Il primo passo verso la giustizia per la morte di Marco Vannini, è stato compiuto lo scorso venerdì 4 marzo, in occasione dell’udienza preliminare che ha rinviato a giudizio tutti e cinque gli indagati per l’omicidio. La notizia è stata accolta con enorme soddisfazione dall’intera famiglia del giovane di Cerveteri, ma anche dagli oltre 32 mila iscritti al gruppo Facebook “Giustizia e Verità per Marco Vannini”. Ad accogliere l’importante passo nonché il sentimento di solidarietà espresso dall’intera comunità di Cerveteri è stato anche il primo cittadino, Alessio Pascussi, come sottolineato dal sito “Civonline.it”: “La tragica e prematura scomparsa di Marco ha segnato in modo indelebile la sua famiglia e l’intera comunità di Cerveteri. Niente potrà mai lenire questo dolore. Le Istituzioni hanno però il dovere di garantire Giustizia alla sua famiglia. La decisione del gup sembra segnare un primo importante passo su questa lunga strada. A nome della città di Cerveteri esprimo tutta la mia vicinanza a Valerio e Marina”.
Il caso di Marco Vannini ha ricevuto una svolta venerdì, dopo la prima fase del processo che ha visto il rinvio a giudizio di tutta la famiglia Ciontoli per l’omicidio del bagnino di Ladispoli: oggi, domenica 6 marzo, in attesa delle conseguenze e polemiche sul caso che continuano ad arrivare dalla famiglia della vittima, proprio a Ladispoli è stata organizzata la classica manifestazione “Correndo nei Giardini” che quest’anno è stata dedicata al dramma della famiglia Vannini. Gli organizzatori hanno concesso generosamente una postazione per uno stando che dia la possibilità ai partecipanti di ricordare la tragica morte di Marco e per unirsi al coro Giustizia e Verità. L’iniziativa ha visto l’apprezzamento di tutti i partecipanti che hanno scattato anche la foto di gruppo per chiedere insieme ai parenti di Marco, presenti allo stand questa mattina per la partenza.
In merito alla morte del giovane ventenne di Ladispoli, Marco Vannini, la trasmissione di Rete 4 “Quarto Grado” ha mandato in onda un documento esclusivo: l’audio dell’interrogatorio della fidanzata Martina Ciontoli. Alla ragazza viene chiesto di ricostruire i tragici che hanno coinvolto Marco Vannini, fatti avvenuti lo scorso 17 maggio 2015:”Io stavo in piedi in fondo al bagno. Dopo un po’ io sono uscita perché il giorno dopo sarei andata all’università e quindi mi volevo mettere a letto“. Gli inquirenti interrompono il racconto chiedendo a Martina dove si trovasse al momento dello sparo partito dalla pistola di Antonio Ciontoli risultato fatale a Marco Vannini:”Non ero in bagno, ero fuori perché stavo andando in camera a cambiarmi“. È a questo punto che l’interrogatorio diventa incalzante: a Martina viene chiesto come mai, se davvero non era nella stanza dove si è consumato il presunto delitto, è stata in grado di ricostruire la scena al comandante della stazione dei carabinieri poche ore dopo la morte di Marco Vannini. Martina allora scoppia in lacrime e replica:”Se avessi visto qualcosa io avrei chiamato l’ambulanza subito. Papà mi ha detto come sono andate le cose. Mio padre mi ha raccontato la scena“. Gli inquirenti tirano fuori anche un dato “strumentale”: la presenza della polvere da sparo nelle narici della ragazza. Un dato quasi inconfutabile che testimonierebbe la presenza della giovane nel bagno dove Marco Vannini è morto, ma Martina sostiene: “A me mio padre ha detto che è partito un colpo. Lui mi ha detto:’Stai tranquilla, è stato solo un colpo d’aria’. Mi ha detto che ha caricato la pistola per scherzo e poi ha sparato perché era convintissimo che la pistola era scarica“. Perché non l’ha detto subito? Martina con la voce spezzata risponde:”Mio padre mi aveva detto:’Dì che la pistola mi è scivolata…‘”. Clicca qui per ascoltare l’audio integrale dell’interrogatorio di Martina Ciontoli da “Quarto Grado”.