Cambia ancora la sequenza die fatti che hanno portato alla sparatoria clamorosa a Genova Pegli durante la notte: affiorano le prime parole del killer di Walter e Adriano Lamberti, Salvatore Maio, tramite il suo legale difensivo. «Mi sono difeso perché mi hanno aggredito in quattro puntandomi una pistola alla tempia: dopo la lite per un apprezzamento su due donne che erano con me, siamo usciti in strada, qui sono stato accerchiato e picchiato da quattro persone. Una mi ha puntato una pistola alla tempia: nel divincolarmi l’arma è caduta e così l’ho raccolta, ho chiuso gli occhi e ho sparato. Io avevo solo difeso le donne». La versione choc contrasta con quanto riportato finora e starà alla Procura comprendere come realmente siano andati i fatti in questa notte di sangue a Genova Pegli. La replica dei legali della famiglia Lamberti è netta e immediata: «in questo momento la famiglia ha fatto solo sapere che fa fatica ad elaborare un lutto che ha lasciato i parenti sconvolti per la inconcepibile futilità contesto in cui è maturato il fatto, in quanto estremamente angosciati nell’aver appreso che l’autore di tale atrocità sia un pregiudicato per omicidio che si aggirava armato per la città», scrivono i legali Nicola Scodnik e Alessandro Vaccaro su Il Secolo XIX.



Nelle ultime ore sono giunte precisazioni e ulteriori notizie sulla sparatoria avvenuta a Genova Pegli durante la notte e che ha portato la morte di due persone, Adriano e Walter Lamberti, padre e figlio genovesi sinti uccisi da un 62enne calabrese, Salvatore Maio. L’uomo innanzitutto pare fosse pregiudicato e al momento si trova comunque in carcere con l’accusa di duplice omicidio aggravato con tanto di confessione avvenuta nel momento dell’arresto a Prà, nella casa del figlio. Secondo punto da chiarire è il movente: fin dall’inizio i primi testimoni raccontavano di un litigio sorto per un complimento di troppo ad una donna e ora. Ebbene, grazie ale rivelazioni del Secolo XIX ora si viene a sapere che la lite nel bar di Genova Pegli “Il Risveglio” è partita quanto Walter Lamberti ha fatto qualche apprezzamento ad una delle due donne con cui Maio era entrato nel locale. I testimoni raccontano che le due ragazze erano molto giovani e che il padre di Walter è intervenuto per difendere il figlio prima che la situazione degenerasse. Purtroppo pochi secondi dopo è scattato il far west: il killer li ha attirati fuori e invece che continuare la lite li ha sparato a bruciapelo con la pistola. Era già armato – a differenza di quanto sembrava all’inizio, quando era stato detto che l’uomo si era allontanato ed era tornato in un secondo momento – e la lite si è trasformata in tragedia. 



Subito risolto il caso della sparatoria a Genova Pegli: è stato arrestato l’uomo che ha ucciso la scorsa notte Adriano e Walter Lmaberti, padre e figlio di 51 e 27 anni, genovesi di origini sinti, appena fuori un bar dove avevano da poco litigato i tre. Il padre è morto crivellato di colpi davanti al marciapiede mentre cercava di proteggere il figlio dalla dinamica dello sparo, mentre il figlio non ce l’ha fatto ed è morto in ospedale dopo il trasferimento d’urgenza. Si chiama Salvatore Maio, riporta il Mattino, l’uomo arrestato di 62 anni e origine calabrese che ha ucciso senza pietà i due uomini a Genova Pegli. La saura mobile lo ha fermato a poche ore dal duplice delitto ed è arrivata subita la confezione diretta: uccisi perché Walter aveva fatto apprezzamenti e complimenti ad una ragazza nel bar dove si trovavano i protagonisti di questo assurdo caso di cronaca nera. Malo a quel punto si è messo a litigare con i due Lamberti, è uscito dal locale ed è andato a prendere la pistola che teneva a casa: è tornato e ha freddato le due vittime innocenti, fuggendo poi a piedi subito dopo la tragedia. È stato trovato poi a Voltri lo stesso Maio, a casa del figlio: accusa di omicidio duplice aggravato con confessione annessa. Davvero una storia senza senso, mentre si raccolgono testimonianze per capire davvero cosa si sono detti per poter scatenare una reazione del genere.

Leggi anche

Alluvione Emilia Romagna, scontro Governo-Regione/ “Mezzo miliardo di fondi, spesa carente”. Pd: “sciacalli”