Nella giornata in cui Papa Francesco ha incontrato i migranti a Lesbo il capo dello Stato Sergio Mattarella ha inviato una lettera al Pontefice in cui sottolinea l’importanza del gesto di Bergoglio. Il presidente della Repubblica, come riporta Rainews afferma: “Nella certezza che il suo messaggio possa scuotere nel profondo l’anima dell’Europa e della comunità internazionale, mi è gradita, Santità, l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione. Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui Ella si accinge a partire per l’isola di Lesbo. Il dramma delle migrazioni, in particolare nel bacino del Mediterraneo, e la tragica quotidiana realtà che caratterizza le vite di quanti sono costretti ad abbandonare i proprio affetti, il proprio Paese, le proprie case, per fuggire da guerre, persecuzioni e povertà, toccano nel profondo la coscienza dell’Italia e della comunità internazionale. La sua visita a Lesbo, insieme a Sua Beatitudine il patriarca Bartolomeo I e all’arcivescovo di Atene Sua Beatitudine Girolamo II costituisce un’ulteriore concreta conferma del suo instancabile impegno nel suo pontificato e nel Giubileo della misericordia, per dare fiducia e lenire le sofferenze di quanto cercano in Europa un approdo di pace e speranza”.



E’ tornato a Roma Papa Francesco, dopo la visita lampo a Lesbo di oggi. Il Pontefice è atterrato dell’aeroporto militare di Ciampino: il Papa non è solo, dall’isola greca è infatti ripartito con 12 profughi che erano ospitati nel campo di Moira che Bergoglio ha visitato questa mattina. Sarà la Comunità di Sant’Egidio ad ospitarli: si tratta di tre famiglie di rifugiati dalla Siria, di cui 6 minori. La visita del Papa a Lesbo è stata simbolica. Il Pontefice ha voluto ricordare il dramma dei migranti, dando speranza a queste persone: “Non siete soli”, ha infatti detto il Papa che ha anche fatto appello al mondo affinché affronti questa emergenza. Lesbo è la prima “porta” scelta dalle migliaia di profughi che fuggono dalla guerra in Siria per entrare in Europa, nonostante l’accordo tra Ue e Turchia. A confermarlo, come riporta l’Ansa, i dati dell’Organizzazione mondiale delle migrazioni: “sono oltre 89mila i migranti sbarcati nei primi tre mesi dell’anno, 445mila nel 2015, la metà di tutti quelli arrivati in Grecia l’anno scorso”.



Prosegue il racconto del viaggio del Papa a Lesbo, un incontro voluto fortemente dal Santo Padre per portare conforto ai profughi smistati nell’isola greca divenuta l’emblema dell’emergenza migranti. Come riporta “Il Giornale”, il Pontefice ha deciso di pranzare in compagnia dei profughi e del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e dell’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta la Grecia Hieronimos. Bergoglio pranzerà in una stanza modesta allestita in uno dei container del Moria Refugee Camp e al suo fianco presenzierà un “campione” di profughi di diverse etnie scelto appositamente per rappresentare al Papa le sofferenze comuni ma di differente estrazione. Secondo la stampa greca il pranzo consisterà in un risotto ai funghi seguito da olive e chalva, dolce tipico del Mediterraneo. Nel frattempo hanno trovato conferma le indiscrezioni secondo cui il Papa avrebbe portato con sé in Vaticano alcuni profughi, ma il numero di rifugiati ad essere trasferiti dovrebbe essere di 12 e non di 10 come si ipotizzava inizialmente. Agli 8 siriani e ai 2 afghani di cui si parlava in un primo momento dovrebbero aggiungersi infatti 2 iracheni, tutti di religione musulmana. Il gesto di Papa Francesco, come riporta “Corriere.it” è stato spiegato così da Padre Federico Lombardi:”Il Papa ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui 6 minori. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesbo prima dell’accordo fra Unione Europea e Turchia“.



Si è rivolto ai migranti dicendo loro di “non perdere la speranza” perché “non sono soli”. E’ questo il messaggio lanciato oggi da Papa Francesco a Lesbo nella visita lampo di un giorno sull’isola greca. Il Pontefice ha visitato il campo profughi di Moria che ospita 2500 persone. Poi, dopo la firma della dichiarazione congiunta con il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene Hieronimos, per richiamare all’accoglienza, ha parlato a nome di tutti e tre: “Insieme si possono e si devono cercare soluzioni degne dell’uomo alla complessa situazione dei profughi. La mia presenza qui sta a testimoniare la nostra volontà di continuare a collaborare affinché questa sfida sia motivo di crescita e non di scontro. Dio non è indifferente di fronte alle tragedie che colpiscono l’umanità, ci sostiene e ci ha mostrato la via della pace. Di fronte al male del mondo si è fatto nostro servo e ha salvato il mondo. Solo chi serve con amore costruisce la pace”. Poi la cerimonia di commemorazione: un minuto di silenzio per i migranti morti in mare e il lancio di tre corone di fiori nel mar Egeo in ricordo di chi lì ha perso la vita.

Papa Francesco, in visita a Lesbo al Moria Refugee Camp, divenuto il simbolo dell’emergenza profughi, ha deciso di riportare con sé 10 migranti: 8 di nazionalità siriana e 2 afghani. La notizia, come riporta da “La Repubblica”, è stata comunicata dall’organismo greco di coordinamento della politica migratoria. Una scelta forte quella del Pontefice, votata al principio dell’accoglienza, che segue l’indicazione data lo scorso settembre alle 25mila parrocchie italiane invitate a spalancare le porte ad almeno una famiglia di profughi. Lo stesso Santo Padre aveva dato il buon esempio accogliendo un nucleo familiare nella parrocchia vaticana di Sant’Anna, e un paio nella Basilica di San Pietro. Come sottolinea l’emittente Ert ad essere selezionate in maniera del tutto casuale sono state 3 famiglie residenti nel campo profughi di Kara Tep. Una scelta, quella di Bergoglio, che ha costretto a ridurre da 70 a 45 il numero di giornalisti che abitualmente viaggiano insieme al Papa.

E’ stata firmata questa mattina a Lesbo da Papa Francesco, dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo e dall’arcivescovo di Atene Hieronimos, la dichiarazione congiunta con un richiamo ai cristiani all’accoglienza. Bergoglio, in visita al campo profughi di Moria, ha detto ai migranti “di non perdere la speranza”. “Siamo venuti per richiamare l’attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la risoluzione” – ha aggiunto Papa Francesco, come riferisce l’Ansa – “Come uomini di fede desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro. Speriamo che il mondo si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità”. Papa Francesco ha incontrato i migranti e ha ricevuto anche dei disegni da parte di alcuni bambini: “E’ quello che hanno visto?”, ha chiesto il Papa aggiungendo “Questi vorrei farli vedere sull’aereo, durante la conferenza stampa”.

E’ atterrato sull’isola di Lesbo Papa Francesco per la visita lampo durante la quale incontrerà anche i migranti. E in concomitanza con il suo arrivo è stato pubblicato questo tweet sul profilo ufficiale del Pontefice sul social network: “I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati” (clicca qui per leggerlo) L’aereo con a bordo Papa Francesco è decollato questa mattina da Fiumicino ed è atterrato all’aeroporto di Mytilene. Il Pontefice rientrerà a Roma già nel pomeriggio. E’ in corso la cerimonia di benvenuto: il Papa è stato accolto dal primo ministro greco Alexis Tsipras. Bergoglio riceverà poi il saluto del Patriarca Bartolomeo e dall’arcivescovo di Atene, Hieronimus. Ad accogliere Papa Francesco ci sarà anche il presidente della Conferenza episcopale greca, Fragkiskos Papamanolis. Momento cluo della visita di Bergoglio a Lesbo sarà però la visita ai rifugiati nel campo profughi di Moria dove ne sono ospitati 2500. 

Oggi Papa Francesco vola a Lesbo per il suo 13esimo viaggio apostolico all’estero: l’incontro storico con i migranti dell’isoletta della Grecia che assieme a Idomeni e Lampedusa rappresenta il simbolo dell’emergenza – ormai molto più che tale – delle migrazioni di questi ultimi anni. Nel programma di oggi la visita al campo profughi con l’abbraccio ai rifugiati, il ricordo delle vittime delle migrazioni e l’incontro preghiera con i tre leader religiosi come il patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, l’arcivescovo di Atene Hieronimus e il presidente della Conferenza Episcopale greca Papamanolis. Attesissimo il discorso davanti ai migranti per i suoi risvolti sociali, religiosi e forse anche politico, sebbene padre Lombardi abbia escluso che questo viaggio sia per dare qualche messaggio all’Unione Europea e alle ultime discutibili decisioni su migranti, ad esempio l’accordo con la Turchia. A Lesbo infatti tutti aspettando il Pontefice, come racconta all’agenzia Askanews, Martina Karakis, lavoratrice Caritas sull’isola greca: «Tutti i rifugiati vogliono essere vicini al Papa, toccarlo, parlargli. Sperano che dopo la visita le cosa vadano meglio. Che si trovi una soluzione. Una soluzione ai loro problemi e magari anche alla guerra che c’è nel loro paese. Sperano che qualcosa cambi». Per seguire al meglio l’intera giornata di Papa Francesco tra i migranti di Lesbo, Tv2000 – canale 28 del digitale, 18 TivuSat, 140 di Sky – sarà disponibile anche la diretta streaming video live sia dal sito di Tv2000 che dal canale ufficiale YouTube ufficiale del Centro Televisivo Nazionale

In attesa dell’importante viaggio di Papa Francesco a Lesbo per incontrare i migranti in uno dei centri simbolo di questa emergenza umanitaria, a parlare è il direttore della Fondazione Migrantes, braccio pastorale della Cei: per monsignor Gianfranco Perego il viaggio di Bergoglio in Grecia è un gesto non come altri. «Ha una valenza politica importantissima, in un momento in cui si alzano i muri e l’Europa delega la responsabilità dei migranti ad un Paese che non ha neanche firmato la Convenzione di Ginevra come la Turchia: il Papa rappresenta una critica forte a questa politica perché ritrovi la solidarietà e l’attenzione ad un diritto fondamentale su cui poggia la democrazia», spiega il monsignore a LaPresse in vista del 13esimo viaggio apostolico di Papa Francesco. Secondo lui il Pontefice a Lampedusa ha inaugurato un cammino di attenzione a questo mondo di immigrazioni forzate che nell’ultimo anno da 50 è diventato di 60 milioni di persone: «c’è un parallelismo tra Lampedusa e Lesbo ma non solo, possiamo vedere in molte sue visite elementi che caratterizzano l’attenzione sociale ed ecclesiale di papa Francesco e non lo fa da solo, ma domani sarà anche con il patriarca di Costantinopoli e l’arcivescovo di Atene».

, l’isoletta in Grecia che accoglie da mesi ormai migranti da ogni luogo dell’Africa e del Medio Oriente e che rappresentano, assieme a Lampedusa e Idomeni un po’ il simbolo di questa incredibile emergenza mondiale migratoria. Domani, sabato 16 aprile, è dunque in programma la visita di Papa Francesco all’isoletta greca nel Mediterraneo; un viaggio lampo deciso dal Pontefice dopo numerose e troppe notizie orribili che arrivano da quel campo e sopratutto dopo la decisione dell’accordo tra Unione Europea e Turchia che mira, secondo Padre Federico Lombardi (direttore della Sala stampa Vaticana) ad una visione miope e in cui “è umiliante che l’Europa chiuda così le porte”, gli fa eco il cardinale di Stato, Pietro Parolin. Nell’udienza del mercoledì queste sono state le parole di Bergoglio per proiettare il significato della sua visita di domani: «Sabato prossimo mi recherò all’isola di Lesbo dove nei mesi scorsi sono transitati moltissimi profughi. Andrò insieme con i miei fratelli, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Hieronymus, per esprimere vicinanza e solidarietà sia ai profughi e sia ai cittadini di Lesbo e a tutto il popolo greco tanto generoso nell’accoglienza. Chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e la materna intercessione della Vergine Maria». Nel programma fittissimo incontrerò i rifugiati del campo profughi di Moria, il vero cuore della sua visita apostolica: lo attendono in 2500 dal Centro di accoglienza mentre poi pranzerà con otto di loro, rappresentanti delle diverse realtà presenti sull’isola. Un viaggio che non si può dire non abbia una forte connotazione simbolica proprio per il momento e la scelta-lampo di andare: spiega meglio sempre Lombardi all’Ansa, «sarà una visita di natura strettamente umanitaria, non ci sono risvolti politici» per questo tredicesimo viaggio apostolico di Papa Francesco.