Si profilava come un’udienza importantissima, quella andata in scena oggi in occasione del processo a Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio. Poco dopo le ore 17:00, i giudici della Corte d’Assise di Bergamo riunitisi in camera di consiglio, si sono espressi sulle richieste avanzate dalla difesa del muratore e relative a cinque nuove perizie. La Corte ha respinto tutte le richieste in questione, come riporta La Stampa. L’accento era stato posto in modo particolare sulla perizia relativa al Dna, la prova regina che ha portato all’arresto di Bossetti, ma anche sull’allineamento delle telecamere che avrebbero ripreso il suo furgone. Con la decisione della Corte, dunque, il processo va avanti, avendo i giudici ritenuto “non decisivo ogni altro accertamento”, sebbene sia ormai giunto alle sue battute conclusive prima della sentenza prevista per la metà di giugno.



Nella giornata di oggi si sta svolgendo la trentottesima udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino della tredicenne Yara Gambirasio. Alla vigilia del ritorno in aula a Bergamo, si era parlato di un’udienza “chiave” del processo il quale potrebbe ormai dirigersi verso le sue battute finali. Nel corso della passata udienza, la difesa aveva avanzato una serie di richieste in riferimento a cinque punti ritenuti salienti, a partire dalla perizia sul Dna, ritenuta la prova regina contro Bossetti. In merito, la Corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja si è ritirata in camera di consiglio per decidere se respingere o meno le richieste di perizia avanzate dalla difesa del muratore di Mapello, in carcere dal giugno del 2014 con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio e poi occultato il suo cadavere. Oltre alla perizia sulle tracce di Dna riconducibili a Bossetti e ritrovate sugli indumenti della tredicenne, le altre riguarderebbero altri punti che hanno visto finora scontrarsi accusa e difesa, a partire dal furgone del muratore, il celebre Iveco bianco, ma anche una perizia in riferimento al corpo della giovane vittima ritrovato a Chignolo d’Isola, in un campo isolato, a distanza di tre mesi esatti dalla sua scomparsa. Ed ancora, una perizia sulle fibre e sulle sferette metalliche trovate sul corpo e sugli indumenti di Yara. Alla Corte spetterà oggi la decisione ufficiale in quanto deciderà se accettare tutte o solo alcune delle richieste dell’accusa o se invece respingerle.

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