Per Dilma Rousssef, forse, si è arrivati al capolinea della sua esperienza politica in Brasile: il caso di impeachment che la vede sotto accusa, con il via libera della Camera e l’attesa per il responso del Senato che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni – qui sotto tutti i dettagli dell’iter istituzionale del impeachment per il presidente brasiliano – lo stato di salute della presidente verdeoro è ai minimi storici. Il governo Roussef grida al golpe, quello che ha portato alla dittatura militare tra il 1964 e il 1985; le opposizioni invece gridano allo scandalo per un sistema di potere corrotto che da Lula fino a Dilma stanno portano il Brasile allo sbando economico, politico e sociale. Chi ha ragione? Il vero è molto difficile da cogliere, ma certamente per il governo socialista il simbolo di Paese guida e leader dei Brics sembra davvero essere lontano anni luce. Tasso di popolarità al 13%, per il secondo anno di fila l’economia del Brasile si è contratta ancora del 3,8%: «è una cattiva amministratrice e si è comportata in modo irresponsabile», riferisce l’amministratore delegato di una società con 5mila dipendenti nel mondo della scuola brasiliana. L’economia  sembra davvero in ginocchio e a questo punto, golpe o non golpe, il caso di impeachment probabilmente potrebbe essere stato “usato” come estremo tentativo di deporre il suo sistema di potere allargato.



Per il caso di impeachment che sta travolgendo il Brasile e il suo presidente, Dilma Roussef, le ultime ore sono state di fuoco con il voto alla Camera che ha confermato la crisi profondo del governo e l’atto di accusa inizia per il capo dell’esecutivo socialista. Passato, tra il giubilo della folla in piazza, il primo formale atto di accusa verso Dilma, l’impeachment per essere confermato su tutta la linea deve compiere ancora due step fondamentali. Per prima cosa, la palla passa al Senato brasiliano che dovrà istituire nel giro di massimo 10 giorni la commissione speciale che si pronuncerà sulla richiesta di accusa per Roussef. A quel punto, la decisione della commissione verrà sottoposta alla plenaria seduta della Camera Alta (il Senato per l’appunto) dove basteranno 41 voti su un totale di 81 legislatori per poter aprire definitivamente il processo d’accusa contro il presidente. La decisione finale, se tutti questi passaggi vengono superati contro Dilma, vedrà votazione presieduta dal presidente della Corte Suprema e richiederebbe 54 voti, ovvero due terzi del Senato, per la definitiva condanna. Il governo ovviamente si difende e rilancia: «impeachment è stato orchestrata da una opposizione che non ha accettato la sconfitta nelle ultime elezioni e non ha lasciato governare la presidente, boicottando le sue iniziative a favore dello sviluppo del Paese».



È caos sull’impeachement che arriva dal Brasile: il presidente socialista Dilma Roussef, dopo mesi di critiche per l’incapacità di traghettare il Paese fuori dalla crisi economica, è stata travolta dallo scandalo corruzione e mazzette che ha coinvolto in sostanza metà del suo partito, Lula compreso, Lo stesso tentativo di Dilma nell’integrare l’amico Lula nel governo per concederli l’immunità parlamentare ha fatto scattare la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso imponente del paese verdeoro: dopo l’impeachment passato alla Camera, le ultime notizie che arrivano da Rio e dalle altre grandi città brasiliane parlano di strade riempite da manifestazioni di giubilo contro Dilma, ma anche sostenitori che ritengono un’attaccoingiustificato quello che il Parlamento ha compiuto nei confronti del presidente socialista. «Una minaccia per la democrazia, la decisione della Camera minaccia di interrompere 30 anni di democrazia nel Paese. È stato un regresso l’avvio del procedimento di impeachment contro la presidente della Repubblica Dilma Roussef, eletta con 54 milioni di voti», tuona il comunicato del capo gabinetto di Governo, Jaques Wagner. La parola passa al Senato ma il Brasile versa davvero sull’orlo di una crisi di voti (e nervi).



Autentico terremoto in Brasile con il Governo che ieri sera ha subito un durissimo colpo dal voto alla Camera: dopo una seduta di cinque ore consecutive, la Camera dei deputati brasiliana ha approvato l’apertura di un procedimento di impeachment nei confronti della presidente di sinistra Dilma Roussef dopo lo scandalo della corruzione che ha decapitato i vertici del suo partito e che ha coinvolto il suo principale sponsor oltre che precedente presidente, Lula. il governo è stato battuto e ha ammesso la sconfitta prima del raggiungimento del quorum di 342 voti, quanto le votazioni erano sul 304 sì contro 104 no. Ora la battaglia passa al Senato con la medesima votazione che determinerà la presidenza di Dilma, sconvolta dagli scandali e ora impossibilità ad esercitare le sue funzioni di presidente finché non arriverà il risultato ultimo del Senato. In molti dal Brasile scrivono che probabilmente potrebbero arrivare prima le dimissioni che Roussef dovesse capire che la battaglia al Senato potrebbe terminare con la medesima fine di ieri pomeriggio. Resta al momento un vuoto politico preoccupante per un Paese non così lontano da una crisi economica terribile.

Non ha raggiunto il quorum il referendum sulle trivelle. L’affluenza degli elettori si aggira sul 30% con uno 0.8 in più in chiusura dei seggi. Un dato già evidente dalle 19: in quell’orario si parlava del 23.48%. E’ quindi nulla la consultazione elettorale. Il piatto della bilancia a favore degli astenuti, anche a seguito delle numerose polemiche avvenute in questi giorni nel mondo della politica. Secondo il Premier Matteo Renzi si tratta di una vittoria per chi “lavora sulle piattaforme”, riferisce da Palazzo Chigi, “ha perso chi ha voluto la conta a tutti i costi” ed ha aggiunto “la demagogia non paga”. 

Paura in Equador a causa di un terremoto di forte intensità, pari a 7.8 gradi della scala Richter, avvenuto nella notte di ieri (ora italiana). Colpite soprattutto le province di Manabi ed Esmeraldas, dove si registrano vittime e distruzione. Il Presidente Correa ha interrotto la sua visita al Vaticano, rientrando subito nel Paese. La stima dei decessi per ora parla di 250 persone. Le squadre di soccorso stanno intervenendo nelle ultime ore sia dagli USA che dalla Colombia, con supporto anche da parte del Messico. La situazione devastante richiama alla mente il sisma che ha colpito il Giappone solo pochi giorni fa. 

Si parla ancora del caso Regeni. Il portavoce del ministro degli esteri egiziano, Ahmed Abou Zeid, ha chiesto che l’Italia rallenti le pressioni politiche che sta mettendo in atto per arrivare alla verità. Solo due giorni fa il presidente dell’Egitto, Khalil al-Sisi, aveva puntato il dito contro le pressioni internazionali che sta ricevendo il suo Paese. Rincara invece il Presidente francese Francois Hollande che durante una dichiarazione ha paragonato il caso Regeni con quello francese di Eric Lang. Il suo connazionale è morto in un commissariato della capitale egiziana in circostanze non chiare nel 2013. 

Ottima la domenica sportiva per quanto riguarda il calcio. La Juve è ad un passo dal quinto scudetto consecutivo, grazie al 4-0 nella partita contro il Palermo. I bianconeri sono apparsi in splendida forma e l’unico neo è stato l’infortunio importante di Marchisio che ha riportato la rottura del crociato. Pareggio invece fra Roma e Bergamo grazie a Totti. A fine partita, il capitano della Roma ha avuto una lite furiosa con l’allenatore perché lo ha relegato in panchina. Vince Rosberg nel GP cinese di F1, secondo Vettel. Il pilota tedesco è riuscito a rimontare alla grande dopo una partenza dubbia.