Il giallo sulla scomparsa di Roberta Ragusa, negli ultimi giorni ha visto nuovamente riaccesi i riflettori, portando alla luce un elemento importante. Ci sarebbe un indizio sul luogo dove potrebbe essere stata sepolta la donna, la cui scomparsa avvenuta nel 2012 sarebbe divenuta “l’emblema dei femminicidi”, come scrive il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci. Lo stesso, dopo la novità della segnalazione giunta ai Carabinieri tramite lettera anonima, ha riportato importanti aggiornamenti tramite la sua pagina ufficiale Facebook. Allo stesso tempo è intervenuto oggi telefonicamente nel corso della trasmissione Pomeriggio 5, parlando delle ultime novità legate al giallo: “C’è una persona di sesso femminile e di mezza età che fa una serie di rivelazioni rispetto a qualcosa che ha visto avvenire in quel boschetto, movimenti sospetti visti all’inizio delle indagini. Oggi esce fuori per raccontare ciò che ha visto al fine di far emergere la verità”, ha rivelato il giornalista. La persona in questione sarebbe molto attendibile e l’oggetto in questione sarebbe “qualcosa che è stato in contatto con il corpo”. Si tratta di un oggetto “di media dimensione forse contaminato da tracce individuabili tramite esame Dna”, ha aggiunto Peronaci al telefono con la trasmissione. Tramite la sua pagina Facebook ha anticipato che i Carabinieri, almeno per il momento, non avrebbero avviato alcuna verifica nel luogo indicato.
Da alcuni giorni il giallo di Roberta Ragusa, scomparsa misteriosamente nel gennaio 2012 avrebbe aperto un nuovo scenario inquietante in merito alla lettera anonima giunta ai Carabinieri di Pisa insieme ad alcune foto e che indicherebbe il punto preciso nel quale sarebbe stato sepolto il cadavere della donna, moglie di Antonio Logli. Si tratta dell’opera di un mitomane? Il dubbio resta, eppure come riporta oggi Urban Post, il giornalista Fabrizio Peronaci sul suo profilo Facebook avrebbe commentato ulteriormente il caso avanzando un dubbio importante: “Nel boschetto c’è la prova-regina? Si parla di un oggetto di plastica”, scrive il giornalista, segnalando l’ipotesi che già da oggi possano iniziare le operazioni di scavo. “Sottoterra, nel boschetto indicato dall’articolo del Corriere.it, ci sarebbe un INDIZIO importante tale da dimostrare l’avvenuta sepoltura della povera Roberta. Si tratterebbe di un OGGETTO di PLASTICA di colore MOLTO CHIARO e di dimensione MEDIO-GRANDE, forse contaminato da tracce individuabili tramite l’esame del dna”, scrive ancora Peronaci.
Dopo le ultime rivelazioni sul caso di Roberta Ragusa contenute della lettera sempre più probabile opera di un mitomane, come hanno rivelato i carabinieri di Pisa, l’attenzione ovviamente ritorna sul processo al marito Antonio Logli. Giusto un mese fa la Cassazione ha di fatto riaperto il caso, sconfessando il parere dei primi due giudici che si erano pronunciati sul mistero della donna scomparsa e ma più ritrovata nel 2012. Pochi giorni dopo la riapertura del processo, aveva parlato il legale di Logli in diretta a Chi l’ha visto, e aveva riferito importanti dichiarazioni che oggi rispuntano come possibili indizi per le indagini che a questo punto proseguono. «Roberta Ragusa può essere ancora viva, la cerchiamo anche noi». Il caso si è riaperto dopo che la Corte di Cassazione ha annullato il proscioglimento di Antonio Logli e ora si attende una nuova udienza preliminare davanti ad un altro Gup. Ma quali sono le ipotesi di reato ancora in atto? Come riporta La Nazione, citando fonti giudiziarie dell’accusa. “omicidio volontario e soppressione di cadavere, queste sono le ipotesi di reato contestate a Logli partendo dal movente di un rapporto di coppia ormai sfilacciato, dell’esistenza di una relazione clandestina e di una separazione che se realizzata sarebbe costata moltissimo al marito in termini economici”.
Non si placa l’eco per le ultime rivelazioni inerenti il caso di Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello di San Giuliano tra il 13 e il 14 gennaio 2012 per il cui omicidio andrà nuovamente a processo, dopo la recente decisione della Cassazione, il marito della donna Antonio Logli, l’uomo che verrà giudicato dal Tribunale di Pisa per le accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere. E proprio del corpo di Roberta Ragusa si è tornati a parlare in queste ultime ore dopo che “Il Corriere della Sera” ha ricevuto una lettera anonima nella quale si indica con tanto di foto il luogo in cui sarebbe stato sepolto il corpo della donna scomparsa. Le coordinate porterebbero in una radura situata “nel retro del deposito mezzi e materiali, alla fine del marciapiede della stazione di S.Giuliano Terme“: un boschetto fitto, raggiungibile a piedi e in macchina, chiuso da un cancello e collocato a poche centinaia di metri dall’abitazione di Logli. Il clamore della rivelazione nelle ultime ore è stato attutito dalla versione del quotidiano “Il Tirreno” venuto a conoscenza del fatto che il firmatario della missiva è in realtà un mitomane “più volte denunciato dai carabinieri per le sue uscite di senno“. Un nuovo falso allarme dunque: la speranza è che non sia davvero così.