Già da qualche anno è stato scoperto che la scelta dei cibi dipende dai geni. Di dieta genetica si parlerà questa sera su Rai Tre a Report, il programma condotto da Milena Gabanelli. Nel 2014, come riporta l’Huffington Post, alla conferenza della Società Europea di Genetica Umana, sono stati presentati i risultati del gruppo di ricerca dell’Università di Trieste e dell’Istituto Burlo Garofolo, sempre a Trieste, coordinato da Paolo Gasparini. I ricercatori hanno appunto scoperto che la predilezione per determinati cibi è determinata dal Dna di ciascuno. Tra i cibi per i quali è stato individuato uno specifico gene che ce li rende più o meno amati si sono carciofi, gorgonzola, caffè, broccoli, vino bianco e pancetta. Nella ricerca sono state analizzate le preferenze alimentari relative a 80 diversi cibi di 4mila volontari. L’indagine su come il genoma modifichi la percezione del gusto offre la possibilità di creare un dieta genetica, una dieta cioè personalizzata ed efficace “non solo nella perdita di peso, ma anche per contrastare malattie come ipertensione o cancro”.
Sarà trasmesso stasera a Report, il programma condotto da Milena Gabanelli su Rai Tre, un servizio sulla dieta genetica: “Il genoma vien mangiando” di Stefania Rimini. Si indagherà sul perché gli stessi cibi fanno ingrassare solo alcune persone e non tutti allo stesso modo, anzi c’è anche chi resta magro. La risposta è “perché lui è fatto così”. La stessa dieta ha effetti differenti su ognuno di noi perché sulla base del nostro genoma rispondiamo diversamente al caffè, al sale, a una fiorentina, a un uovo. Addirittura sembra che ci farebbe bene anche digiunare ogni tanto perché i nostri antenati nomadi, cacciatori-raccoglitori trovavano il cibo in modo discontinuo. Il nostro genoma è infatti ancora quello dei cacciatori-raccoglitori e ci vogliono migliaia e migliaia di anni perché si adatti. Questo è il motivo per cui il 40% degli italiani non digerisce bene il latte: infatti l’uomo ha cominciato a berlo “solo” 12.000 anni fa, quando si è dato all’agricoltura.