Mentre si attendono risvolti importanti in merito al giallo di Luca Varani, il 23nne ucciso lo scorso 4 marzo nell’appartamento di Manuel Foffo da quest’ultimo e dall’amico Marc Prato, il settimanale “Giallo” fa un bilancio dell’intera atroce vicenda riportando le reazioni dei genitori e nello specifico dei padri, non solo dei due indagati ma anche della povera vittima. Ledo Prato, padre di Marc per difendere il figlio che al momento non avrebbe ancora parlato in presenza del procuratore ha assunto un noto penalista. La sua intenzione è quella di dimostrare l’innocenza del pr gay. Valter Foffo, padre di Manuel, finora è intervenuto diverse volte (subito dopo il delitto fu ospite della trasmissione Porta a Porta) anche con alcune interviste discutibili e che hanno creato sul web un vero e proprio polverone. L’uomo ha difeso ampiamente il figlio il quale, a sua volta, lo ha accusato di essere “un genitore assente e distante”. Infine c’è Giuseppe Varani, padre di Luca, il quale distrutto dal dolore ha solo chiesto a gran voce che venga fatta giustizia. “Era solo un ingenuo” ha detto, in riferimento al figlio 23enne ucciso.
Proseguono le indagini in merito al delitto di Luca Varani, il giovane 23enne ucciso lo scorso 4 marzo da Manuel Foffo e Marc Prato. Da quanto si apprende grazie alle novità riportate dal settimanale “Giallo”, la Procura nei giorni scorsi avrebbe chiesto l’incidente probatorio in riferimento ad una serie di dati finora acquisiti dai Ris. Si fa riferimento alle impronte digitali e tracce di Dna ritrovate sulle armi usate dai due assassini per uccidere Varani ma anche all’interno dell’appartamento degli orrori al Collatino, periferia romana. Non solo le tracce ma anche foto e video presenti sui dispositivi (cellulari e computer) di Foffo e Prato ed ovviamente i tabulati telefonici. Questi dati potrebbero chiarire ulteriormente quanto accaduto il 4 marzo e nei giorni precedenti e determinare la veridicità o meno della versione finora fornita da Manuel Foffo, già protagonista di cinque interrogatori e pronto a sostenerne un sesto nei prossimi giorni.
E’ passato quasi un mese dall’atroce delitto di Luca Varani, il 23enne ucciso lo scorso 4 marzo da Manuel Foffo e Marc Prato nell’appartamento al Collatino del primo. Mentre si attende una svolta nelle indagini, capace di chiarire movente e reali responsabilità del folle gesto, la fidanzata di Varani continua a ricordare su Facebook la loro straordinaria storia d’amore, iniziata nove anni fa tra i banchi di scuola. Foto, ricordi e parole dolci hanno finora caratterizzato i post di Marta Gaia, ma anche molte domande da parte della ragazza sull’indefinibile fine di Luca. “Luca mio, anima mia, sono giorni che tempesto la mente di domande alla quale spero un giorno di avere una risposta sincera”, ha esordito Marta in uno dei suoi ultimi stati Facebook pubblici. “Tutto quello che ti è successo però è ingiusto ed ingiustificabile. Eri l’amore della mia vita e la nostra storia era tutto per me”, scrive ancora la giovane fidanzata di Luca Varani, prima di ricordare ciò che il 23enne aveva di speciale per lei. Marta difende con forza il privato del giovane dalle tante chiacchiere che sono state dette, dando sfogo alla rabbia e ricordando come la vita del 23enne sia stata “negata, bruciata, stroncata”: “Luca Varani non c’è più e non capisco come ci si possa girare dall’altra parte e far finta di nulla”.
Il caso di Luca Varani è al momento fermo, incagliato tra le accuse reciproche e le mosse strategiche delle due difese di Manuel Foffo e Marc Prato: la procura di Roma sta cercando di eliminare ogni possibile dubbio e accertare che realmente entrambi hanno agito per uccidere e prima seviziare il giovane 23enne. Dopo la conferma di carcerazione per Prato che si professa innocente nell’omicidio, nonostante fosse presente e sotto effetto di droga, gli inquirenti della Procura di Roma hanno depositato al tribunale del riesame i tabulati telefonici riconducibili al cellulare di Marc Prato, che mostrano ripetuti contatti con Varani per indurlo ad andare al “festino” nel suo appartamento di via Giordani. A breve ci saranno altri interrogatori per i due ragazzi accusati dell’orrenda mattanza, ma intanto un altro aspetto è al vaglio degli investigati per cercare qualche dettaglio utile, una prova decisiva per lo sviluppo delle indagini: sul computer di Prato potrebbero infatti esserci elementi utili per lo sviluppo di queste fasi di indagine ancora troppo confuse, nonostante il caso sia apparentemente “semplice”.
Gli inquirenti continuano a raccogliere informazioni ed elementi ritenuti importanti per la soluzione del giallo che ruota attorno alla morte di Luca Varani, il 23enne ucciso quasi un mese fa al Collatino, nell’appartamento di Manuel Foffo da quest’ultimo e dall’amico 29enne Marc Prato. Al centro dell’attenzione degli investigatori ci sarebbe un buco enorme di molte ore tra quando Luca Varani, sarebbe stato ucciso (presumibilmente la mattina del 4 marzo scorso, secondo gli esami dell’autopsia compiuta sul corpo del giovane) e le dichiarazioni dei due killer, in particolare di Foffo, il quale avrebbe fatto la sua confessione solo parecchie ore più tardi. Cosa è successo nel frattempo? Stando alle indagini in corso e trapelate grazie al settimanale “Giallo”, Foffo e Prato avrebbero effettuato diverse telefonate dopo il delitto di Luca Varani, ma chi avrebbero chiamato e soprattutto, perché? L’ipotesi degli inquirenti è che possano aver contattato qualcuno in grado di aiutarli nella tentata fase di occultamento del cadavere. Manuel Foffo, nello specifico, avrebbe manifestato l’intenzione di liberarsi del corpo di Luca Varani al loro risveglio. In base ad alcune indiscrezioni rivelate dal medesimo settimanale, inoltre, i due killer avrebbero compiuto diverse telefonate, alcune delle quali indirizzate ad Alex, il pugile 35enne che proprio nel corso delle giornate a base di alcol e droga, prima dell’atroce omicidio di Luca Varani, sarebbe passato più volte dall’appartamento diventato poi la scena del crimine. Quest’ultimo, tuttavia, nel corso della sua ultima versione al cospetto degli inquirenti avrebbe cambiato mira sostenendo che Foffo e Prato lo avrebbero quasi violentato. I dubbi sull’intricata vicenda restano ancora tanti, in attesa del prossimo interrogatorio che vedrà nuovamente protagonista Manuel Foffo, il solo tra i due assassini di Luca Varani, ad aver finora parlato con il pm.