Il santo di questo giorno nacque in Francia nel 1000 ad Aurillac, in una famiglia benestante. Fin da bambino si racconta che san Roberto, non accettò l’allattamento da parte di due donne che non conducevano una vita propriamente ortodossa. Le notizie della sua infanzia sono veramente poche e frammentarie. Da giovane venne consacrato sacerdote presso la chiesa di San Giuliano a Brioude; una delle sue più grandi virtù era quella di avere una grandissima carità ed attenzione particolare verso i poveri e gli infermi. Per loro fece costruire anche un ospizio che li potesse ospitare e curare con grande dedizione. Ma san Roberto dentro si sentiva la grande vocazione verso la vita monastica e da eremita. Così si ritirò presso il monastero di Cluny per un piccolo periodo, visto che poi gli abitanti di Brioude, smarriti per la sua assenza, si recarono a Cluny per suaderlo a rientrare a Brioude. San Roberto durante questo periodo però si sentiva molto turbato, così decise di recarsi a Roma, il centro della cristianità. Qui san Roberto si mise a pregare sulla tomba degli apostoli, chiedendo a Dio di indicargli quale fosse la strada più giusta per lui, quella di prete fra la gente o quella dell’eremita. Dopo aver pregato, san Roberto trovò per strada un soldato di nome Stefano, stanco della sua vita fatta di guerre chiese “Vorrei fare una vita di penitenza, cosa devo fare?”. San Roberto rispose che la strada migliore da seguire è quella di lasciare tutto, e seguire il Signore. Stefano disse che lo avrebbe fatto, ma solo in sua compagnia. San Roberto allora confidò la sua volontà a Stefano e, così insieme decisero di stabilirsi, insieme ad un terzo soldato dal nome Dalmazio, in un vecchio rudere di una chiesa e costruirono delle cellette di frasche dove poter dormire. Qui iniziarono la loro vita monastica e di ritiro in preghiera e contemplazione, guidati dalla Santa Vergine. Con questo piccolo insediamento nel 1043, inizia a crescere quella che diverrà, dopo alcune difficoltà, l’Abbazia di Chaise Dieu, tradotto la sedia di Dio o la casa di Dio. L’abate benedettino, san Roberto la guidò per anni in maniera egregia, divenendo uno dei più grandi e conosciuti centri monastici dell’intera Francia. Dopo un periodo di diffidenza nei suoi confronti, san Roberto iniziò a riscuotere un certo tipo di successo, dettato da uno stile di vita scandito dall’umiltà, la preghiera e la dedizione al Signore. Molti giovani iniziarono ad avvicinarsi alla vita dei monaci, consacrandosi a Dio e alla Madonna. L’abbazia, a questo punto crebbe con la costruzione di tanti nuovi edifici che in un certo momento, arrivarono ad ospitare addirittura 300 monaci. San Roberto morì il 17 aprile del 1067, dopo essere stato un padre monastico molto caritatevole e premuroso, molto amato dai suoi seguaci ma anche dai tantissimi cristiani che lo conoscevano e praticavano spesso.
Dopo la sua morte, iniziarono le discussioni circa la santità dell’abate francese. Un monaco raccontò che nel momento della morte di san Roberto, aveva visto la sua anima salire verso il cielo come se fosse una palla di fuoco.
Sulla sua tomba intanto avvennero diversi miracoli, così il pontefice Clemente VI che in passato era stato abate proprio della Chaise Dieu, nel 1351 ad Avignone canonizzò san Roberto. Oggi san Roberto della Chaise Dieu è ancora un santo venerato e il 17 aprile ricorre la sua memoria sul calendario romano. San Roberto viene rappresentato con un bastone pastorale e con la piccola miniatura dell’Abbazia. Tra gli altri santi e beati in questa data si venerano i martiri Elia, Paolo e Isidoro.