Nuove rivelazioni sul processo Yara Gambirasio a carico di Massimo Bossetti, finora unico indagato con l’accusa di aver ucciso la 13enne di Brembate di Sopra in provincia di Bergamo, scomparsa il 26 novembre 2010. Ieri si è svolta l’ultima udienza in cui è stato interrogato a porte chiuse il figlio di Bossetti. Non si conosce il contenuto delle dichiarazioni del ragazzo ma emergono nuovi particolari sulla vita in carcere del muratore. Secondo quanto riportato infatti dal Corriere Adriatico, “il pm Letizia Ruggeri ha chiesto alla Corte che siano acquisite nel processo alcune lettere che si sono scritti nel corso di questi mesi una detenuta nel carcere di Bergamo, tale Gina, e Massimo Bossetti”. Le lettere, si legge ancora sul quotidiano, “avrebbero risvolti talvolta ‘hard’ e conterrebbero riferimenti ad argomenti sessuali simili a quelli cercati nei due computer trovati in casa del muratore dopo il suo fermo, il 16 giugno scorso. Sull’acquisizione delle lettere i giudici decideranno il prossimo 22 aprile”.



C’è attesa per la decisione della Corte d’Assise di Bergamo sulle nuove perizie chieste dalla difesa di Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio. I legali del muratore di Mapello hanno infatti avanzato alcune richieste, tra cui in particolare quella di una rivalutazione del Dna trovato sul corpo di Yara e che le indagini hanno attribuito a Massimo Bossetti. Su questo punto la Corte si esprimerà il prossimo 22 aprile. Tra le altre richieste, come riporta L’Eco di Bergamo, anche una perizia medico-legale sull’ora del decesso della 13enne, e una sul tempo di permanenza di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo dove fu trovata, una sulle telecamere che ripresero il furgone di Bosseti, una sulle sferette e infine una sulle fibre ritrovate all’interno del mezzo. Intanto ieri è stato interrogato a porte chiuse il figlio minorenne dell’imputato: le sue dichiarazioni non sono note visto che l’interrogatorio non era accessibile né al pubblico né alla stampa.



Si è svolta ieri una udienza estremamente importante nell’ambito del processo a Massimo Bossetti, l’uomo unico imputato per il delitto della tredicenne di Brembate, Yara Gambirasio. L’attenzione si è catalizzata in particolare sull’interrogatorio al figlio maggiore di Massimo Bossetti, il 15enne Nicholas, giunto al Tribunale di Bergamo insieme alla madre ed al consulente della difesa, Ezio Denti. Alla vigilia dell’interrogatorio al ragazzo, avvenuto a porte chiuse, l’intenzione della difesa, come riporta il sito BergamoPost.it, era quella di “dimostrare che il nostro assistito è una persona assolutamente normale, un padre affettuoso e quindi non un killer come è stato dipinto”. Ignoto il contenuto dell’audizione alla quale non hanno potuto assistere neppure i giornalisti al fine di salvaguardare il giovane teste chiamato dalla difesa del padre imputato. Gli stessi legali del carpentiere di Mapello indagato per l’uccisione e l’occultamento di cadavere di Yara Gambirasio, inoltre, avrebbero riservato un elevato numero di richieste relativo ad ulteriori perizie. Se è vero che il processo a Massimo Bossetti sarebbe quasi giunto alle sue battute finali, le richieste degli avvocati Salvagni e Camporini che compongono la difesa dell’imputato, come sottolinea anche L’Eco di Bergamo sembrerebbero portare alla realizzazione di un nuovo processo nel processo. Alla lista già lunga di testimoni indicati (inizialmente sarebbero dovuti essere 711, poi sfoltiti ad un centinaio), i due legali vorrebbero sentirne altri. Relativamente alle perizie richieste, queste andrebbero a riguardare cinque aspetti salienti. L’intento sarebbe sempre quello di smontare la prova regina che ha portato l’accusa ad arrestare Massimo Bossetti, ovvero il suo Dna ritrovato sugli indumenti di Yara Gambirasio. Richiesta anche una perizia medico-legale che vada a definire con esattezza l’ora del decesso della ragazzina, ed ancora il tempo di permanenza della vittima nel campo di Chignolo dove fu poi ritrovata e la dinamica dei fatti. Chiesta una nuova perizia anche sulle telecamere che ripresero il furgone, una sulle sferette ed infine una sulle fibre rinvenute sul furgone dell’imputato. Alla luce delle numerose richieste da parte della difesa, Antonella Bertoja, presidente della Corte d’Assise, resta in attesa delle istanze scritte entro il prossimo 20 aprile e nella nuova udienza fissata al 22 aprile la Corte si ritirerà per decidere.

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