La 31esima udienza per il processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, è stata ribattezzata come quella del grande confronto. Quello avvenuto lo scorso 4 marzo con la pm Letizia Ruggeri e che proseguirà il prossimo venerdì. Al centro dell’udienza ci sarà la data del 26 novembre 2010, giorno della scomparsa e del delitto della tredicenne di Brembate ma che per Bossetti è stato un giorno come un altro. E’ stata e sarà questa la linea difensiva adottata dai legali del muratore di Mapello, come trapelato nel corso della trasmissione odierna Mattino 5 che oggi è tornata ad occuparsi del caso di Yara e di Massimo Bossetti. “Io di quel giorno non ricordo nulla di particolare, voi mi chiedete particolari ma per me quel giorno è stato ordinario come tutti gli altri”, è questa la posizione del muratore che ha anche accusato di mentire ai testimoni che si sono seduti nel suo stesso posto prima di lui, come l’edicolante davanti la palestra di Brembate che avrebbe smentito la sua consuetudine di fermarsi tutti i giorni per prendere materiale per i figli. Giorgio Sturlese Tosi, ospite della trasmissione e presente in aula nel corso dell’ultima udienza insieme a Carmelo Abbate, ha definito Bossetti molto più determinato del solito. Nel corso dell’udienza del prossimo venerdì, secondo le indiscrezioni l’imputato sarà messo sotto torchio per circa 8 ore prima dal pm e poi dalle parti civili.
Del caso di Yara Gambirasio e nello specifico del processo a carico di Massimo Bossetti, si è parlato oggi nel corso della trasmissione Mattino 5, in onda sull’ammiraglia di casa Mediaset. Le telecamere del programma hanno intervistato l’avvocato difensore del muratore di Mapello, presunto assassino della tredicenne di Brembate, in carcere dal giugno del 2014 e che proprio lo scorso 4 marzo, in occasione della 31esima udienza, è stato protagonista di un importantissimo faccia a faccia con la pm Letizia Ruggeri. Ai microfoni della trasmissione, subito dopo l’ultima udienza, l’avvocato ha dichiarato: “Lui l’ha detto tante volte. Ha fatto uno sforzo notevole per cercare di dare una ricostruzione. Lo ha ribadito: sono una persona abitudinaria, faccio sempre le stesse cose, probabilmente avrò fatto le stesse cose anche quel giorno”. Poi, lanciando quasi una sfida all’accusa ha aggiunto: “Con difficoltà se voi mi fate vedere una fattura o qualcosa io posso ricordarmi ma non posso ricordami cosa ho fatto un giorno di 4 anni prima”.
E’ stato interrogato la scorsa settimana Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio e il muratore di Mapello ha respinto le accuse dichiarando di non aver ucciso né conosciuto la ragazza. Ma restano tanti i dubbi sulla sua ricostruzione dei fatti e sembrano esserci state anche delle contraddizioni. Secondo quanto riportato da UrbanPost “Bossetti ha infatti sostenuto con forza di non ricordare cosa avesse fatto il 26 novembre 2010 (giorno del delitto) né di quali fossero le condizioni meteorologiche di allora. Le sue dichiarazioni, come il pm Letizia Ruggeri gli ha prontamente fatto notare, sarebbero tuttavia in contraddizione con quanto dall’imputato dichiarato nei due interrogatori seguiti al suo arresto, avvenuto il 16 giugno 2014, durante i quali Bossetti assicurò di avere lavorato come sempre quel giorno, e all’ora del delitto di essere già rincasato come ogni sera”. Ed è anche agli atti “un’intercettazione in carcere tra Bossetti e la moglie Marita Comi, che sulla sera dell’omicidio dice al marito: ‘Massi, io mi ricordo, tu quella sera eri tornato tardi … e poi in quel periodo eravamo arrabbiati’ “.
L’udienza di venerdì scorso ha portato nuova linfa al processo a carico di Massimo Bossetti per il delitto di Yara Gambirasio: la deposizione del muratore di Mapello ha portato argomenti a favore della difesa, con il caos attorno al dna che continua ad essere il punto di svolta per la possibile condanna o assoluzione di Bossetti. Nell’udienza ha parlato anche la cognata di Massimo, la sorella di Marita Comi, affermando “se Marita non fosse convinta dell’innocenza di Bossetti, l’avrebbe lasciato“, ha rivelato rispondendo alle domande dell’avvocato dei Gambirasio, Enrico Pelillo e anche dei difensori dei Bossetti. Ha poi commentato come anche in aula lo vedesse preoccupato per i figli con tutta questa storia che ovviamente ha cambiato e stravolto la sua vita; la cognata assieme alle sorelle del suo collega di lavoro Massimo Maggioni sono state sentite nell’udienza di oggi al processo in tribunale a Bergamo che continuerà ovviamente anche nelle prossime settimane. I dubbi sono accorra tutti aperti, specie sulle prove portate dalla difesa contro la società hacking team che avrebbe avuto contatti con gli inquirenti e avrebbe potuto presentare quel dna artificiale che sarebbe la svolta in positivo che scagionerebbe Bossetti. Cosa deciderà di fare il giudice?