Brutto episodio durante le celebrazioni per il 25 aprile e la festa di Liberazione 2016 al corteo di Milano: a differenza di Roma dove ha deciso di non partecipare per timore di minacce da ambienti filo-gassisti, la Brigata Ebraica ha partecipato alla manifestazione in ricordo della liberazione dal orrore nazifascista, ma è stato comunque attaccata e contestata da un gruppo di filo-palestinesi che hanno gridato “sionisti, fascisti, fuori i sionisti dal corteo, assassini, vergogna!” e così via con lo sdegno di tutto il resto del corteo che invece ha difeso la rappresentanza ebraica, presente anche senza bandiere di Israele proprio per non scatenare ulteriori polemiche. Tutto inutile, con gli insulti davvero spregevoli verso una comunità che con questa Festa di liberazione c’entra eccome avendo subito la persecuzione dalla dittatura nazifascista. A fianco della Brigata per tutta la giornata anche il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi, che a fine corteo dichiara «sono quatto gatti che hanno interrotto la bellezza del corteo, non dovrebbero manifestare. Sono fascisti e antisemiti».
Il giorno della Festa della Liberazione 2016, il 71esimo anniversario del 25 aprile 1945, sta venendo moltissime iniziative e celebrazioni sparse per ogni angolo d’Italia con il ricordo di partigiani, resistenza e storia che ridiventa presente come ogni anno. I politici e le istituzioni dopo l’inizio comune a Roma davanti all’Altare della Patria, si sono divisi e hanno visitato varie parti del nostro Paese per unirsi a manifestazioni e cortei antifascisti. A Corsico però, alle porte di Milano, è successo qualcosa di assai inedito: il famoso “inno” partigiani, Bella ciao, è stato vietato per il corteo lungo le vie del paese per decisione del sindaco di centrodestra. «L’amministrazione ha deciso così perché non gradiamo il canto partigiano, loro fecero errori e uccisero delle persone»: è bufera per la decisione politica che rimette al centro l’annosa distanza da lotta anni ’70 tra sinistra e destra. Subito scontro tra Anpi e amministrazione di Corsico che va avanti ormai da tempo con il sindaco leghista che ha deciso però di andare avanti persistendo sulla decisione: il corteo ha comunque cantato lo stesso, in segno di protesta, senza il suono della banda dunque senza musica. L’impressione è che il divieto non sia mai un modo “che unisce” in un giorno come questo, e d’altro canto un pensiero diverso su un inno partigiano non può essere che ogni volta generi un’attacco univoco definito troppo anticipatamente come “anti-democratico”.
In questa Festa della Liberazione 2016 il 25 aprile assume un significato di rimando e ricordo di quanto è avvenuto nel passato, ma non solo. Stando alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarellla, pronunciate da Varallo Sesia, «è sempre tempo di resistenza. È tempo di Resistenza perché guerre e violenze crudeli si manifestano ai confini d’Europa, in Mediterraneo, in Medio Oriente. Questo giorno di festa è la festa della liberazione, è la festa della libertà: Pertini annunciò l’avvio di un nuovo cammino democratico e libertà è nata su queste montagne». Un filo viene poi tirato tra la liberazione che ha permesso la nascita della nostra repubblica e quel voto referendario che ha di fatto sancito la stessa: «il 2 giugno 1946 divenne così la conclusione di un percorso e, allo stesso tempo, un punto di partenza per lo sviluppo di quel confronto che avrebbe poi portato alla Costituzione, un anno e mezzo dopo, conclusione di un percorso essenziale per la nuova Italia unita». In tempi di referendum e polemiche, interessante il “filo” lanciato dal Capo dello Stato.
È iniziata la grande Festa della Liberazione in questo 25 aprile 2016, anche a livello istituzionale: come ogni anno lo Stato e i suoi principali esponenti si danno appuntamento all’Altare della Patria a Roma per dare il via alle celebrazioni della Festa di Liberazione nazionale. È il 71esimo anniversario dalla fine ufficiale del nazifascismo e dell’occupazione straniera in Italia e il presidente del Consiglio Matteo Renzi assieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono arrivati davanti alla Tomba del Milite Ignoto per la deposizione di una corona di alloro assume anche ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso. Nel corso della giornata le istituzioni si sposteranno ognuno in un luogo diverso per celebrare questo 25 aprile: Mattarella volerà a Varallo Sesia, Vercelli, dove nacque la prima brigata partigiana, mentre Renzi andrà ad Hannover per il vertice internazionale su terrorismo, immigrazione con anche Obama. Il presidente Grasso invece andrà a Reggio Emilia mentre la Boldrini si recherà a Genova.
Oggi è la grande Festa della Liberazione d’Italia: il 25 aprile 2016 si celebra la memoria per la liberazione dal nazifascismo e da tutte le ideologie. Una giornata particolare con iniziative, cortei e spesso anche polemiche su chi partecipa, chi no e chi viene contestato. Per volere del Governo, sto che il lunedì è solitamente il giorno di chiusura dei Musei, oggi tutti i siti archeologici, i monumenti e per l’appunto i musei statali di tutta Italia vengono tenuti aperti per permettere in un giorno di festa e di vacanza ai turisti di poter accedere alle realtà culturali più interessanti del Paese. La resistenza non è stata solo politica o guerra civile ma anche, in alcuni frangenti, una battaglia culturale: la sfida della libertà contro la morsa del potere, si potrebbe dire un po’ retoricamente, eppure la cultura della persona e dell’umanesimo nuovo ha permesso anche di superare il potere idoleggio e dittatoriale di quegli anni difficili. «Domani i musei, i monumenti e i siti archeologici statali saranno aperti in via straordinaria per una Festa della Liberazione all’insegna della cultura. Una nuova occasione per le famiglie e per i turisti per visitare il proprio patrimonio culturale», ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Aperti nello specifico, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, gli Uffizi di Firenze, ma anche il Museo Egizio di Torino e gli Scavi di Pompei, il Colosseo e la Galleria Borghese di Roma e tanti altri ancora. Per un giorno di libertà una partecipazione “cosciente”, una sfida della bellezza contro la barbarie.
Domani è la Festa della Liberazione d’Italia ma il 25 aprile è anche la festa di tutti i partigiani, di ogni colore e appartenenza che durante la Seconda Guerra Mondiale scacciarono assieme agli Alleati il pericolo nazifascismo. Domani, per l’occasione, il Fatto Quotidiano manderà in onda sul suo sito il docufilm “Tutto il bene avevamo nel cuore”: un docufilm più spostato verso una visione particolare della memoria e del divenire negli anni dei partigiani che un vero e proprio documentario storico. Testimonianze, interventi di alcuni partigiani storici come Maria Ombra, Lidia Menataci, Alfredo Reichlin, Aldo Pocobelli che proveranno a raccontare non solo la deriva del passato ma anche i rischi di un nuovo fascismo: estremismi, razzismi e il problema migranti, il docu film molto schierato proverà a dare una visione del regista Giuseppe Rolli, prodotto dalla Road Television. Nel video ci sarà la partecipazione di Leo Gullotta che leggerà testi sulla resistenza e sul 25 aprile di Antonio Gramsci e Italo Calvino.
Domani per la festa della liberazione d’Italia nel 25 aprile 2016 a Milano ci sarà il consueto corteo di ricordo e commemorazione delle vittime della seconda guerra mondiale e del nazifascismo, e ci sarà tra gli altri anche il candidato sindaco di centrodestra, Stefano Parisi. In una intervista stamani al Giorno, sono importanti i tasti toccati dal city-manager che ha scelto di partecipare alla festa, sebbene non tutti gli esponenti del centrodestra abbiamo preso parte, per paura di essere certamente contestati. «Il 25 aprile non può essere una festa di parte, nella quale qualcuno possa arrogarsi il diritto di decidere chi può partecipare e chi no. Gli unici che non hanno il diritto di partecipare sono coloro che con i loro comportamenti pongono in discussione questi diritti di libertà». Secondo Parisi, gli episodi di intolleranza successi in passato durante il 25 aprile sono “mostruosi, perché cadono proprio nel giorno che celebra la sconfitta dell’intolleranza”. Parisi ha ricordato che sarà in corteo assieme alla Brigata ebraica, con commento di stima bipartisan ricevuto direttamente da Sala: «sono contento che abbia detto “è giusto che Parisi ci sia e spero che non venga contestato”, il 25 aprile è giorno della libertà. Sono le radici della nostra storia, sono antifascista e anticomunista, sono contro qualsiasi tipo di dittatura».
Siamo nel mezzo del lungo weekend del 25 aprile 2016 – domani si festeggerà l’anniversario della Liberazione d’Italia – e tanti italiani si sono concessi qualche giorno fuori casa. Ma quanti? Secondo un sondaggio online condotto dal sito di Coldiretti, come si legge su La Repubblica, “solo uno su quattro si concederà la classica ‘gita fuoriporta’: il 62% resterà a casa, mentre c’è un 13% che ha colto l’opportunità di una breve vacanza con almeno una notte fuori casa”. Colpa della crisi oppure del brutto tempo che ha investito un po’ tutta l’Italia in questi giorni? In alcuni casi magari di entrambe. Chi invece ha potuto mettersi in viaggio per il ponte del 25 aprile 2016 ha scelto per lo più località nostrane. “La quasi totalità degli italiani in viaggio – sottolinea la Coldiretti, come rifersice sempre il quotidiano – ha comunque deciso di rimanere in Italia per visitare parenti o amici, recarsi in una città d’arte o andare al mare, ma piace anche il turismo verde nei parchi e nelle campagne con circa 1,1 milioni di pasti distribuiti nei 22mila agriturismi italiani durante il lungo weekend”.