Il caso di Teresa e Trifone spunta di nuovo a Pomeriggio 5 dopo l’arresto di Giosuè Ruotolo e Rosaria Patrone: in studio Barbara D’Urso mostra alcune prove che sono usate contro il militare e per cercare di capire come realmente è andata quella tragica sera di un anno fa. Viene intervistato un testimone che ha già parlato come teste e che non è mai intervenuto in tv: racconta di come quella sera correva nel parco li vicino e ha visto la coppia Teresa e Trifone salire in macchina davanti alla palestra, ma appena lui si è allontanato si sono sentiti 6 colpi ben distinti che purtroppo hanno stroncato la vita dei due ragazzi. Il testimone non ha visto però l’assassino: da qualche giorno gli inquirenti sono sicuri che proprio Giosuè è il colpevole di quell’atto vile, ma ovviamente dovranno essere presentate prove decisive e inconfutabili che ancora, al momento, non ci sono o quantomeno non sono resi pubblici. In base al percorso che il ragazzo ha fatto correndo, le forze di polizia è riuscita a ricostruire gli orari dell’intera vicenda, sopratutto per capire gli spostamenti dell’indagato numero 1 Ruotolo.



Caso complesso con una svolta arrivata nei gironi scorsi: arrestati Giosuè Ruotolo e Rosaria Patrone, i due fidanzati accusati di avere a che fare, il primo direttamente, la seconda con depistaggio, per il delitto di Teresa Costanza e Trifone Ragone. In attesa dell’interrogatorio al militare che andrà in scena domani mattina, la fidanzata Maria Rosaria è agli arresti domiciliari nella sua casa a Somma Vesuviana, accusata di ininterrotta continuità nell’azione di favoreggiamento. Avrebbe infatti mentito più vuole per coprire Giosuè riguardo al delitto della coppia di Pordenone: tutto ovviamente deve essere verificato dal processo, al momento rimangono solo accuse, come riferisce anche il legale della ragazza. Il Procuratore della Repubblica di Pordeonene, Marco Martani, ha ricostruito la posizione della giovane studentessa dicendo alla stampa “Rosaria aveva confidato ad alcune amiche di sentirsi in colpa temendo di essere stata lei la causa del duplice omicidio”. Resta il rebus dei pizzini, con la ragazza che non voleva che si sapesse tramite le sue amiche prima e pubblicamente dopo del suo accesso al profilo Facebook anonimo da cui sono partite ingiurie contro Teresa prima della morte. Temeva di essere associata così al delitto, anche se spunta un’altra ipotesi: secondo il quotidiano online Today, Rosaria era molto gelosa e quasi ossessiva tanto che ha tentato di imporre al fidanzato di non frequentare Trifone, inventandosi anche una presunta aggressione con mandante lo stesso Trifone. Che sia tra queste pressioni che si celi il movente del delitto?



Gli interrogatori ufficiali della procura a Giosuè Ruotolo si terranno domani mattina nel carcere di Belluno, dove il militare è sottoposto a misura cautelare da qualche giorno; per il delitto di Teresa e Trifone, la coppia di Pordenone, è arrivato ad una svolta forse decisiva con l’incriminazione del militare amico di Trifone. Il Gazzettino oggi è uscito in edicola con un’anticipazione riguardo all’interrogatorio di domani: secondo l’avvocato della difesa, Roberto Rigoni Stern, Ruotolo avrebbe deciso di avvalersi, in accordo proprio con il legale, della facoltà di non rispondere. In questa fase complessa non si vogliono fornire altri possibili indizi a carico dell’imputato, e giusto ieri il legale ha incontrato il giovane cominciando a studiare le carte del futuro processo, con l’ordinanza del gip Alberto Rossi come punto di partenza. Inoltre si viene a sapere, sempre tramite i colleghi del Gazzettino, che la decisione di arrestare Giosuè sarebbe arrivata per la possibilità di poter uccidere ancora, per ritorsione o vendetta ad amici e parenti dei due ragazzi trucidati.



L’arresto di Giosuè Ruotolo, il militare di Somma Vesuviana indagato per l’omicidio di Trifone Ragone e della fidanzata Teresa Costanza, era atteso da molti mesi. Ormai certi della sua colpevolezza si sono dimostrati essere i genitori del militare 29enne ucciso nel parcheggio del Palasport di Pordenone quasi un anno fa. In collegamento con la trasmissione Pomeriggio 5, ieri la famiglia di Trifone composta dai due genitori e dal fratello 25enne Giuseppe, accompagnata dall’avvocato Nicodemo Gentile, ha preso la parola commentando in diretta l’avvenuto arresto di Giosuè Ruotolo, già indagato per il duplice delitto da circa sei mesi, e della fidanzata Rosaria Patrone, ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento. “Noi abbiamo con tenacia fatto per tutta l’estate indagini difensive, eravamo certi che fosse lui” ha detto la madre nel corso della trasmissione di Canale 5. “E stata fatta una dissimilazione di stampo militare contro due ragazzi inermi”, ha poi aggiunto la donna, per la quale tutto sarebbe stato studiato a tavolino. Non è riuscita a trattenere la rabbia per la terribile uccisione del figlio Trifone e della fidanzata Teresa, al punto da definire l’intera vicenda “un abominio, perpetrato contro due giovani belli, che vivevano lavorando, semplici, cosa avevano fatto di male? Cosa ha scatenato tutto questo odio?”. E’ la stessa madre di Trifone a tentare di fornire una risposta, riprendendo le parole del Procuratore di Pordenone Marco Martani: “Tutto è iniziato per “scherzo” perché c’era un profondo odio represso di Giosuè Ruotolo che li ha tormentati per mesi sul profilo Facebook. Poi Trifone e Teresa che non erano stupidi hanno indagato e hanno scoperto chi fosse, lì è scattata forse la lite, forse lo schiaffone da parte di Trifone e la minaccia che se continuava lo faceva espellere perché questo si chiama stalking, ecco il movente. Il movente non è l’invidia, è iniziato con l’invidia ma poi è andato oltre”, ha dichiarato la donna a Pomeriggio 5. Perché, dunque, uccidere anche Teresa? Secondo l’avvocato Nicodemo Gentile, Teresa la fidanzata di Trifone rischiava di essere una “testimone scomoda”. Pur essendo Trifone l’obiettivo di Giosuè Ruotolo, secondo gli investigatori Teresa avrebbe potuto raccontare delle liti precedenti al delitto, portando gli inquirenti dritti al nome di Ruotolo. “Trifone da eliminare perché invidiato da Giosuè Ruotolo, era una persona per bene, onorava la sua divisa, era perfetto rispetto a lui. Era diventato possibile soggetto che poteva fare espellere dall’esercito come detto chiaramente dal procuratore. Gli indizi contro di lui non sono gravi, sono gravissimi”, ha ancora aggiunto il legale della famiglia Ragone. L’avvocato si sarebbe pronunciato anche su Rosaria Patrone, in merito alla quale ha chiosato: “Ha depistato in modo scientifico, reiterato e continuo”, giustificando in tal senso i domiciliari.