Il giallo di Roberta Ragusa con le ultime novità del momento, è stato discusso anche oggi nel corso della nuova puntata del programma di Rai 1, La vita in diretta. La conduttrice Cristina Parodi ha voluto aggiornare i telespettatori sulle ultime novità legate ai recenti retroscena, asserendo come gli inquirenti abbiano considerato “le circostanze della lettera non correlate né correlabili alle indagini sulla scomparsa di Roberta Ragusa in quanto frutto dell’attività di un mitomane”. La vita in diretta ha voluto così rendere nota quest’ultima notizia per una questione di credibilità. Al contempo, la trasmissione Pomeriggio 5 è tornata sul caso della donna scomparsa, collegandosi nuovamente dal luogo dove potrebbe essere stato sepolto il corpo di Roberta Ragusa, sottolineando anche la presenza di una testimone che vestirebbe un ruolo importante e che stando a quanto riferito dal giornalista del Corriere, Fabrizio Peronaci, avrebbe assistito a “movimenti sospetti”. Qui sarebbe rinvenuto il lembo di un sacco, il quale uscirebbe dal terreno ma che al momento non sarebbe stato analizzato dalle Forze dell’Ordine.

Gli inquirenti che indagano alla scomparsa di Roberta Ragusa, nelle passate ore avrebbero smentito le ultime indiscrezioni legate alla lettera anonima dei giorni scorsi ed alle testimonianze raccolte dal Corriere della Sera. In merito, il giornalista Fabrizio Peronaci che sta seguendo con elevata attenzione il caso tenendo i suoi utenti costantemente aggiornati tramite il proprio profilo Facebook, avrebbe sottolineato la linea di non intervento della procura di Pisa, ma allo stesso tempo avrebbe anche commentato la recente smentita degli inquirenti, forse “finalizzata ad allentare la pressione mediatica, per proseguire le indagini con maggiore tranquillità”. Intanto, il giornalista nel medesimo stato Facebook senza mollare la presa su uno dei casi più controversi della cronaca nera nostrana degli ultimi anni, ha aggiunto: “Va precisato che, oltre alla lettera corredata di fotografie, il Corriere della sera ha parlato con la testimone, S., la quale ha dichiarato di aver notato “movimenti sospetti” nel boschetto e di essere convinta che nel punto da lei indicato sia sepolta (o sia stata sepolta) Roberta Ragusa, alle ore 11.44 del 19 aprile 2016″.

Il caso relativo a Roberta Ragusa continua a restare centrale nella cronaca nostrana, grazie all’eccellente lavoro degli inquirenti e del giornalista del Corriere, Fabrizio Peronaci, che continua a tenere aggiornati i suoi utenti tramite la sua pagina Facebook in merito al giallo ed ai suoi retroscena. La lettera anonima giunta ai Carabinieri di Pisa nei giorni scorsi ha aperto a nuovi inquietanti scenari rendendo noto con precisione il luogo in cui la donna, misteriosamente scomparsa quattro anni fa, sarebbe stata sepolta. A rafforzare questa ipotesi, oltre ad alcune fotografie, ci sarebbero anche due testimoni. In particolare una donna, la cui posizione sarebbe molto rilevante, sarebbe stata testimone di “movimenti sospetti” tali da far scattare l’attenzione degli inquirenti. Attenzione che, tuttavia, al momento sarebbe piuttosto scarsa, almeno stando a quanto fatto sapere dal giornalista. Questa mattina si era parlato di un possibile cambio di strategia e nelle scorse ore Peronaci aveva sollevato un dubbio: “Nelle prossime ore ricerche e scavi nel boschetto?”. A quanto pare però, la Procura di Pisa nelle ultime ore avrebbe smentito le indiscrezioni e sembrerebbe persistere la “linea del non intervento”. A tal proposito, gli inquirenti avrebbero inviato una nota all’Ansa che recita: “In relazione all’episodio riportato da una testata nazionale circa le indicazioni di un soggetto che ha chiamato in causa una appartenente alle forze di polizia, procura di Pisa e carabinieri precisano che si tratta di circostanze non correlate né correlabili alle indagini sulla scomparsa di Roberta Ragusa”.

Mentre il caso di Roberta Ragusa continua a restare centrale nella cronaca nostrana, alla luce degli ultimi elementi emersi nelle passate ore e che andrebbero ad annunciare una svolta vicina nell’intricata vicenda rimasta in sospeso dal 2012, sono state rese note ieri le motivazioni in base alle quali la Cassazione lo scorso 17 marzo ha annullato con rinvio il non luogo a procedere contro il marito Antonio Logli, pronunciato dal gup di Pisa. A presentare ricorso erano stati la procura di Pisa ed alcuni familiari della donna misteriosamente scomparsa da Gello di San Giuliano Terme tra il 13 ed il 14 gennaio di quattro anni fa. In merito a quanto riportato dall’Ansa – che cita le motivazioni della Cassazione – non ci sarebbero “ipotesi alternative alla fine violenta della donna”, anche alla luce del “compendio indiziario” raccolto nel corso dell’indagine nell’ambito della quale Antonio Logli sarebbe indagato per omicidio volontario e distruzione del cadavere di Roberta Ragusa. La Cassazione non avrebbe dubbi: sarebbe da escludere che dagli atti relativi alla scomparsa della donna possa emergere “in modo evidente l’innocenza dell’imputato” Antonio Logli. Dopo aver appreso le motivazioni del verdetto della Cassazione, il legale dei familiari della Ragusa, avvocato Enrico Maria Gallinaro, secondo quanto riportato dalla agenzia Ansa avrebbe espresso tutta la sua soddisfazione commentando: “La Cassazione ha di fatto sgretolato con una sentenza puntuale precisa e molto circostanziata, sia il contenuto della sentenza del gup di Pisa, sia il metodo da lui utilizzato. I supremi giudici hanno ripercorso in modo capillare l’intera vicenda evidenziando tutti i passaggi investigativi che erano stati offerti dal pm in sede di udienza preliminare, e hanno accolto pienamente il contenuto dei ricorsi presentati sia dalle parti civili che dalla Procura”. Le parti civili in questione sarebbero rappresentate da Antonino e Annamaria Ragusa, rispettivamente zio e cugina della donna scomparsa. Antonio Logli, intanto, dovrà tornare presto in aula davanti al nuovo gup che, secondo quanto rivelato dall’avvocato Gallinaro sarà Elsa Iadaresta, al cospetto del quale dovrà rispondere delle accuse di omicidio volontario e distruzione del cadavere della moglie.