Con la riapertura del caso sulla scomparsa di Roberta Ragusa, sostenuta anche dalla Cassazione, la Procura di Pisa ha manifestato grande soddisfazione ed allo stesso tempo consapevolezza per quella che è stata definita a gran voce una partita ancora tutta da giocare. Il Tirreno ha riportato nei giorni scorsi le parole del procuratore capo Crini, il quale si è detto soddisfatto per l’esito del ricorso. “Le nostre considerazioni sono state accolte e valutate positivamente e questo non può che farci piacere. Ora ci prepariamo all’udienza preliminare”, ha commentato. Per l’udienza preliminare occorrerà attendere a dopo l’estate, quando si saprà se Antonio Logli sarà o meno rinviato a giudizio. Nel frattempo, mentre il marito di Roberto Ragusa, accusato di omicidio e distruzione di cadavere della donna, continua a trincerarsi nel silenzio sfidando con sorrisi i cronisti, il suo legale, l’avvocato Roberto Cavani ha rimandato ai prossimi giorni un suo commento sulle motivazioni della Cassazione per la quale “non emerga in modo evidente l’innocenza dell’imputato”.

Dopo la riapertura del caso sulla scomparsa di Roberta Ragusa, resa ancora più ufficiale in seguito alla deposizione delle motivazioni della Cassazione, la quale ha messo in dubbio l’innocenza di Antonio Logli senza più escludere la fine violenta della donna, quali sono state le reazioni dell’uomo? Il marito della madre 44enne scomparsa nel nulla nel gennaio di quattro anni fa, secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, si sarebbe barricato dietro un muro di silenzio. L’uomo, il quale nei prossimi mesi dovrà tornare in aula rispondendo alle accuse di omicidio e distruzione di cadavere, avrebbe evitato accuratamente anche i giornalisti che nelle passate ore avrebbero cercato di estrapolargli qualche commento sulla sentenza della Cassazione. Secondo il quotidiano, inoltre, Logli avrebbe cercato di studiare la situazione al fine di evitare accuratamente i cronisti, cavalcando la strada del silenzio e affrontandogli “addirittura con un sorriso quasi divertito sul volto”.

La Procura di Pisa ha ottenuto una piccola vittoria sul caso di Roberta Ragusa: dopo l’iniziale proscioglimento avvenuto nel marzo 2015 per il marito Antonio Logli, l’accusa ha lavorato alacremente nell’ultimo anno per presentar iil ricorso in sede di Cassazione e un mese fa è arrivata la sorpresa con il ribaltamento della Consulta sul caso Ragusa in maniera  a dir poco clamorosa. Ora il processo ricomincerà con l’udienza preliminare ma intanto Antonio Logli dovrà ripartire da capo con nuove testimonianze e il racconto di quei giorni terribili, se innocente, in cui la moglie sparì senza alcun indizio. La Cassazione ha reputato invece non sufficiente il materiale in possesso per poter dire in modo evidente che l’imputato e innocente: «non emerge in modo evidente l’innocenza dell’imputato», ma non solo, si legge nelle 22 pagine scritte dal consigliere estensore della Suprema Corte, raccolte dal Tirreno. Viene contestato infatti al gup Giuseppe Laghezza, errori di metodo e violazione delle norme sulla procedura penale: severa bacchettata insomma per il giudice, di norma riconosciuto come attento ed equilibrato. Dove starà dunque il vero? L’udienza sarà dopo l’estate e la Procura non serve neanche che chieda un nuovo rinvio a giudizio per omicidio volontario nei confronti di Logli, dato che rimane attivo quello del 2015: il proscioglimento infatti fa ripartire tutto l’iter da quell’atto.

Sarà possibile nelle prossime ore avere una svolta sul ritrovamento del corpo di Roberta Ragusa, in seguito ad una lettera in cui si indicava il luogo in cui sarebbe sepolta. Intanto Antonio Logli, riporta La Nazione, si è rinchiuso in un fitto silenzio e la sua autoscuola è rimasta aperta solo per qualche ora. E’ questo l’atteggiamento che il Logli ha mantenuto dopo la riapertura del caso da parte della Cassazione. Non sono convinti infatti gli inquirenti che la sua versione dei fatti della notte in cui Roberta Ragusa è scomparsa, corrisponda al vero  e verrà chiamato ancora una volta a raccontare come sono andati i fatti. Un ribaltamento in effetti della situazione su cui Antonio Logli poteva contare fino a poco tempo fa, grazie al proscioglimento avvenuto nel marzo scorso. Dall’inzio del riesame, l’uomo si era rinchiuso nel lavoro, forse alla ricerca di un conforto. Diverso invece l’atteggiamento che sta avendo nelle ultime ore in cui l’autoscuola è l’ultimo dei suoi pensieri. Limita infatti l’uscita ad alcuni giri, brevi, nel quartiere: non più di dieci minuti. In questi pochi istanti il Logli si guarda bene dallo scambiare parola con chiunque. I comportamenti sono inusuali rispetto a quelli avuti fin dalla presunta scomparsa di Roberta Ragusa e che mettono in evidenza anche una volontà da parte sua di studiare i cronisti. In un’occasione infatti Logli ha abbassato il finestrino per far avvicinare i giornalisti, per poi partire senza dire nulla.