Il caso della ricercatrice 29enne, Valentina Tarallo, uccisa a sprangate la sera dello scorso lunedì a Ginevra, è stato affrontato nel corso della trasmissione La vita in diretta, che ha riportato questo pomeriggio le ultime novità sull’assassino. L’uomo che si sarebbe macchiato del delitto, sarebbe ancora in fuga. La polizia svizzera si starebbe concentrando su questa persona che pare sia stata individuata. Il presunto assassino di Valentina starebbe sfuggendo alla polizia da quasi tre giorni e potrebbe essersi rifugiato in Italia, dove fino al 2014 viveva in provincia di Varese. Qui aveva conosciuto e sposato una donna ma proprio due anni fa il suo matrimonio era finito per le violenze per le quali era stato denunciato e si era trasferito in Svizzera. La foto segnaletica sarà consegnata dall’Interpol alle forze dell’ordine italiane. Stando a quanto trapelato dall’Ansa, inoltre, questa sera si svolgerà una fiaccolata organizzata in memoria di Valentina Tarallo, in partenza dalla parrocchia di Tetti Piatti, a Moncalieri, dove Mattea Di Carlo, madre della vittima, insegna catechismo. In programma per domani sera, invece, una veglia di preghiera a La Loggia, nel torinese, paese di origine della ragazza uccisa.



Mentre ieri al giornalista di Pomeriggio 5 il padre di Valentina Tarallo aveva preferito non commentare il momento di immenso dolore che l’intera famiglia sta vivendo, al quotidiano La Stampa ha dichiarato oggi: “Il mio strazio non ha confini. Nessuno, oggi, può immaginare che cosa sto provando in questo momento”. Il padre della vittima, ricercatrice uccisa a Ginevra la sera dello scorso lunedì con colpi di spranga alla testa, ha ancora aggiunto: “Adesso siamo travolti dalle cose da fare, pensiamo solo a riportarla casa, il più presto possibile, per celebrare i funerali”. Nella mattina di ieri, come riporta TorinoToday.it, i genitori della ragazza sono giunti a Ginevra con il triste compito di riconoscere il corpo e riportarlo in Italia, a La Loggia, nel torinese. Al momento non si conosce la data del funerale in quanto mancherebbe ancora il nulla osta per il trasferimento della salma e per la successiva sepoltura. Il piccolo centro del torinese, secondo quanto emerso dalle testimonianze trasmesse dalla trasmissione La vita in diretta, sarebbe sotto shock in seguito alla morte terribile di Valentina.



Si delinea sempre di più l’identikit del presunto assassino di Valentina Tarallo, giovane ricercatrice torinese, uccisa a Ginevra lo scorso lunedì sera. La 29enne era stata persa a sprangate in testa fino al decesso e sin da subito era scattata la caccia al suo assassino. Dopo le prime notizie frammentarie, si andrebbe ora a confermare sempre più la pista del delitto passionale. La vittima conosceva bene il suo killer in quanto avrebbe avuto con lui una breve relazione, poi terminata in quanto “troppo geloso e troppo differente dal punto di vista culturale”. Secondo le parole di alcuni amici riferite agli investigatori elvetici e rese note dall’Ansa, la relazione tra i due si sarebbe interrotta per volere di Valentina. Da ieri, dunque, sarebbe iniziata la caccia all’uomo, un senegalese di 36 anni, per diverso tempo residente nel Varesotto e che già aveva avuto una relazione con una donna, sua ex moglie, la quale lo aveva denunciato per maltrattamenti. Per tale ragione il presunto killer di Valentina Tarallo era stato escluso dal territorio italiano. La vittima, prima del delitto era apparsa serena agli occhi di un ricercatore torinese al Cern di Ginevra con il quale aveva viaggiato in treno da Torino alla Svizzera la domenica prima dell’omicidio efferato.



Il caso di Valentina Tarallo, la ragazza di Torino uccisa a sprangate in Svizzera, si allontana sempre di più il movente della rapina e si apre invece il delitto passionale, la vera pista che stanno seguendo gli inquirenti a Ginevra. Come riporta Repubblica, polizia e magistratura svizzere ancora non forniscono prove ufficiali, ma le voci di corridoio si sprecano a parlano tutte di una possibile conoscenza della Tarallo verso il suo aggressore e omicidio. Stamane il giornate di Ginevra, “Tribune de Geneve”, scrive che il ragazzo africano che è ricercato per aver preso a sprangate Valentina Tarallo, sarebbe un italo-senegalese con la giovane avrebbe avuto una storia d’amore. «Non sapevo che questa storia potesse costituire una minaccia per Valentina» racconta una persona vicina alla vittima che si è raccontata al giornale elvetico. Ha riferito anche che quel giovane era spesso violento e che Valentina voleva interrompere la relazione; scatti d’ira frequenti e ora si pensa che proprio uno scoppio del genere possa aver convinto l’africano a prendere la spranga difeso con cui le ha tremendamente fracassato il cranio.

Potrebbe aver conosciuto il suo assassino, Valentina Tarallo, giovane e talentuosa ricercatrice torinese e trasferitasi a Ginevra, in Svizzera ed uccisa lo scorso lunedì. Sarebbe questo il colpo di scena giunto nella giornata di ieri e che avrebbe fatto cadere definitivamente la prima pista battuta, quella di una rapina da parte di un balordo. La procura di Ginevra, secondo quanto riportato da Today.it, avrebbe ufficialmente aperto una inchiesta per omicidio, invitando “gli eventuali testimoni a mettersi rapidamente in contatto con la polizia giudiziaria ginevrina”. La ragazza sarebbe stata uccisa con alcuni colpi di spranga in testa sferrati non da un killer qualunque, ma da qualcuno che Valentina Tarallo conosceva bene, almeno stando a quanto emerso dal quotidiano locale Tribune de Genève, secondo il quale l’omicida sarebbe un suo conoscente. Stando alle prime indiscrezioni, il giovane sarebbe (o sarebbe stato) fidanzato con la ricercatrice torinese ed avrebbe recuperato quella che si sarebbe trasformata nell’arma del delitto in un cantiere vicino l’abitazione di Valentina Tarallo. Pochi i dettagli sull’uomo che avrebbe brutalmente ucciso la ragazza 29enne. La polizia di Ginevra avrebbe diffuso un breve identikit dell’aggressore: il killer sarebbe un giovane di circa 30 anni, di colore e alto circa 1 metro e novanta. Un altro dettaglio che lascerebbe pensare alla vicinanza tra la vittima ed il suo assassino sarebbe emerso in seguito alle dichiarazioni della vicina di casa di Valentina Tarallo, secondo la quale poche ore prima del delitto avrebbe sentito qualcuno bussare insistentemente all’abitazione dell’italiana. Intanto, i genitori della ricercatrice sarebbero già giunti a Ginevra intenti a riportare la salma della figlia in Italia.