Nel corso della trasmissione Pomeriggio 5, si è dato spazio oggi al caso di Avetrana che vede in carcere e condannate all’ergastolo per il delitto di Sarah Scazzi, la cugina Sabrina Misseri e la madre di quest’ultima, Cosima Serrano. Sabrina avrebbe chiesto per la seconda volta di ottenere i domiciliari da scontare presso una comunità. Di fronte alla nuova richiesta, della quale i giudici ne discuteranno il prossimo 3 maggio, l’inviata di Pomeriggio 5 ha chiesto l’opinione del padre Michele Misseri, condannato a otto anni di reclusione per la soppressione del cadavere di Sarah Scazzi. L’uomo è stato interpellato diverse volte dalla giornalista di fronte alla sua abitazione, manifestando un certo fastidio, fino a minacciare di chiamare le Forze dell’Ordine. Alla fine, esasperato dalle domande dell’inviata del programma Mediaset ha reagito violentemente lanciando una secchiata d’acqua nei riguardi dell’intera troupe e replicando: “Devo chiamare i carabinieri? Qui c’è un divieto…”.
Colpo di scena nel caso di Avetrana in merito all’omicidio di Sarah Scazzi. Come sappiamo, le due presunte assassine della ragazzina uccisa nel 2010, Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano, sono state condannate all’ergastolo e sarebbero in carcere ormai da oltre cinque anni. In passato Sabrina aveva chiesto di poter andare ai domiciliari in un convento, ma i giudici avevano replicato negativamente a tale richiesta, inizialmente avanzata anche dalla madre. Nei giorni scorsi, tuttavia, gli avvocati della cugina di Sarah Scazzi avrebbero presentato ricorso e il prossimo 3 maggio i giudici saranno chiamati ad esprimersi sulla nuova richiesta dei domiciliari. L’inviata di Pomeriggio 5 avrebbe chiarito come Cosima non avrebbe presentato ricorso, come confermato anche dalla sua difesa. L’intenzione di Sabrina Misseri è quella di scontare il resto della pena presso il convento di don Aldo Buonaiuto. Quest’ultimo, in collegamento con la trasmissione Pomeriggio 5 ha commentato, chiarendo la vicenda: “Non è esattamente così. Noi non sappiamo di richieste in convento, abbiamo ricevuto la richiesta per Sabrina e la madre di essere accolte ai domiciliari in una delle nostre strutture protette dove ci sono altre persone nel percorso degli arresti domiciliari. Non si tratta di conventi ma di vivere in comunità in case famiglia. Ci risulta che la richiesta sia stata respinta”, in riferimento al primo “no” dei giudici. Michele Misseri, padre di Sabrina, non ha voluto commentare la richiesta della ragazza, aggredendo la troupe di Pomeriggio 5 con una secchiata d’acqua.
Si torna a parlare del caso di Avetrana relativo all’omicidio di Sarah Scazzi, la ragazzina uccisa il 26 agosto 2010. A riaccendere i riflettori sul giallo per il quale sono state condannate all’ergastolo in secondo grado Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della giovanissima vittima, è la trasmissione Pomeriggio 5 che in vista della puntata odierna ha annunciato importanti novità. Stando alle prime indiscrezioni rivelate prima dell’inizio dell’appuntamento vero e proprio, Sabrina Misseri avrebbe chiesto di scontare la sua pena in un luogo specifico che scopriremo nel corso della puntata della trasmissione Mediaset. Ma non è tutto: la conduttrice Barbara d’Urso ha annunciato un collegamento da Avetrana, esattamente dall’esterno della casa di Michele Misseri, zio di Sarah Scazzi e condannato a otto anni per la soppressione del cadavere della nipote. Quali ulteriori novità trapeleranno nel corso di Pomeriggio 5? In attesa di scoprirlo, nei giorni scorsi è intervenuto l’avvocato di Michele Misseri, Luca La Tanza, che ai microfoni della trasmissione “Legge o giustizia” condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus – come riportato da IlTabloid.it – avrebbe commentato gli sviluppi del processo. Il legale ha spiegato di aver iniziato a difendere Misseri quando già l’uomo si auto accusava del delitto di Sarah Scazzi. “Al termine del procedimento di primo grado, Misseri è stato condannato a 8 anni per soppressione di cadavere. Io ho garantito a Misseri la difesa strettamente tecnica, nel senso che non faccio nulla per andare contro la sua tesi ma non posso ovviamente neanche dire che è stato lui a commettere l’omicidio”, ha commentato. Attualmente, dunque, l’avvocato La Tanza lo difenderebbe unicamente dall’accusa di soppressione di cadavere. “La mia linea difensiva mira a cercare di trasformare il reato da soppressione ad occultamento, che prevede una pena massima di 3 anni, mentre la soppressione di 10 anni”, ha aggiunto.