Con la svolta nel giallo di Fortuna Loffredo, raggiunta con l’arresto di Raimondo Caputo, inevitabilmente l’attenzione si concentra proprio sull’uomo 44enne, per nulla nuovo alle forze dell’ordine e già arrestato nel novembre del 2015 con l’accusa di violenza sessuale a scapito della figlia di tre anni avuta dall’attuale compagna (anche lei ai domiciliari). In base a quanto riferito dall’Ansa, l’uomo nonché vicino di casa della vittima, aveva sempre negato fino ad oggi un suo coinvolgimento nella morte di Fortuna Loffredo, al punto da asserire al cospetto degli inquirenti: “Sono un bravo papà”. Oggi tuttavia le certezze sembrano essere vacillati. “Probabilmente non perché si è pentito, ma solo perché ha iniziato a comprendere che resterà in carcere molto a lungo”, ha spiegato il colonnello Rino Coppola che si è occupato delle indagini. Prima del precedente arresto di pochi mesi fa, Caputo aveva collezionato una serie di reati comuni, dal furto alla rapina, passando al porto abusivo d’armi fino alla violenza a pubblico ufficiale.



La svolta nel caso di Fortuna Loffredo è giunta nella giornata odierna in seguito all’arresto del vicino di casa, il 44enne Raimondo Caputo con l’accusa di omicidio. Dopo il clamoroso colpo di scena, atteso da due anni, la madre della bambina di sei anni, Domenica Guardato, al quotidiano Repubblica ha commentato: “Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall’altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia”. Il riferimento, oltre all’uomo è anche alla sua giovane compagna 26enne, anche lei ai domiciliari con l’accusa di violenze su una bimba di tre anni. La madre di Fortuna ha asserito di aver sempre sospettato di loro, tanto da asserire: “Forse si è perso troppo tempo, due anni. Io l’ho detto da quel giorno. Mia figlia amava la vita, non poteva essersi buttata giù. L’ho sempre saputo che era stata uccisa”. A detta della madre della piccola vittima, infine, da tempo anche un’altra persona conosceva tutta la verità, ovvero la madre della compagna di Caputo.



E’ svolta nel caso di Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni morta il 24 giugno del 2014 nel Parco Verde di Caivano, precipitata dal sesto piano della palazzina nella quale abitava. Dopo due anni di silenzio, le indagini sull’omicidio di Fortuna hanno subito un importante scossone in seguito all’arresto di un uomo, con l’accusa di omicidio. Secondo le notizie diffuse dal sito di Repubblica, si tratterebbe del 44enne Raimondo Caputo, uomo con precedenti penali (era finito in carcere nel 2015 per violenze sessuali su un altro minore). La compagna, anche lei accusata di violenze su minori ed attualmente ai domiciliari, è la 26enne Marianna Fabbozzi, madre di Antonio Giglio, il bambino che poco più di un anno prima dell’omicidio di Fortuna Loffredo morì precipitando dal medesimo palazzo nel quale abitava la bambina di sei anni. Le indagini sull’omicidio di Fortuna sono andate avanti tra l’omertà e la paura generale degli adulti ed il coraggio dei più piccoli. Sono state le testimonianze di altri tre bambini, infatti, ad aiutare gli investigatori a giungere all’attesa svolta ed intercettare la rete di pedofili. Secondo la ricostruzione dei magistrati, quello che inizialmente era apparso come un tragico incidente, col passare del tempo si è andato delineando sempre più come un quadro terribile, fatto di violenze e dell’ombra di un mostro presente nel palazzo del Parco Verde e non ancora stanato, almeno fino ad oggi. L’autopsia compiuta sul corpo di Fortuna dopo la sua morte, infatti, aveva confermato gli “abusi reiterati” subiti dalla piccola e questo portò gli inquirenti a seguire la pista della pedofilia. Dalla ricostruzione dei magistrati, emerge che “La bambina è stata uccisa perché si era rifiutata di subire l’ennesimo abuso”. Con l’arresto di Raimondo Caputo, dunque, si andrebbe a chiudere il cerchio aperto con la morte di Antonio Giglio, avvenuta in circostanze simili a quelle di Fortuna Loffredo.

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