Dopo il forte e duro richiamo del Consiglio d’Europa sul tema dell’aborto – “in Italia l’aborto è troppo difficile, troppi obiettori di coscienza e il diritto rimane solo scritto ma non effettivo” – arriva l’immediata replica del Ministero della Salute, coinvolto dal ricorso della Cgil presentato e accolto dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio D’Europa. Il ministro beatrice Lorenzin attraverso la sua squadra di tecnici ha fatto uscire un comunicato in cui nel dettaglio risponde punto su punto alle accuse dell’organo Ue contro il presunto uso solo teorico della Legge 194 in Italia. «Non sono stati presi in considerazione i dati presentati nell’ultima Relazione al Parlamento sull’applicazione della Legge 194, in cui il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è stato rilevato anche a livello sub regionale, cioè relativamente alle singole Asl». Secondo il ministro della Salute i dati usati dal Consiglio sono dunque superati: 1607 ginecologi non obiettori nel 1983 e 1490 nel 2013 e il dimezzamento del numero di Interruzioni Volontarie di Gravidanza (IVG), dati Ministero. «L’offerta del servizio in relazione al diritto di obiezione di coscienza degli operatori indica una sostanziale stabilità del carico di lavoro settimanale per ciascuna ginecologo non obiettore: il numero di obiettori risultato congruo, anche a livello sub regionale, rispetto alle IVG effettuate e il carico di lavoro richiesto non dovrebbe impedire ai non obiettori di svolgere anche altre attività oltre le IGV». Difesa a spada tratta sostanzialmente rispetto alle accuse da Bruxelles: ma né nel ricorso sull’aborto e né sul comunicato del Ministero si affronta il fatto in profondità, rimanendo su giuste considerazioni di legge ma che forse mancano l’aspetto più preciso. Il numero già basso di aborti perché dovrebbe essere un “problema” per il Consiglio d’Europa?
Europa contro Italia, il tema è l’aborto: “in Italia sono notevoli le difficoltà per la pratica, l’aborto è troppo difficile e viene discriminato chi si oppone. Troppi obiettori di coscienza, va invertita la rotta”. Boom. Queste la parole più importanti riferite oggi dal Consiglio d’Europa che bacchetta e non poco il governo italiano sulla discussa pratica dell’aborto, con la legge 194 che secondo Bruxelles non funziona abbastanza per i casi che quotidianamente avvengono nel nostro Paese. Se ne parla oggi perché è stato accolto dal Consiglio d’Europa il ricorso presentato dal Cgil, con il pronunciamento che ha sottolineato come “vi sono diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti”. Secondo il comitato dei diritti sociali del Consiglio, in Italia ci sono troppi obiettori di coscienza e non solo; “la Cgil ha fornito un ampio numero di prove che dimostrano come il personale medico non obiettore affronti svantaggi diretti e indiretti, in termini di carico di lavoro, distribuzione degli incarichi, opportunità di carriera”. L’attacco arriva anche al Governo che non avrebbe saputo contraddire quanto detto dal sindaco della Camuso e non ha in fin dei conti dimostrato come quella situazione di discriminazione non sia diffusa. Polemiche subito scoppiate con molti ambienti del governo irritati per le parole del consiglio e con il ministro Lorenzin che pronuncia subito, “le analisi fatte da Cgil e Consiglio d’Europa sono su dati vecchi, oggi è invece diverso”. Ma il punto forse non viene ancora trattato (si attende una possibile reazione della Chiesa) visto che il Consiglio Europeo riprende l’Italia anche perché non si fanno “abbastanza” aborti, come se fosse una questione di numeri: e se fosse perché culturalmente in Italia vi è meno la consuetudine all’interruzione di gravidanza? Sarebbe una colpa? In attesa delle prevedibili schermaglie tra pro life e abortisti, spesso sterili, le parole del Papa potrebbero ritornare improvvisamente di moda con questo attacco inatteso all’Italia sulla legge 194: «Ogni bambino non nato ma condannato ingiustamente a essere abortito ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. Non si possono scartare!».