Domani ad Arezzo andrà in scena una nuova tappa del processo a carico di Padre Graziano, presunto assassino della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello, Guerrina Piscaglia. Dopo lo slittamento dell’audizione del marito Mirco, la parola passerà alla difesa in merito alla quale si preannuncia un vivace controesame, come anticipato dal sito ArezzoNotizie.it. I legali difensori del religioso ai domiciliari, avvocati Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, incalzeranno i testimoni chiamati in causa sugli indizi più gravi a carico del loro assistito. Si fa riferimento, nello specifico, ai numerosi contatti telefonici che Padre Graziano avrebbe avuto con Guerrina prima della sua scomparsa, avvenuta quasi due anni fa ed al fatto che dopo il primo magio del 2014 i cellulari di entrambi avessero agganciato le medesime celle. Al vaglio anche l’sms partito dal cellulare di Guerrina verso un sacerdote che solo Padre Graziano poteva conoscere e i dati delle sim e dei dispositivi mobili.
Nella giornata di domani, il processo a Padre Graziano, presunto assassino di Guerrina Piscaglia, vivrà una nuova tappa importante in seguito all’attesa decisione della Corte sui domiciliari del religioso ma anche in vista del controesame della difesa sui principali indizi contro il frate di origine congolese. Intanto, come fa sapere il sito ArezzoNotizie.it, domani assisteremo ad un piccolo cambio di programma in seguito allo slittamento dell’audizione del marito di Guerrina, Mirco Alessandrini. Con ogni probabilità l’uomo sarà sentito nel corso della prossima udienza del processo a Padre Graziano, fissata al 6 maggio. L’avvocato del marito della donna scomparsa, Nicola Detti, starebbe intanto organizzando le nuove ricerche del corpo di Guerrina nella zona di Ca’ Raffaello. Inizialmente le operazioni erano state fissate al primo maggio, secondo anniversario della scomparsa della casalinga 50enne, ma pare che queste slitteranno a nuova data, dopo l’audizione di Mirco.
In attesa della nuova udienza per il processo a Padre Graziano, presunto assassino di Guerrina Piscaglia, fissata per domani, venerdì 29 aprile, si sono espressi i suoi legali. A detta della difesa del religioso di origine congolese ed in merito al quale la Corte d’Assise di Arezzo domani si esprimerà sui suoi domiciliari, l’uomo non sarebbe pericoloso e potrebbe tornare in libertà. “E’ innocuo e merita fiducia”, avrebbero asserito i suoi legali, come riportato dal Corriere di Arezzo. E’ questa l’ultima mossa degli avvocati Francesco Zacheo e Riziero Angeletti che basano la loro istanza su vari aspetti: dal comportamento che ritengono inappuntabile del proprio assistito, al fatto che la stessa Corte d’Assise abbia finora permesso gli spostamenti del prete da Roma ad Arezzo senza l’accompagnamento da parte degli agenti di polizia oltre alle nuove leggi in merito alla custodia cautelare ed al rischio di reiterazione del reato. In vista della nuova tappa del processo, a quasi due anni dalla misteriosa scomparsa di Guerrina Piscaglia, non è ancora noto se ci sarà o meno padre Silvano in aula pronto a rilasciare la sua deposizione sul giallo della casalinga 50enne di Ca’ Raffaello.
C’è attesa per la decisione sui domiciliari a Padre Graziano, il religioso accusato di omicidio e occultamento di cadavere di Guerrina Piscaglia. Domani, secondo quanto riportato da Arezzo notizie, riprende il procedimento giudiziario a carico del religioso in Corte d’Assise. Si parlerà ancora di tabulati telefonici e del cellulare scomparso di Guerrina Piscaglia, telefono che in alcuni momenti ha continuato a mandare segnali. Non sarà sentito invece Mirco Alessandrini, il marito di Guerrina. E sui domiciliari a Padre Graziano, la Cassazione ha accolto il ricorso del pm che chiedeva l’annullamento della misura. La decisione spetterà ora al Tribunale del Riesame di Firenze presso il quale sono stati passati gli atti. Dunque il giallo di Guerrina Piscaglia, a quasi due anni dalla scomparsa della donna, sembra essere tutt’altro che risolto. Il corpo della donna non è mai stato trovato da quel 1° maggio 2014 quando fu vista l’ultima volta e il religioso e guida spirituale della 50enne per ora si trova ai domiciliari presso il convento dei Premostratensi a Roma.
Il giallo di Guerrina Piscaglia, a quasi due anni dalla misteriosa scomparsa della donna di Ca’ Raffaello, vede puntata tutta l’attenzione su Padre Graziano, il religioso e guida spirituale della 50enne, ai domiciliari presso il convento dei Premostratensi a Roma con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Lo scorso febbraio aveva fatto molto discutere il ritorno sul social network Facebook del prete di origini congolesi, il quale aveva pubblicato un video sul dittatore Mobutu. In quell’occasione, come riportato dal Corriere di Arezzo, i suoi avvocati avevano sconsigliato a Padre Graziano l’uso del social ma a quanto pare il religioso non avrebbe resistito facendovi ritorno nuovamente pochi giorni fa. Di recente, dunque, l’uomo accusato dell’uccisione di Guerrina Piscaglia ha pubblicato sulla sua pagina personale alcune fotografie tra le quali spicca un selfie scattato presumibilmente nella stanza del convento presso il quale sta scontando i domiciliari (clicca qui per vedere lo scatto). Come sottolinea il quotidiano aretino, quello tecnologico rappresenta realmente un “terreno sdrucciolevole” per Padre Graziano, in riferimento al quale l’accusa sembra poggiare proprio sulle telefonate, sui tabulati telefonici e sulle intercettazioni il suo intero lavoro. Non è un caso se una delle udienze decisive nell’ambito del processo in Corte d’Assise per l’omicidio di Guerrina Piscaglia sia stata proprio quella dello scorso 15 aprile, nel corso della quale hanno avuto ampio spazio i tabulati telefonici. Sarebbero stati questi ultimi, come indicato da Roberta Bruzzone sul settimanale Giallo, ad inguaiare il sacerdote presunto assassino della casalinga scomparsa, in quanto il suo cellulare e quello della vittima, dall’1 maggio 2014 (giorno della scomparsa di Guerrina Piscaglia) sarebbero stati nelle medesime mani. Secondo gli inquirenti, Padre Graziano sarebbe entrato sin da subito in possesso del cellulare della donna, come dimostrato dal fatto che nel pomeriggio del giorno della scomparsa entrambi avrebbero agganciato la medesima cella.