-Sta ancora facendo clamore la notizia del presunto Dossier che denuncerebbe le spese pazze dell’Ammiraglio Giuseppe De Giorgi. La Marina Militare ha voluto fare alcune precisazioni sulle notizie presenti nelle oltre 35 pagine, sottolineando che alcuni fatti sono inesistenti. A partire dal cavallo bianco che secondo il Dossier De Giorgi l’Ammiraglio avrebbe usato sulla nave Vittorio Veneto per accogliere alcuni ospiti importanti. In realtà, si legge nel comunicato, De Giorgi ha partecipato ad una manifestazione a cavallo organizzata dalla Polizia di New York. Inesistente anche il velivolo Falcon 20 con cui l’Ammiraglio avrebbe fatto arrivare direttamente a bordo nave alcune “allegre signorine”. Nessuna richiesta di un fondo aggiuntivo per le unità navali FREMM, ma solo le modifiche già previste come le aule per i briefing, le infermerie e gli spazi aggiuntivi nell’area di comando e controllo. Clicca qui per leggere il comunicato integrale della Marina Militare



In questi giorni si parla molto del cosiddetto “Dossier De Giorgi”, un insieme di documenti inviato da un anonimo all’attenzione della Procura di Potenza, della Procura di Roma, della magistratura militare, della Presidenza della Repubblica, di quella del Consiglio e del ministro della Difesa. In questo dossier, di cui sono stati pubblicati ampi stralci da molti giornali italiani, si sostiene che l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi si sia reso protagonista di alcuni atti illeciti. Gli eventi riportati dalla lettera anonima, che secondo alcune ricostruzioni giornalistiche sarebbe stata scritta da un ex collega dell’ammiraglio, come rimarca “Il Post” sono costati a De Giorgi i capi di accusa di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e traffico d’influenza nell’ambito del filone d’inchiesta aperto dalla procura di Potenza che ha poi portato alle dimissioni da ministro Federica Guidi. Ma cosa dicono in particolare i documenti pubblicati dalla stampa nazionale? Il “Corriere della Sera”, riprendendo le 35 pagine di dossier ricevute in redazione, descrive innanzitutto uno stile di vita fatto di “festini organizzati dal comandante a bordo della Vittorio Veneto in navigazione, con tanto di trasferimento a mezzo elicottero di signorine allegre e compiacenti. O di quella volta, sempre da Comandante della Vittorio Veneto in sosta a New York, che accolse gli invitati ad un cocktail a bordo, in sella a un cavallo bianco appositamente noleggiato“. Ma oltre ad una condotta opinabile vi è anche il resoconto di episodi che se venissero confermati avrebbero anche rilievo penale: il riferimento è alla vicenda datata 2013, quando De Giorgi, in visita ai cantieri di Fincantieri a Muggiano, La Spezia, “non gradendo la ripartizione delle aree destinate al quadrato ufficiali e dei camerini destinati al comandante” ordinò vocalmente di modificarne la collocazione. De Giorgi, secondo l’anonimo, ribadì questa volontà anche “in assenza di atti amministrativi” ufficiali e fu per questo, a detta de “La Repubblica”, che il direttore degli Armamenti Navali, l’ammiraglio Ernesto Nencioni, “cercò di allestire in tutta fretta una pratica amministrativa per coprire l’intemerata di De Giorgi“. Fatto sta che Fincantieri presentò presto il conto di quella iniziativa: 12 milioni 986 mila euro per la modifica dei quadrati, e 30 milioni di euro per i camerini, una cifra che rese titubante Nencioni, che poi si dimise, ma non De Giorgi, che per ottenere il suo obiettivo fece in modo di inviare una “lettera dello stato maggiore della Marina che diceva di procedere“. Il secondo caso sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, come ricorda “Il Post” risale invece al 30 novembre del 2013, quando De Giorgi a detta dell’anonimo, che sostiene di non voler rivelare la propria identità poiché ha “già abbondantemente pagato” per non essersi piegato alle richieste dell’ammiraglio, firmò una lettera indirizzata al capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Mario Binelli Mantelli, chiedendogli di acconsentirea ad una convenzione con l’As Aeronautical “per la produzione e l’acquisto di una nave molto particolare senza alcuna gara di appalto e per una spesa di 30 milioni di euro“. La società in questione però, come scrive Il Corriere della Sera “tecnicamente non esiste e non dispone di apparecchiature, né di maestranze all’altezza. Il suo responsabile, ingegner Bordignon, millanta coperture illustri come De Giorgi e Valter Pastena“. Un nome, quello di Pastena, riconducibile all’inchiesta della Procura di Potenza che ha portato Federica Guidi alle dimissioni da ministro: Pastena è infatti il consulente dell’imprenditrice considerato vicino a Gianluca Gemelli (ex compagno della Guidi), anch’egli indagato e intercettato mentre parla con De Giorgi di nomine e appalti.



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