Si torna a parlare della strage di Erba in cui persero la vita quattro persone, tra cui un bambino di due anni e per la quale sono stati condannati all’ergastolo i due coniugi, Olindo Romano e Rosa Bazzi. Dopo la conferma della condanna da parte della Cassazione, divenuta definitiva nel 2011, i difensori dei coniugi Romano scendono nuovamente in campo chiedendo maggiori accertamenti da compiersi attraverso l’utilizzo di attuali nonché più precise strumentazioni di analisi genetico forense, attraverso le quali potrebbero venire a galla “tracce non rilevate durante le indagini espletate nel lontano 2007”. Secondo le notizie trapelate da Repubblica.it, nel team della difesa di Olindo e Rosa ci sarebbe anche la genetista che fa parte della squadra difensiva di Massimo Bossetti. L’intento della difesa della coppia coinvolta nella strage di Erba è quello di ottenere dalla Corte d’Appello di Brescia una revisione del processo, presentando un’istanza di incidente probatorio al fine di esaminare reperti ritenuti molto importanti ma mai esaminati in passato. Si farebbe riferimento, nello specifico, a tracce pilifere ritrovate sulla felpa della vittima più piccola, ma anche un accendino trovato sul pianerottolo dell’appartamento in cui si consumò la strage, mozziconi di sigarette rinvenuti sulla scena del delitto e altri campioni biologici mai esaminati e sui quali potrebbero esserci importanti tracce di Dna. Non solo: i legali della coppia avrebbero evidenziato anche la necessità di analizzare il cellulare di una delle vittime e che “potrebbe fare emergere nuove prove utili per la difesa dei coniugi Romano”. Stando alla difesa di Olindo e Rosa, l’ulteriore analisi su tutti questi reperti potrebbe portare alla ricerca di elementi probatori capaci di confermare l’estraneità dei due coniugi rispetto alla strage di Erba per la quale sono stati condannati al carcere a vita.



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