Da due giorni è morta Karina Huff, la bellissima Susan di Sapore di Mare e di tanti altri film degli anni 80-90 italiani: la classica biondina tutta acqua e sapone che faceva girare la testa tutti i maschietti, è morta dopo una lunga battaglia persa con il cancro. Ebbene, arriva il commento choc di un’altra protagonista di quegli anni, l’attrice Eleonora Brigliadori, non nuova ad uscite del genere: su Facebook ha scritto il giorno della morte di Karina, «Che peccato! Karina era dolcissima, mi era stata simpatica fin dal principio. Un’altra vittima delle cure sbagliate, non si muore facilmente con un tumore al seno, a meno di accettare la folle idea di chemio, radioterapie e interventi devastanti. Ma lo stesso ci sono quelli che diranno di essere guariti, nonostante la kemio. A loro dico, forse eravate già guariti da soli e la kemio è stato solo un veleno inutile che non è riuscito ad uccidere solo perché avevate già risolto». Ovviamente oleiche a non finire per queste dichiarazioni, non nuove nel mondo dei vip ma anche sei semplici cittadini che di fronte al male grande del cancro agisce andando contro la comunità scientifica e cercando di screditare la validità delle cure radio e chemioterapiche.
La Brigliadori era la stessa che aveva in passato parlato e sostenuto pubblicamente la Nuova Medicina Germanica, il sistema di autoguarigione proposto dal dottor Ryle Geer Hamer: sul Messaggero viene riproposto un passo di quelle parole che già negli anni ’80 avevano creato scandalo, “i medici mi dissero che avevo solo sei mesi di vita. Sarei dovuta morire, quindi perché farmi bucare, tagliare e aprire? Non ho fatto la chemioterapia perché sono vincita che vada a creare ulteriori problemi fisici oltre ad innescare meccanismi di paura”. Guarì dal male e oggi sul caso di Karina Huff ripropone le sue considerazioni: «la paura sta erodendo la vostra anima nel farvi credere che quella sofferenza subita si stato un bene, confondere il male con il bene è lo scopo degli ostacolato della verità». Sono attese risposte dalla comunità scientifica o forse da qualcuno tra i milioni di pazienti che grazie alle cure chemioterapiche riescono a vivere molti più anni di quelli previsti dalla morte provocata da tumore.