari l’Isis starebbe applicando l’austerity, riducendo del “50% la paga dei suoi soldati”, diminuendo “gli aiuti destinati al sostegno delle vedove dei martiri, alle famiglie dei prigionieri e per l’organizzazione dei matrimoni.” Inoltre “nei territori dello Stato Islamico è stata imposta una maggior tassazione, la facoltà di ingegneria dell” Università dello Stato Islamico a Mossoul è stata chiusa e gli studenti reindirizzati verso i corsi di agraria e sharia”.
Minacce da parte dell’Isis anche alla Germania. Con una serie di fotomontaggi pubblicati online gli jihadisti dello Stato Islamico hanno attaccato il paese. A riferirlo è l’agenzia di stampa Askanews: si tratta di una serie di fotomontaggi prodotti da “al Furat” uno dei numerosi organi media del Califfato di Abu Bakr al Baghdadi e postati sul social network Telegram dopo gli attacchi di Bruxelles. Nelle fotografie si vede il Reichstag, sede del parlamento a Berlino, incendiata e l’aeroporto di Bonn attaccato. E nella didascalia si legge: “Quello che sono riusciti a fare i tuoi fratelli in Belgio puoi farlo anche tu”. In un altro fotomontaggio si vede poi un aereo della coalizione che bombarda un luogo in Siria e i volti insanguinati delle vittime con la didascalia: “Vuoi continuare a piangere o finalmente reagire?”. Poi anche la foto di un jihadista Isis che sgozza una vittima e la scritta: “Un miscredente ed il suo assassino non si uniranno mai nell’inferno”. (clicca qui per vedere le foto)
Inutile far finta di niente, con l’Isis attiva il rischio attentati anche in Italia rimane molto alto: Bruxelles, Parigi, ma anche la Turchia, la Tunisia e gli Stati Uniti, solo negli ultimi mesi gli attentati avvenuti hanno di nuovo gettato nel panico il cittadino occidentale, così come gli stati europei che stanno alzando tutti i controlli e la sicurezza anti terrorismo. Basterà questo allarme per evitare il rischio attentati? No, come spiega il generale ex capo del Sisde, Maurizio Navarra, intervistato dal Giornale di Sicilia: «In questo lavoro, chi afferma di essere più bravo di un altro fa soltanto sfoggio di imbecillità: non aver avuto attentati in Italia non è e non può essere il risultato della sola efficienza della nostra intelligence, diplomazia o politica condotta all’estero e in Italia. Oppure della preparazione della nostra magistratura, forze armate e polizia: è un insieme di tutti questi fattori». Poi certo rimane il fatto dell’opportunità dello Stato Islamico nel colpire uno stato “debole” politicamente all’estero come l’Italia, anche se la minaccia a Roma e al Vaticano resta l’ombra più seria che i nostri servizi di sicurezza tengono sott’occhio con massima attenzione. Per il generale, «soltanto una cosa è certa: il nostro sistema di prevenzione sa lavorare bene. Io continuo a sperare che nessuno tenti di mettere fretta alla nostra intelligence, che continua dunque a lavorare bene e con molta attenzione».