Le rivelazioni shock sul delitto di Gloria Rosboch e trapelate dal quotidiano Repubblica, hanno evidenziato nelle ultime ore alcuni retroscena davvero inquietanti che metterebbero in risalto le modalità violente con le quali sarebbe stata uccisa. L’autopsia avrebbe confermato come ad ucciderla sarebbe stato un cavo attorno al collo, anticipato da botte sul volto della professoressa. I suoi autori sarebbero Gabriele Defilippi e Roberto Obert, attualmente in carcere, sebbene non si conosca il nome preciso del responsabile che tirò a sé il cavetto strangolando la donna. L’autopsia, tuttavia, non avrebbe rivelato informazioni utili “sull’epoca del decesso” ma avrebbe sottolineato come “le straordinarie condizioni di conservazione del corpo sono compatibili con una morte avvenuta immediatamente dopo la sparizione, il 13 gennaio”.
Emergono, crudi più che mai, i dettagli dell’autopsia che andrebbero a delineare come Gloria Rosboch sia stata uccisa dai suoi due presunti assassini, Gabriele Defilippi e Roberto Obert. Come specificato anche dal quotidiano Repubblica, dall’esame medico legale compiuto sul corpo senza vita della professoressa di Castellamonte sarebbe impossibile decifrare chi dei due uomini ora in carcere abbia stretto il cavo attorno al collo della donna, ma una cosa è certa: Gloria sarebbe stata anche picchiata prima di essere uccisa. E’ quanto rivela dalle lesioni riscontrate sul corpo della vittima. Dopo aver svelato le varie ferite riportate, Repubblica ha evidenziato anche cosa sarebbe accaduto dopo il delitto: i due presunti assassini avrebbero trascinato il corpo della professoressa fuori dall’auto su una superficie sporca prima di essere gettata nella cisterna dell’ex discarica abbandonata. Tra le lesioni post mortem, infatti, sarebbero state rintracciate due escoriazioni sulle ginocchia che confermerebbero come il decesso sia avvenuto prima di essere gettata nella cisterna, smentendo così la versione di Gabriele Defilippi. Il 22enne avrebbe infatti rivelato di aver visto Gloria “rantolare” e dimenarsi prima di essere gettata nel pozzo.
Sarebbe anche stata presa a pugni prima di essere strangolata Gloria Rosboch, la professoressa uccisa tre mesi e mezzo fa e del cui delitto sono accusati l’ex alunno Gabriele Defilippi e il suo amico Roberto Obert. Finora i due si sono accusati a vicenda su chi dei due abbia sferrato il colpo mortale alla professoressa sull’auto di Obert. Ma emergono ora altri dettagli dall’autopsia sul corpo di Gloria Rosboch. La donna, prima di essere strangolata con un laccio, sarebbe anche stata picchiata. Riporta infatti la Repubblica che questo dettaglio sarebbe “testimoniato da «modeste lesioni da corpo contundente” e in particolare da un livido sul volto, “tra la radice del naso e la palpebra destra» compatibile con “un pugno o un malrovescio”. La perizia eseguita dal medico legale Roberto Testi ricostruisce gli ultimi istanti di vita della professoressa di Castellamonte. Una morte atroce. Undici o dodici secondi prima di perdere i sensi. E un tentativo di difesa da parte sua, che le ha anche provocato un ecchimosi sulla coscia destra”. E riguardo alla morte della professoressa non ci sarebbero dubbi sul fatto che sia stata strangolata, come si legge sempre sul quotidiano: “L’aggressione è avvenuta cingendo il collo della donna con un laccio. E il suo aggressore era posto alle sue spalle”. Resta ancora da capire chi dei due, tra Gabriele Defilippi e Roberto Obert, sia stato materialmente a farlo.
Sono trascorsi quasi quattro mesi dall’omicidio di Gloria Rosboch, avvenuto lo scorso 13 gennaio. I presunti responsabili sarebbero in carcere già da diverse settimane, eppure una delle tre persone coinvolte potrebbe non c’entrare nulla con il delitto della professoressa di Castellamonte. Se la responsabilità sembrerebbe ricadere interamente su Gabriele Defilippi e Roberto Obert, il cui ruolo è stato ritenuto attivo dai risultati dell’autopsia, confermando come entrambi abbiano contribuito ad uccidere la donna 49enne, la posizione della madre del 22enne, Caterina Abbattista, sarebbe ancora tutta da verificare. Gli ex amanti, messi uno di fronte all’altro si sarebbero accusati ferocemente, insultandosi e non risparmiandosi su tutti i fronti, ma su un aspetto sarebbero apparsi concordi: l’estraneità di Caterina Abbattista rispetto al delitto di Gloria Rosboch. A confermare questa testi sarebbe stato anche il fratellino di Gabriele che, davanti ai giudici, avrebbe difeso con forza la madre dalle accuse di concorso in omicidio per le quali è attualmente in carcere. Il settimanale Giallo, ha riportato le parole pronunciate dal 13enne nei giorni scorsi, quando sarebbe stato risentito per chiarire alcuni aspetti legati al delitto della professoressa. “Mia mamma non c’entra nulla, dovete credermi. Sì, usciva dall’ospedale anche quando era di turno. Con le colleghe si coprivano a vicenda, ma lo facevano spesso”, avrebbe detto il fratello minore di Gabriele al cospetto dei giudici. Secondo l’accusa, tuttavia, la Abbattista, infermiera 45enne ed attualmente in carcere, oltre ad aver esercitato pesanti pressioni su Gabriele affinché “risolvesse il problema”, eliminando definitivamente Gloria Rosboch (circostanza, questa, confermata anche dall’ex fidanzata di Defilippi, Sofia), avrebbe fornito un “supporto logistico” al figlio 22enne prima dell’omicidio. Ad ammetterlo era stata la stessa donna che, nel corso di un interrogatorio aveva dichiarato di aver accompagnato in auto Gabriele all’appuntamento che il giovane aveva con Roberto Obert il giorno del delitto, lasciando il posto di lavoro per una parte della giornata.