-Dopo il rigetto dell’istanza presentata dai legali di Olindo e Rosa, i coniugi Romano accusati della strage di Erba in cui morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre Paola Galli e la vicina Paola Galli, l’avvocato Schembri che assiste la coppia fin dalle prime tappe dell’inchiesta, ha spiegato a “Il Giorno” le varie tappe che hanno portato la corte d’Appello di Brescia a non consentire gli incidenti probatori su alcuni reperti mai analizzati fino a questo momento. La vicenda, come chiarisce il legale dei Romano, ha vissuto l’ennesimo rimpallo di responsabilità da un tribunale ad un altro:”In questo balletto si è solo perso tempo. E si continua a perderlo. L’assurdo è che nessuno risponde che questo esame non può essere fatto. Ma nessuno ci dice ‘se’ può essere fatto oppure no. Noi, una volta autorizzati, avremmo fatto eseguire le analisi per conto nostro, senza disturbare nessuno. Senza dimenticare che si è corso il rischio che parte dei reperti andasse distrutta. Un anno fa l’Ufficio corpi di reato di Como aveva chiesto cosa dovesse fare di quelli in suo possesso e aveva ricevuto dalla procura parere favorevole alla distruzione. Abbiamo scritto a Como di stare fermi, che c’era il nostro ricorso a Strasburgo e che un’autorità giudiziaria doveva pronunciarsi“. Ieri l’ennesimo rinvio:”Brescia ci ha risposto ieri: viene respinta l’istanza, che deve essere presentata correttamente a Como. È Como che deve decidere e se ritiene di non poterlo fare deve dichiarare la propria incompetenza. A questo punto faremo nuova istanza a Como prospettando anche un ricorso alla Cassazione: sia la Suprema Corte a decidere sulla competenza“.



La vicenda di Olindo e Rosa, marito e moglie accusati di aver compiuto la strage di Erba nel dicembre 2006, si arricchisce di un nuovo capitolo processuale. Come riporta “frontedelblog.it”, è stata infatti respinta dalla corte d’appello di Brescia l’istanza presentata dai legali della coppia nella quale si chiedeva di analizzare alcuni reperti ritenuti cruciali dalla difesa e mai analizzati. In particolare si tratterebbe di svolgere una serie di incidenti probatori riguardanti i capelli ritrovati sulla felpa indossata da Youssef Marzouk e, come rivelato dal settimanale “Oggi”, i margini ungueali del piccolo prelevati ma mai analizzati. Come in molti ricorderanno, Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati giudicati colpevoli dell’uccisione di Raffaella Castagna e del figlio Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane nonostante non fosse stata trovata alcuna traccia dei due coniugi nell’abitazione (incendiata) della Castagna; per queste ragioni la difesa ha chiesto anche di analizzare un accendino e i giubbotti di Raffaella Castagna, Paola Galli e Valeria Cherubini nella speranza che si possano ritrovare tracce fin qui rimaste celate. La decisione della corte d’appello di Brescia di rigettare l’istanza dei legali di Olindo e Rosa, ritenuta “inammissibile” è da attribuire al fatto che “si tratta di attività finalizzate alla potenziale attivazione del giudizio di revisione e però ancora prodromiche rispetto alla effettiva richiesta da parte dei condannati“. A sancire l’eventuale analisi dei reparti secondo il tribunale di Brescia dovrebbe essere dunque quello di Como non ha dichiarato “in alcun modo la propria incompetenza“. Dinanzi alla decisione di demandare la decisione al Tribunale di Como (non il primo “rimbalzo” di responsabilità processuali in questa storia), l’avvocato Fabio Schembri, insieme a Luisa Bordeaux e a Nico D’Ascola, ha annunciato con veemenza l’intenzione di presentare ricorso in Cassazione: “Presenteremo due istanze. Una ancora a Como. L’altra in Cassazione perché finalmente venga stabilito con chiarezza quale delle due corti d’appello sia competente a far svolgere i delicatissimi incidenti probatori“.

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